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Chi rompe paga: i senegalesi di Firenze si autotassano per riparare le fioriere danneggiate durante la protesta

La manifestazione su Ponte Vespucci a Firenze per la morte di Idy Diene

La manifestazione su Ponte Vespucci a Firenze per la morte di Idy Diene

Chi rompe paga: un detto antico e radicato nel tempo, ma non sempre rispettato. Nel caso delle fioriere danneggiate lunedì in via dei Calzaiuoli a Firenze durante le proteste per l’omicidio di Idy Diene da parte di un folle armato di pistola, Roberto Pirrone, a pagare non saranno gli esecutori materiali degli atti vandalici, ma la comunità senegalese del capoluogo toscano che ha deciso di autotassarsi per risarcire il Comune dei danni arrecati.

Ambulanti e umili lavoratori non hanno avuto dubbi sull’opportunità di versare una piccola quota tutti insieme così da prendere le distanze da quei pochi che hanno trasformato una sacrosanta protesta scaturita dal dolore dell’assurda uccisione di Diene in atti di distruzione e danneggiamento della cosa pubblica. 

Come riporta il Corriere Fiorentino la comunità senegalese ha duramente condannato questi atti e il gesto di ripagare i danni causati da alcuni propri connazionali vuole ricucire i rapporti con la città. «La nostra comunità – spiegano– non può permettere che accadano certe cose, Firenze fa parte della nostra storia e della nostra vita. Quel modo di fare non ci appartiene. Chi ha commesso quegli atti violenti veniva da fuori, noi non li conosciamo. Qualcuno aveva anche bevuto, altri invece erano stati aizzati dai centri sociali che stanno cercando di distruggere la nostra realtà. Noi siamo per il rispetto delle regole ed è bene che le teste calde sappiano che mettere a ferro e fuoco Firenze non farà ritornare Idy in vita».

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