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Un pezzo di storia del commercio cagliaritano: Giovanni Canu e la rinascita del Poetto nel dopoguerra

Scatole di pasta, confezioni di caffè e bottiglie di olio, tutto ben sistemato negli scaffali. Sembriamo nell’America degli anni ’60 e invece siamo a Cagliari, per la precisione al Poetto. È una fotografia che racconta un pezzo di storia del commercio cagliaritano, quella scattata all’interno del piccolo negozio di alimentari dello stabilimento balneare D’Aquila sul lungomare Poetto. E fu così emblematica anche per l’epoca, gli anni ’60, che finì sulle pagine di una rivista tedesca che raccontava la vita quotidiana degli aviatori tedeschi impegnati nella base di Decimomannu.

Ma accanto ad uno spaccato della vita militare in Sardegna, dietro questa semplice fotografia si conserva anche la storia di Giovanni Canu, originario di Olbia, classe 1925, che arrivò a Monserrato all’età di 10 anni e si trasferì in seguito a Cagliari. Nella foto, datata 1964, Giovanni è l’uomo dietro al bancone con il camice bianco ed era appunto il titolare nel negozio. «Avevamo un grande assortimento di prodotti – racconta il signor Giovanni – e i clienti sono stati da subito numerosi. C’erano tante famiglie che in estate si trasferivano al Poetto – prosegue – e il negozio era l’unico nella zona e aveva prezzi onesti. In seguito si rifornivano da noi anche alcuni ristoratori della zona». Il negozio aveva inaugurato la nuova gestione il 19 giugno 1951 e sarebbe diventato di lì a poco il punto di riferimento per gli acquisti di tutto il lungomare. Fu questa prospettiva che incoraggiò Giovanni Canu probabilmente, all’epoca venticinquenne, ad investire in questa attività. «Sapevamo che al D’Aquila c’era un piccolo negozio di alimentari – racconta – perché, quando lavoravo con mio padre in un forno in via Farina a Cagliari, vendevamo loro il pane ma in seguito avevamo saputo che aveva chiuso perché gli affari non erano andati bene».

Poetto, anni ’50. Foto dal blog Sa Casteddaia

Il lungo percorso di riscatto da un’infanzia trascorsa fra le difficoltà economiche era iniziato per Giovanni già prima nel 1950, quando dopo aver ceduto il forno di via Farina, aveva aperto un negozio di alimentari in via Garibaldi che gestiva con la moglie. Il volume di affari di questo negozio cresceva di giorno in giorno al punto che riusciva a pagare sempre e puntualmente i fornitori e con le prime centomila lire messe da parte aveva dato l’acconto per comprare una Giardinetta Belvedere di colore verde. Dopo un anno di attività in via Garibaldi, il signor Canu decise di ampliare gli affari e acquistò per trentamila lire la licenza dell’alimentari nello stabilimento balneare della famiglia D’Aquila. Lo stabilimento aveva già quasi mezzo secolo di storia alle spalle, da quando nacque nel 1931 come Padiglione Carboni al 1916 circa quando passò alla famiglia D’Aquila.

Nel negozio, che apriva da giugno a settembre, ci lavoravano Giovanni e sua moglie, aiutati da altri 6-7 dipendenti. «Lavoravamo 12 -13 ore al giorno – racconta – si iniziava la mattina alle 5: prima accompagnavo al negozio mia moglie con i due giovani che la aiutavano, poi andavo con il furgoncino al mercato all’ingrosso e alle 7- 7.30 rientravo al negozio. Si doveva pulire il locale e sistemare la merce, con i cartellini dei prezzi. Io ero molto preciso in questo perché c’erano dei controlli severi».

Sono state tante le persone che hanno lavorato per Giovanni Canu nel suo alimentari al D’Aquila ed è in queste vite che si intrecciano altri ricordi. Fra questi ci sono quelli di Gabriele Amerio, originario di Quartu Sant’Elena, e dal 1987 gestore del baretto “Il Nilo”. Faceva il garzone e aveva iniziato a lavorare per lui quando non aveva nemmeno 13 anni. «Abbiamo lavorato sempre bene con il signor Giovanni – racconta Gabriele Amerio – io ero un ragazzino ma sono rimasto con lui quasi vent’anni, prima solo come dipendente e poi come socio». Con la sua bicicletta provvista di cassone, Gabriele portava la merce ai clienti e, di tanto in tanto, caricava anche i ragazzini della zona e li portava in giro. «Ogni tanto il signor Giovanni ci mandava nel quartiere Ausonia, dove abitavano tante famiglie, – ricorda – per distribuire i volantini con le offerte speciali del negozio».

Nei anni ’60 hanno iniziato ad abitare al Poetto le famiglie dei militari tedeschi della base di Decimomannu. Giovanni, che non parlava né tedesco né inglese, riusciva comunque a comunicare con questi nuovi clienti che in poco tempo si affezionarono a lui e ai suoi dipendenti e con alcuni di loro, come lo stesso Gabriele Amerio, nacquero delle vere e proprie amicizie. «Si era instaurato un legame d’amicizia – racconta il signor Giovanni – li invitavo a pranzo a casa mia e loro, una volta rientrati in Germania, mi mandavano le cartoline per Natale e ci scrivevamo sempre».

Una vita di sacrifici, quella di Giovanni Canu, che gli ha riservato però anche tante soddisfazioni, come l’esser diventato uno dei più attivi e forniti commercianti di generi alimentari in città. Quando ancora a Cagliari i prodotti del resto dell’isola facevano fatica ad arrivare, infatti, Giovanni con la sua Giardinetta Belvedere andava fino a Sanluri per acquistare il pane civraxiu, molto richiesto in città. In seguito, era stato il primo a portare in città le famose provole di Macomer e il pecorino di Gavoi, facendone una vendita quasi all’ingrosso. L’alimentari del D’Aquila restò aperto ancora per tutti gli anni ’70. Nel 1975 Giovanni lascia la sua quota al fratello e a Gabriele Amerio e apre un altro negozio di generi alimentari in via Bacaredda. Dopo poco tempo, Gabriele Amerio rilevò per intero la licenza e per un pò gestì da solo il negozio, per poi chiuderlo e aprire nel 1987 il baretto “Il Nilo” sul lungomare Poetto.

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