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Il viaggio di Autunno in Barbagia: visitiamo Gadoni, terra di miniere e artigiani

Gadoni, Is Fraccheras - Fonte Perdas de Jerru, Pagina FB

Arriva dicembre e in questi ultimi sprazzi della stagione autunnale c’è ancora tempo per girovagare tra le “cortes” più straordinarie dell’Isola. Il suggestivo viaggio che ci conduce tra le atmosfere ammalianti dell’entroterra barbaricino continuerà, dunque, anche nel prossimo fine settimana, tra folclore, tradizioni ed enogastronomia. E, questa volta, la mostra di Autunno in Barbagia ha in serbo un programma più ricco del solito. Saranno tre, infatti, le tappe protagoniste del suo quattordicesimo appuntamento: Gadoni, Teti e Oniferi che accoglieranno i propri ospiti per due intense giornate, dal 2 al 3 di dicembre. Come di consueto, le ricchezze materiali e immateriali di queste località faranno gli onori di casa, ma, oggi, in questo viaggio nella magnifica terra di Barbagia, andiamo in quel piccolo paese, dove la natura selvaggia, e dai contorni lunari, è stata anche un’importante fonte di ricchezza sin dai tempi più remoti: visitiamo Gadoni, terra di miniere e artigiani.

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 Gadoni 22  

Piccolo paese di montagna, Gadoni è un centro agro-pastorale che si scopre nella Barbagia di Belvì. Custodito dai silenziosi profili montuosi di “Sa Scova” e “Arzanadolu”, questo paesino si issa a circa 700 metri di altitudine, appoggiandosi al fianco del Gennargentu, e si affaccia su una piccola valle lambita dal rio Saraxinus, affluente del Flumendosa, in un territorio ricco di risorse minerarie, in cui strapiombi, fantastiche guglie e una fittissima vegetazione sono scrigno di varietà ambientali e geologiche straordinarie, che lo rendono unico. Qui, la natura rapisce per il suo fascino selvaggio e ammalia il viaggiatore con paesaggi sempre diversi, dove tutto sembra essere nato per togliere il fiato e travolgere l’anima: i boschi secolari che ammantano le montagne conducono alla suggestione di gole e canyon, da cui lo sguardo si tuffa libero e ricade tra i fili argentei di sorprendenti cascate, per poi fermarsi sui curiosi paesaggi lunari delle pareti rocciose circostanti. Sorprendente è l’abitato che conserva, intatto, un rione antichissimo, fondato nel XV secolo: le piccole dimore si dispongono a semicerchio e si affacciano su graziose stradine di pietre rosse e nere, dove tra scalinate e muraglioni si nasconde l’anima della Barbagia. Gadoni è noto in tutta l’Isola per le sue preziose risorse minerarie: il rame, qui abbondante, ha plasmato la vita della comunità fin dal principio della storia dell’uomo. Simbolo storico del paese è, infatti, la miniera di Funtana Raminosa, dove i nuragici fondevano la preziosa risorsa per realizzare pregiate sculture e Fenici, Cartaginesi e Romani scavarono imponenti gallerie per estrarla. Il sito è un importante museo di archeologia industriale – parte integrante del Parco Geominerario della Sardegna – e a dicembre di ogni anno si anima per le celebrazioni in onore di Santa Barbara, protettrice dei minatori. Gadoni, però, è rinomato anche per l’arte artigiana dei suoi abitanti. Le abili donne gadonesi lavorano la lana su telai orizzontali e la trasformano in “Sa Burra”, un tipico tappeto: un tempo utilizzato come coperta nelle rigide sere invernali, oggi adorna balconi e davanzali in occasione delle numerose feste religiose locali. Questo centro barbaricino, inoltre, ha il merito di aver dato i natali all’inventore e artigiano Francesco Antonio Broccu, detto “Maistu Broccu”, padre della prima pistola a tamburo, che realizzò nel 1833, ben tre anni prima di Samuel Colt: il genio gadonese, però, non richiese mai il brevetto per la sua invenzione, al contrario di Colt che ebbe, così, la paternità della creazione. Non solo, miniere e arte artigiana, però. A Gadoni, infatti, persiste una particolare tradizione, memoria di un antico rito del fuoco, legato al culto dei morti. All’imbrunire, proprio per la ricorrenza dei defunti, l’abitato si illumina della luce fioca de “Is Fraccheras”, delle fiaccole ricavate dall’asfodelo, che nell’antichità classica era il fiore simbolo dei defunti: le fiaccole, lunghe dei due ai quattro metri, sono portate dai giovani per le vie del paese che, senza lasciare che si spengano, ritornano, poi, al punto di partenza, quando “Is Fraccheras” sono ormai consumate. Un rito, quest’ultimo, ricco di suggestione, il cui significato è quello di guidare lo spirito dei morti: le anime erranti dei defunti, attratte dalla luce delle fiamme, si dirigono fuori dal paese e lo lasciano per sempre.

Gadoni, scorcio sul paese – Fonte www.cuoredellasardegna.it

Gadoni, costume tradizionale – Foto di Gianfranco Camellini, Fonte www.fotocommunity.it

Natura selvaggia dal volto quasi lunare, preziose miniere di rame, arte artigiana e antichi riti del fuoco: sono tanti i motivi per visitare questo paese, il cui nome – in sardo Adòni – non ha un’origine chiara, ma sarebbe attribuibile allo strato linguistico protosardo. Secondo alcuni studiosi, il toponimo potrebbe legarsi al nome mitologico “Adone” o al fenicio “Gad Adon”, con il significato di “fortuna di Dio”. Per la tradizione popolare, invece, le sue origini si devono ad un fuggiasco, un pastore di Arzana di nome Cadoni, che qui giunse nel XV secolo, alla ricerca di un rifugio per sé e per il suo bestiame, e si stanziò in località “Mammatùlu”, divenendo il fondatore del paese. Secondo un’altra versione del racconto, il toponimo deriverebbe dalla risposta che Cadoni dava a coloro che lo interrogavano sullo stato del suo bestiame: «Gaudio onu» cioè «godo di buona fortuna» – rispondeva – una frase ancora in uso nel parlato gadonese.

Gadoni, centro storico – Fonte www.ilanadera.blogspot.com

Gadoni, monumento al minatore – Fonte Wikimapia

BREVI CENNI STORICI. Al di là del racconto popolare, la storia di Gadoni ha un passato remotissimo e ci narra di una terra di passaggio e di incontro tra antichi popoli che qui si insediarono, attratti dalle preziose risorse minerarie locali. I primi ad accorgersi di tale ricchezza furono i nuragici, che fondevano il rame di Funtana Raminosa per creare particolari sculture: tracce di quella vita lontana si leggono nei resti di vari siti, tra cui quelli di “Arcu Nuraxi” e del nuraghe “Piscia Cuaddu”, oltre alle sepolture rinvenute lungo il corso del fiume Flumendosa. Dopo di loro, anche i Fenici, i Cartaginesi e i Romani sfruttarono quel prezioso metallo e scavarono diverse gallerie, poi riutilizzate nel XX secolo. È il Medioevo, però, a trasmetterci le prime notizie sull’esistenza di Gadoni, quando il villaggio apparteneva al Giudicato di Arborea ed era inserito nella curatoria della Barbagia di Belvì: all’epoca, i gadonesi erano reclute dell’esercito giudicale e il paese godeva di particolari privilegi; importanti libertà che non si interruppero neppure con i conquistatori iberici. Nel XVI secolo, infatti, in seguito a falliti tentativi di infeudare la villa ad alcune famiglie nobili, la comunità ottenne il privilegio di essere amministrata da un rappresentante locale, scelto tra i capifamiglia del centro. Tali privilegi, però, si persero con l’arrivo dei Savoia, quando Gadoni fu assoggettato alla Signoria dei Lostia, da cui si liberò nel 1838. Al principio del XX secolo, ancora una volta le risorse minerarie locali plasmarono la storia del borgo, grazie ad una società italo-francese che ebbe in concessione la miniera di Funtana Raminosa, il cui sfruttamento generò un certo grado di benessere per i successivi ottanta anni, quando si concluse l’attività estrattiva. Ciò nonostante, il villaggio minerario rappresenta ancora una ricchezza: un vero e proprio museo a cielo aperto, oggi parte del Parco Geominerario della Sardegna.

Gadoni, altro scorcio del centro storico – Fone www.lamiasardegna.it

COSA VEDERE. Tra storia, natura e tradizioni locali, Gadoni offre ricche attrazioni. Oltre al sito di “Arcu Nuraxi”, al nuraghe “Piscia Cuaddu” e ai resti di una necropoli tardo-romana, ubicata nei pressi dell’abitato, tappa obbligata è la già citata miniera di Funtana Raminosa, sede di un Museo di archeologia industriale che offre un viaggio a ritroso nel tempo – un concentrato di storia nuragica, fenicia, cartaginese, romana e novecentesca – tra cunicoli e gallerie, immerse in un’oasi ambientale: interessanti sono la galleria “Fenicia” e quella “Romana”, così chiamate poiché già scavate nelle omonime epoche, e gli impianti dell’antica laveria. Affascinante è anche il centro storico, risalente al XV secolo, non solo per le graziose dimore, ma anche per antichi luoghi di culto che conserva. Vi stupirà la chiesa di Santa Marta, consacrata nel 1512 e costruita inizialmente in forme tardo-gotiche: l’edificio, realizzato interamente in pietra, ha perduto il suo impianto originario, ma presenta un’elegante facciata, su cui spicca una cornice di mattoncini rossi, che racchiude anche il portale e il rosone. Degna di nota è altresì la parrocchiale dell’Assunta, edificata nel 1560, che conserva un bel polittico seicentesco: la facciata è impreziosita da un portale ad arco, sovrastato da un rosone, e il campanile è coperto da una cupola dorata. Da non perdere, infine, è la Mostra delle armi, in onore di “Maistu Broccu”, che avverrà proprio in occasione della manifestazione di Autunno in Barbagia.

Gadoni, miniera – Fonte www.cuoredellasardegna.it

Gadoni, interno miniera – Fonte www.sardegnaturismo.it

Gadoni, miniera Funtana Raminosa – Fonte Comune Gadoni

Gadoni, chiesa di Santa Maria Vergine Assunta – Fonte www.lamiasardegna.it

Gadoni, chiesa di Santa Marta – Fonte www.lamiasardegna.it

NATURA. Perla delle attrazioni di Gadoni è, però, la sua natura selvaggia, meta di numerose escursioni a piedi e a cavallo e rifugio di varie specie faunistiche, quali il cinghiale, la martora, il gatto selvatico, ma anche l’astore e l’aquila. Tra i paesaggi della natura gadonese c’è davvero l’imbarazzo della scelta e, ovunque si vada, lo spettacolo è assicurato. Oltre al paesaggio lunare, scolpito sulla cima del monte “Sa Scova”, e allo scenario di “Bau Laddei”, dove scorre il rio Saraxinus, straordinario è l’altopiano calcareo di “Corongia”, ricoperto da lecci, tassi, terebinti, ginepri, peonia selvatica e orchidee, da cui si ammirano le bizzarre croste rocciose “Is Brentas”, caratterizzate da spettacolari pinnacoli calcarei erosi dal tempo. Magnifici sono, poi, i boschi secolari di “Crontas” e gli strapiombi della valle del Flumendosa, ricca di noci, castagni e ciliegi. Angoli magici vi attendono nelle bellissime grotte chiamate “Gruttas Albas”, che presentano volte alte 70 metri, e in quelle note come “Gruttas de Perdu”, adorne di stalattiti e stalagmiti. Imperdibile, poi, è il panorama che si gode dal precipizio sulla valle di “Su Lattinazzu”, da cui si ammira l’imponente roccia de “Su Campanili”, una guglia alta circa 100 metri. Misteriosa è, invece, la voragine di “Su Disterru ’e Luritta”, dalla classica forma circolare, con una fessura centrale che inghiotte le acque meteoriche. Altro angolo magico da non perdere è la cascatella de “S’Istiddiosa”, formata dal piccolo rio Bauzzoni: numerose goccioline d’acqua precipitano dalle pareti rocciose ricoperte di muschio, formando una miriade di fili d’acqua.

Gadoni, Is Breccas – Foto di Orlando Caboni, Fonte www.panoramio.com

Gadoni, foresta di Corongia – Foto di Orlando Caboni, Fonte www.panoramio.it

Gadoni, Su Campanili – Fonte Sardegna Geografic

Gadoni, pareti di Lattinazzu – Foto di Orlando Caboni, Fonte www.panoramio.it

Gadoni, natura circostante – Fonte Prendas de Jerru, Pagina FB

CUCINA E ARTIGIANATO. Altra attrattiva di Gadoni è la sua gastronomia, un mix di autentici sapori e profumi della Barbagia. Raffinata è la produzione del miele, così come quella dei formaggi locali, come “su casu marzu”,su casu axedu” e “s’arrescottu saliu”. Non mancano, poi, le tradizionali carni arrosto (porcetto, agnello e capretto), ma la regina delle produzioni gadonesi è la lavorazione del pane:su pistoccu”, “su mustazzu a corrosu”, “su pani ’e pattata” e “sa coccoi erda”, sono solo alcuni dei pani che potrete gustare. Sebbene l’artigianato si concentri specialmente sulla splendida arte della tessitura, non mancano altra pregiate lavorazioni, come quella del legno.

Gadoni, tradizioni – Fonte www.cuoredellasardegna.it

Gadoni, prodotti tipici – Fonte Comune Gadoni

Gadoni, particolare Sa Burra – Fonte www.cuoredellasardegna.it

Se per il quattordicesimo appuntamento di Autunno in Barbagia, volete visitare Gadoni, terra di miniere e artigiani, qui trovate il programma completo.

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