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Paschedda Zau e la rivolta di “Su Connottu”, un’importante pagina di storia sarda rivive a Nuoro

Targa che ricorda la sommossa popolare

Targa che ricorda la sommossa popolare

A qualcuno il nome di Paschedda Zau non dirà nulla. Eppure è lei la popolana nuorese che il 26 aprile del 1869  scatenò la sommossa popolare  che tutti i sardi conoscono come rivolta de “Su Connotu”.

Il  ricordo di questa donna poverissima, vedova con numerosi figli da sfamare, sarà al centro di un incontro in programma nell’Exmè del capoluogo barbaricino, a partire dalle 18,30, assieme alla storia e alle prospettive degli usi civici in Sardegna.

«A quel tempo – spiega Pierfanco Devias, segretario di Liber.u. e organizzatore dell’incontro–  lo Stato pretendeva che fossero i Comuni a pagare la costruzione della ferrovia, per cui il consiglio comunale decise di recuperare i soldi necessari vendendo ai privati le terre comunitarie. Questo gettò nella disperazione le classi popolari, e quindi la stessa Paschedda Zau, che riuscivano a sopravvivere solo grazie a quelle terre, da cui traevano sostentamento per il pascolo, l’agricoltura, il legnatico e il ghiandatico per i maiali».

Fu lei, per prima, a dare l’assalto al Municipio. «La rivolta che prese le mosse al grido de “A su connotu!”, nella quale si diede l’assalto al Comune e si bruciarono tutte le carte delle lottizzazioni, era una lotta per la sopravvivenza, dettata dalla disperazione».  Ma c’è di più. «In vista delle celebrazioni del 26 aprile – racconta Devias- qualcuno ha cercato in cimitero la tomba di Paschedda Zau. In cimitero ci sono ancora le sontuose tombe dei sindaci. Nessuna tomba ospita i resti di Paschedda Zau. Nessuna lapide su cui poggiare un fiore. Nessuna pietra su cui versare una lacrima per ricordare un’eroina del popolo».

 

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