Aggius, Anela, Arzana, Bessude, Bonarcado, Bottida, Bultei, Burcei, Burgos, Capoterra, Cheremule, Esporlatu, Fluminimaggiore, Gadoni, Lotzorai, Modolo, Nuxis, Olzai, Paulilatino, Perfugas, San Vero Milis, Sant’Anna Aresi, Santulussurgiu, Serramanna, Seui, Tertenia, Teulada, Villagrande Strisali e Villasimius: sono questi i 29 comuni sardi che potranno fare a meno di Abbanoa e gestire autonomamente l’acqua, secondo quanto stabilito oggi dal Consiglio regionale della Sardegna.
Il provvedimento adottato a larga maggioranza (30 sì e 4 no) cede una parte consistente di quote della società idrica direttamente ai Comuni. La Regione passa da una quota del 70% a una quota del 20%. La cessione sarà completata entro il 2020.
Un altro punto molto importante del provvedimento stabilisce un quantitativo minimo vitale di acqua garantito per i nuclei familiari con problemi economici secondo il principio «L’acqua è di tutti e per tutti», che ha voluto ribadire in un emendamento da lui proposto il consigliere di Articolo 1 Eugenio Lai.