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Ragazzi del camper, giorno 10 a S’Archittu: continua il viaggio in Sardegna di Raffaele e Federico senza una meta fissa

Ragazzi del camper giorno 10: continua il viaggio in Sardegna di Raffaele e Federico senza una meta prefissata.

Dopo la soddisfacente sessione di Is Aruttas, cerchiamo un posticino tranquillo dove passare la notte! Continuando sempre verso nord, ad un certo punto notiamo una cosa che attira la nostra attenzione: niente popò di meno che un Wolkswagen Westfalia identico al nostro! Mossi dall’emozione decidiamo di parcheggiare dietro il camper, per tentare un approccio mattutino (no, non siamo degli stalker, ma in un viaggio del genere trovare altri pazzi che come noi hanno deciso di preferire il vintage alle comodità dei tempi moderni non è cosa da poco).

Fantastichiamo per qualche minuto sui misteriosi proprietari (che so, magari sono le nostre versioni malvagie) e stalkeriamo il loro sito internet, visto che anche il loro Westfalia è tutto vestito di adesivi, ma la cosa dura poco, e sveniamo dal sonno.

Al mattino veniamo svegliati da un odore di pizza e salsiccia, tipico di una colazione non-italiana. Ci avviciniamo (la timidezza, dopo 10 giorni in cui gli unici rapporti che abbiamo vissuto sono con perfetti estranei non ci appartiene più) e ci presentiamo: loro sfoderano due sorrisoni e fanno altrettanto, sono Kuba e Ewelina, due kite-surfers polacchi, in Sardegna per volare con le loro tavole e le loro vele sui nostri mari! Dopo la loro colazione “robusta”, vengono con noi al bar per una classica colazione italiana (oh, il nostro cappuccino all’estero piace un casino, roba che se ne bevono 3 di fila) e ci raccontano un po’ il loro progetto di viaggio (mostrandoci una mappa con gli spot più interessanti per il kite-surf in Sardegna, fatta da chi? Ma dai nostri amici di Wipeout!) e delle loro vite! Raffaele e Kuba parlano di kite-surf (ebbene si, Raffaele ha pure questo pallino) mentre Federico ed Ewelina parlano di video (Ewelina fa l’attrice e insieme a suo fratello auto-produce cortometraggi)! Noi raccontiamo il nostro progetto e i ragazzi contribuiscono aprendoci le porte del loro frigorifero! Noi ci aspettiamo prodotti “importati” dalla Polonia e invece cosa tirano fuori? Ma ovviamente salsiccia sarda e formaggio, proprio ora che avevamo terminato quella del mitico Franco di Tuerredda! Noi ci facciamo due risate per sottolineare la comicità della cosa, con loro a guardarci senza capirne il motivo, ringraziamo (e immagazziniamo per i momenti difficili, visto che per stasera abbiamo già un “benefattore”, di cui parleremo più avanti) e, dopo la classica foto di rito (stavolta con i due Westfalia, che sembra si siano piaciuti al primo sguardo) ripartiamo all’avventura! I nostri nuovi amici ci hanno segnalato la vicina spiaggia di Mesa Longa (loro la conoscono perché è una meta prediletta dei surfisti), di cui non abbiamo mai sentito parlare (non ce ne vergogniamo, anche per questo stiamo facendo questo viaggio). Anche oggi quindi abbiamo trovato il luogo ideale per la nostra sessione video-fotografica!

Arrivati a Mesa Longa, siamo pronti ad una lunga attesa per le luci del tramonto, ma si crea una situazione di luce interessante già nel tardo pomeriggio, complici le nuvole portate dal mal tempo (finalmente riusciamo a vedere il lato positivo degli acquazzoni degli ultimi giorni): ci troviamo di fronte un panorama davvero suggestivo, e subito capiamo il nome affibbiato alla spiaggia: Sa Mesa Longa (la lunga tavola) deve il suo nome ad un lungo scoglio piatto che si trova vicino alla riva (se avessimo trovato lo stesso meteo incontrato a Masua l’avremo sicuramente raggiunto con le tavole SUP), soggetto perfetto per le nostre foto e video. Per chi fosse interessato, ci troviamo nella località di Putzu Idu, comune di San Vero Milis (non sia mai che i nostri racconti e le nostre foto vi facciano venire voglia di fare la stessa esperienza, magari però usando un bell’Hotel 5 stelle invece di un camper vintage). Sulla spiaggia, un’arenile molto vario, distese di Velella Velella (ci siamo documentati, non smettiamo mai di imparare), altrimenti detta Barchetta di San Pietro, una specie planctonica che ci fa compagnia dalla tappa di Calasetta (una costante della costa Ovest, come lo sono stati i fenicotteri rosa al Sud). Avendo sfruttato bene il pomeriggio decidiamo di spostarci ancora per il tramonto, raggiungendo la celebre scogliera de S’Archittu!

Arrivando capiamo subito che si tratta di qualcosa di veramente straordinario, una delle cose più notevoli viste in questo viaggio: una imponente scogliera (che tra l’altro ci dicono essere stata teatro del campionato mondiale di tuffi di qualche anno fa, e NO, NON TENTEREMO DI BATTERE IL RECORD) che ha un impatto visivo enorme. Rimaniamo scioccati, per l’ennesima volta, su come la Sardegna abbia così tanti monumenti naturali sconosciuti all’estero, che farebbero impallidire location più blasonate a livello mondiale.

S’Archittu è un enorme arco alto 15-20 metri, formato da calcari sedimentari del Miocene medio (quante cose sappiamo, eh?) di colore bianco avorio. È ciò che resta di un’antica grotta e, come ci dicono due abitanti del luogo, vi consigliamo di andare a visitarla il prima possibile, perché essendo molto forte l’azione erosiva del mare e del vento chissà per quanto tempo resisterà ancora (oh, poi magari tra 100 anni sta ancora lì, ma meglio non rischiare).

Per l’ennesima volta per cercare il punto ottimale da cui scattare foto finiamo con i piedi a mollo, e ancora una volta ci troviamo di fronte ad un tramonto memorabile (ci dicono che a luglio il sole tramonti esattamente dentro l’arco, speriamo di riuscire a tornare per poter assistere al fenomeno).

Soddisfatti ci dirigiamo verso l’ennesimo benefattore di questo viaggio: il ristorante pizzeria “Bar del Capitano”, un grazioso locale di Cuglieri, che, dopo giorni di cene a base di pesce (per carità, non ci stiamo mica lamentando) ci mette di fronte due belle pizze, e mica due classiche margherite: pizza con Casizolu (dopo la proposta di una fan della pagina Facebook di una cena a base di casizolu arrosto, eravamo curiosi di scoprire cosa fosse) e pancetta e pizza con cardi, melanzane e pancetta! Mentre assistiamo agli sguardi curiosi dei vicini di tavolo (abbiamo parcheggiato il Westfalia sotto la vetrata del locale, sicuramente non è un mezzo che passa inosservato) ci viene servito persino il dolce, profiterol con panna e fragole! Commossi come sempre, dopo aver passato il solito quarto d’ora a cercare di convincere l’unica ragazza dello staff a venire a fare la classica foto con il Westfalia (ma le ragazze vanitose che amano farsi fotografare che fine hanno fatto? Si sono estinte?) salutiamo per cercare un posto dove passare la notte.

Domani dove si va? Sempre a Nord, ovviamente!

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