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I Giganti di Mont’e Prama “si risvegliano” in Cina: a Pechino e Shanghai un ciclo di conferenze per promuovere il tesoro archeologico sardo

La Sardegna e i Giganti di Mont’e Prama saranno protagonisti durante una serie di incontri che si svolgeranno in Cina nei prossimi giorni. A illustrare la straordinaria scoperta del tesoro archeologico sardo, a Shanghai e a Pechino, sarà un team di professori delle università di Cagliari e Sassari, protagonisti dello studio delle sculture nuragiche a tutto tondo.

La squadra di studiosi sardi, partita stamane, è composta da Attilio Mastino, già rettore dell’Università di Sassari, Raimondo Zucca, archeologo dello stesso ateneo, e Gaetano Ranieri, professore di geofisica dell’Università di Cagliari, che guidò sul sito le prospezioni con il georadar.

La storia dei Giganti e della loro scoperta sarà approfondita durante il ciclo di conferenze “Il risveglio dei Giganti”, organizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura in Cina, che si svolgerà a Shanghai e a Pechino, rispettivamente i prossimi 18 e 19 maggio. Gli incontri, finalizzati a valorizzare il tesoro archeologico isolano, si inquadrano tra i risvolti di un progetto di gemellaggio che dovrebbe legare il comune di Cabras, luogo della scoperta dei Giganti, alla città di Xi’an, capitale provinciale della regione nordoccidentale dello Shaanxi, in cui rivide la luce il maestoso Esercito di Terracotta.

Separati da una distanza di 8500 chilometri, è stato il caso ad unire Cabras e Xi’an. Due agricoltori, due terre lontane, due scoperte fortuite e, al tempo stesso, sensazionali, che hanno cambiato per sempre la conoscenza del mondo antico.

Nel marzo del lontano 1974, il contadino Yang Zhifa a Lington (Xi’an, Cina) e il contadino Sisinnio Poddi a Mont’e Prama (Cabras), lavorando con i loro attrezzi nei rispettivi terreni, riportarono alla luce due tra i più importanti siti archeologici mondiali, sepolti da millenni di storia. Differenti per numero, materiale di fattura ed epoche di appartenenza, le statue sono espressione di due periodi storici particolari che il destino ha voluto accomunare non solo nelle modalità di ritrovamento, ma anche nella notevole qualità artistica. Un patrimonio e un tesoro archeologico che accomuna e avvicina nel tempo le civiltà della Cina, della Sardegna e del Mediterraneo.

L’Esercito di Terracotta, l’imponente scorta di oltre 10000 soldati di argilla, ordinatamente schierata a testimoniare la grandezza dell’imperatore Qin Shi Huang e a servirlo nell’aldilà, è rimasto nascosto dal 210 a. C., mentre i Giganti di arenaria hanno riposato sotto terra per quasi tremila anni, in attesa di rivedere la luce. Secondo gli studiosi, infatti, essi furono scolpiti nel IX secolo a. C. e successivamente distrutti in oltre 5000 frammenti dalla furia degli invasori che conquistarono l’area.

Esercito di Terracotta – foto web

Tuttavia, contrariamente a quanto accaduto per il ritrovamento in Cina, la scoperta di Mont’e Prama ha seguito un destino differente. Se, infatti, il mausoleo dell’imperatore Qin Shi Huang, di cui l’Esercito di Terracotta fa parte, è stato riconosciuto nel 1987 come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, le statue nuragiche sarde hanno dovuto attendere ancora prima di potersi mostrare finalmente al pubblico.

Alla scoperta casuale seguirono, infatti, diversi interventi di scavo e recupero nella seconda metà degli anni ’70, condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano e dall’Università degli Studi di Cagliari. È solo dopo un lungo e certosino lavoro di restauro, condotto da un’équipe del laboratorio di Li Punti a Sassari, che gli oltre 5000 frammenti sono stati ricomposti (tra il 2007 e il 2011), dando forma alle statue antropomorfe.

Arciere – Giganti di Mont’e Prama.

Guerriero – Giganti di Mont’e Prama.

Pugilatore- Giganti di Mont’e Prama.

Alte circa due metri, le uniche statue che il mondo nuragico ci ha mai restituito si trovano in mostra presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e il Museo Civico di Cabras. Queste maestose e possenti sculture, circa 50, sono state ricavate da blocchi unici che potevano pesare fino a 400 chili, provenienti da una cava del luogo. I Giganti rappresentano differenti figure di eroi: gli arcieri che, oltre l’arco, hanno un braccio protetto da una guaina e da un guanto, i guerrieri che impugnano uno scudo circolare finemente decorato e i pugilatori, dotati di un guanto armato e di uno scudo protettivo sopra la testa. Tutte le statue possiedono dei tratti stilizzati e fortemente simbolici: hanno naso e sopracciglia marcati e dei grandi occhi composti da due cerchi concentrici di forte impatto visivo.

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