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Sì al crocifisso nelle aule e negli edifici pubblici: il Tar della Sardegna dà ragione a Mandas

Crocifisso, sì o no nelle scuole e negli edifici pubblici: un dibattito ancora aperto tra sostenitori e oppositori. Nel 2009 il Comune di Mandas lo aveva letteralmente imposto, con un’ordinanza comunale che lasciava poco spazio all’immaginazione: multe di 500 euro ai trasgressori. L’Uaar, Unione Atei ed Agnostici Razionalisti, aveva quindi fatto ricorso al Tar della Sardegna. Il Comune di Mandas aveva cercato di andare incontro alla Uaar stralciando dall’ordinanza la parte sulle multe, ma l’associazione degli atei italiani è voluta comunque andare in fondo alla vicenda. Oggi il Tar ha sostanzialmente dato ragione al Comune di Mandas bocciando il ricorso e appellandosi a une precedente sentenza emanata nel 2011 dalla Corte europea per i diritti dell’uomo.

«La Grande Camera della Corte europea per i diritti dell’uomo, nel 2011 – scrivono i giudici del Tar – ha assolto l’Italia dall’accusa di violazione dei diritti umani per l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche, affermando che la cultura dei diritti dell’uomo non deve essere posta in contraddizione con i fondamenti religiosi della civiltà europea, a cui il cristianesimo ha dato un contributo essenziale. La Corte ha evidenziato inoltre che, secondo il principio di sussidiarietà è doveroso garantire ad ogni Paese un margine di apprezzamento quanto al valore dei simboli religiosi nella propria storia culturale e identità nazionale e quanto al luogo della loro esposizione; in caso contrario, in nome della libertà religiosa si tenderebbe paradossalmente invece a limitare o persino a negare questa libertà, finendo per escluderne dallo spazio pubblico ogni espressione».

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