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No all’Airgun norvegese nel mare tra Sardegna e Corsica, soddisfazione delle due isole

Donatella Spano - assessora all'Ambiente

L’Airgun, tecnica per le prospezioni geologiche  che una società norvegese intenderebbe effettuare nei  mari della Sardegna e che metterebbe a duro rischio il delicato equilibrio dell’ecosistema marino, è destinata a rimanere una proposta. Sul progetto, presentato al Ministero dell’Ambiente dalla società norvegese TGS-NOPEC nel 2015 per una prospezione geofisica con la tecnica Airgun al largo della costa nordoccidentale della Sardegna,incombe il parere negativo espresso dalla commissione tecnica Via-Vas. Soddisfazione insieme ai presidenti di Sardegna e Corsica, Pigliaru e Simeoni, è stata espressa anche dall’assessora sarda della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e da quella corsa per il Territorio e l’Energia Fabiana Giovannini.  «L’ottimo lavoro fatto dalla Regione e dagli altri enti interessati per motivare il giudizio tecnico ci ha premiato» dice l’assessora Spano. «Sosterremo sempre – incalza Spano-  una posizione netta contro il degrado e l’impoverimento del nostro ecosistema marino anche per evitare ricadute negative ambientali ed economiche difficilmente prevedibili, potenzialmente irreversibili e non mitigabili. Continueremo a lavorare per la tutela e la valorizzazione delle aree protette».

Anche il Grig plaude al provvedimento .«Come noto, l’attività di prospezione a mare generalmente consiste in “spari” di aria compressa, Airgun,  per un tracciato complessivo di migliaia di chilometri per un periodo di 10 settimane.  Gli  “spari” hanno una cadenza ravvicinata (uno ogni 5-15 secondi), con intensità sonora variabile fra 240 e 260 decibel, intensità superata in natura solo da terremoti ed esplosioni di vulcani sottomarini» spiegano gli ambientalisti che aggiungono:  «al contrario di quanto sostenuto dal soggetto proponente e come documentato scientificamente, il danno alle specie di cetacei e di tartarughe marine presenti nell’area marina interessata sarebbe devastante, sia sul piano uditivo che sotto il profilo dell’orientamento.  Altrettanto potrebbe ipotizzarsi per le specie ittiche, anche di interesse commerciale, con indubbi riflessi negativi sull’economia del settore della pesca».

 

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