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Dieci anni fa Suor Nicoli diventa beata: la straordinaria storia della suora amata in Castello e alla Marina

Beata Suor Giuseppina Nicoli

di Claudio Castaldi

Il 3 febbraio 2018 si è celebrato nella casa provinciale delle figlie della carità e all’asilo della Marina di Cagliari il decennale della beatificazione di suor Giuseppina Nicoli. Ma chi era suor Giuseppina Nicoli?

Giuseppina Nicoli nacque a Casatisma (Pavia) il 18 novembre 1863 da Carlo Nicoli e Delfina Princetti, quintogenita di dieci figli. Il padre era pretore del paese e la mamma casalinga dai solidi principi cristiani e di carità. Giuseppina venne battezzata quattro giorni dopo la nascita dandole i nomi di Maria, Paola, Giuseppa, Anastasia Nicoli.

In paese frequentò le prime classi della scuola elementare e ricevette la cresima il 15 agosto del 1870. L’anno seguente, 1871, il papà venne chiamato come pretore a Voghera e con se portò tutta la famiglia. Quì, Giuseppina concluse le ultime classi elementari – 1873 – presso l’istituto santa Caterina gestito dalle monache agostiniane. I suoi studi proseguirono frequentando le tre classi delle scuole medie. A Voghera vi fu una tappa fondamentale della sua futura vocazione.  Frequentava spesso il duomo e li vi incontrò Don giacomo Prinetti che subito la prese a cuore e le contagiò l’amore verso e la carità verso i poveri.

A quei tempi era difficile che una ragazza potesse studiare, ma lei grazie anche al lavoro del padre potè continuare gli studi trasferendosi a Pavia dove dal 1879 al 1883 frequentò la Scuola Normale femminile pareggiata, diplomandosi come maestra con ottimi risultati nel 1882. Il 1882 fu l’anno della sua svolta vocazionale, volle farsi suora della carità a servizio dei poveri. Mandata la lettera di richiesta all’ispettrice (provinciale) di Torino la sua richiesta fu accolta e il 24 settembre 1883 con immenso dispiacere lasciò i suoi cari ed entrò per il postulato a Torino presso l’istituto Alfieri-Carru. In questi mesi potè star a contatto con 200 bambine mettendo a frutto il suo diploma di maestra. Pochi mesi dopo inizio presso la casa provinciale di San Salvario il Seminario (si chiama così il noviziato) nel quale tutte le seminariste entrano nel cuore della spiritualità vincenziana attraverso lo studio delle costituzioni, la regola, conoscendo e rafforzando il pensiero dei fondatori. Proprio in quell’anno per completare l’anno di formazione le seminariste vennero portate a Parigi alla casa madre di Rue du Bach, casa madre nella quale sessant’anni prima (1830) alla seminarista Catherina Labouré apparve la Madonna che le chiese di coniare la medaglia miracolosa; visitò la tomba di Santa Luisa de Marillac e del fondatore San Vincenzo de Paoli, la cui tomba è deposta nella chiesa di San Lazzaro a pochi passi dalla Rue due Bach.

Il 18 giugno 1884 Giuseppina vestì l’abito religioso diventando la suora con la cornetta. Purtroppo per le seminariste Parigi fu colpita da una brutta epidemia e i superiori decisero di farle tornare in italia. Dopo una breve tappa a casa Sappa di Alessandra, Il 1 gennaio del 1885 suor Nicoli arriverà a Cagliari nel quartiere di Castello presso il Reale conservatorio delle figlie della provvidenza. Appena arrivata chiede subito che le bambine meno abbienti possano frequentare gratuitamente. Per loro creerà dei laboratori di cucito in modo da avviarle a una futura profession. Da tener conto che la Sardegna era povera, per lo più le famiglie erano composte da pastori e casalinghe. Suor Nicoli aveva molto a cuore i ragazzi di strada. Cercherà di attirarli a se e costituirà con loro l’associazione dei Luigini. Li formerà portandoli tutti a ricevere la prima comunione.
Ma soprattutto garantirà a tutti un pasto caldo. Le fonti raccontano che per far questo attingerà da un fondo della comunità dal quale salderà anche i debiti lasciati dalla precedente amministrazione. Il 25 dicembre 1888 professa i voti perpetui. Dal 1899 al 1910 viene nominata suor servente (superiora della comunità di Sassari) Anche li si denoterà per la sua carità e il suo farsi ben volere dalle consorelle. A Sassari avrà a cuore le orfane, trecento bambine alle quali darà un istruzione.

Incomincerà ad avere le prime avvisaglie di Tbc che saprà accettare con fede e preghiera costante. Un aspetto interessante del suo apostolato a Sassari è la fondazione di una succursale dell’orfanotrofio nel quartiere di Sant’Apollinare. Ma soprattutto come suor servente decise di aprire una piccola comunità anche nel carcere. Per suor Nicoli la povertà da colmare era quella spirituale. Lei vide nelle ragazze del carcere, ragazze abbandonate senza un aiuto e per questo la aiutarono molto i padri vincenziani. Nel 1910 anno del suo 25esimo di consacrazione religiosa tornerà a Parigi in casa madre. Per un breve periodo sarà rimandata a Sassari, ma non è piu la stessa di prima. Le consorelle sono più ribelli e non è ben vista dall’amministrazione locale. Nell’agosto del 1914, dopo quindici anni di assenza, tornerà suor Servente a Cagliari non in Castello ma nel quartiere della Marina dove conoscerà suor Teresa Tambelli già li da sei anni.

Siamo alla vigilia della Prima guerra mondiale. Il quartiere è molto disagiato. Suor Nicoli si occuperà subito dei “Is Piccioccus de crobi” bambini con la cesta. Questi bambini sbandati cercavano di racimolare qualcosa aiutando le signore a portare la spesa con le cesta. Subito con parsimonia tenta di farseli amici chiamandoli a se ma attenzione non in modo coercitivo, ma lasciandogli sempre la libertà dovuta. Tenterà di darli un’istruzione, una merenda, missione che, dopo la morte di suor Nicolì, sarà svolta dalla consorella suor Tambelli. I tempi della guerra furono molto duri ma suor Nicoli chiederà alle autorità locali di poter curare queste persone lese dalla guerra. Nel 1924 le condizioni di Suor Giuseppina precipitano. Prima tossi persistenti complicate da broncopolmonite. Suor Tambelli racconta degli ultimi istanti di vita della consorella, del rapporto tale con cristo che la porterà a vivere la morte con una pace interiore che pochi hanno anno. Accettò l’unzione degli infermi; si confessò, tutto secondo le pratiche della comunità e il 31 dicembre 1924, dopo la messa, tornò alla casa del padre. La sua salma venne tumulata a Bonaria e nel 1830 traslata all’asilo della Marina.

È stata proclamata beata a Cagliari, il 3 febbraio 2008, dal cardinale prefetto della congregazione per le cause dei santi José Saraiva Martins, rappresentante di papa Benedetto XVI. La memoria liturgica si celebra il 3 febbraio.

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