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Giorno 8, i ragazzi del camper a Piscinas: l’arte di arrangiarsi davanti a uno degli scenari più belli del Mondo

Il paesaggio incontaminato di Piscinas

Il paesaggio incontaminato di Piscinas

Giorno 8, i ragazzi del camper a Piscinas: l’arte di arrangiarsi davanti a uno degli scenari più belli del Mondo

Dopo la splendida sessione video/fotografica a Capo Pecora, è la volta di Piscinas, il sistema di dune di sabbia più esteso d’Europa! Non lo sapevate, eh? In Sardegna abbiamo tantissimi primati Europei, oltre alle dune abbiamo il canyon più bello d’Europa, l’ulivastro più vecchio d’Europa, il radiotelescopio (che avremo voluto vedere) più grande d’Europa, l’anfibio più raro d’Europa, il vino più antico d’Europa e siamo la regione più militarizzata d’Europa!

Bello eh? Forse l’ultimo primato non tanto, che dite?

Tornando a noi, al mattino l’umore non è dei migliori: salta l’ennesima tappa, Cala Luna (purtroppo i gommoni con questo vento non toccano acqua), ma ormai temprati dai numerosi cambi di rotta (tutte le tappe che prevedevano autorizzazioni da enti pubblici, parchi, soprintendenze, organizzazioni e molti altri posti dove si presuppone ci siano delle persone a lavorare in un ufficio purtroppo non hanno risposto, o le risposte non erano entusiasmanti, evidentemente siamo talmente sommersi dal turismo culturale qui in Sardegna da non aver bisogno di un po’ di sana promozione gratuita) non ci diamo per vinti e ci concentriamo sugli aspetti positivi: fermiamo subito un autoctono per chiedere cosa ci sia di interessante nei paraggi, e subito ci vengono segnalate due cose molto interessanti: delle rovine (qualcuno sa di cosa si tratta? non siamo riusciti a capirlo, forse qualche edificio connesso con l’impianto minerario?) con alcuni interessanti ginepri e dei carrelli abbandonati, la passione segreta di Raffaele (seconda solo a quella del mare, senza acqua ha difficoltà a scattare fotografie)!

Decidiamo di concentrarci sulle rovine per il tramonto e di lasciare i carrelli alla notte (tanto, chi dorme più ormai? L’unico riposo che ci concediamo è quello tra una sbattuta di palpebre e l’altra).

Entrando nella spiaggia subito ci sembra di essere catapultati nel deserto del Sahara (magari un’allucinazione dovuta al poco sonno? sembra di no): le dune sono uno spettacolo.

Durante la sessione fotografica inizia a venirci fame, ormai il pasto unico al giorno è diventata un’abitudine (ma solo per mancanza di tempo, i “benefattori” non mancano di sicuro). Decidiamo di passare in un campeggio visto prima di arrivare, il Camping Sciopadroxiu (https://www.facebook.com/sciopadroxiu.camping) dove per l’ennesima volta, spiegato il progetto, troviamo la tipica “ospitalità sarda”: veniamo fatti accomodare e sfamati con spaghetti alle arselle e bottarga, grigliata mista di mare con contorno di verdure, con tanto di dolce (un tiramisù buonissimo) e caffè! Foto di rito con il camper (vi sveliamo un trucchetto per convincere le signore, che di solito sono più restie a partecipare alle foto: all’affermazione “ma ora non sono truccata” basta rispondere “non si preoccupi, poi sistemiamo tutto con Photoshop!”), ringraziamenti e ci prepariamo alla notte in compagnia dei carrelli abbandonati (ma che ci andate a fare in discoteca voi giovani, se in Sardegna potete fare after in un villaggio minerario abbandonato? Non vi capiamo proprio).

Ma arrivati sul posto, ad aspettarci troviamo un bel temporale, e vista la gran quantità di ferro decidiamo di non dilungarci troppo (anche se in caso di folgorazione verrebbe fuori un articolone da prima pagina nazionale).

Domani dove saremo? Chi lo sa, da oggi si improvvisa!

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