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Buone prassi e imprenditorialità. Ecco come funziona l’Erasmus per giovani imprenditori

Diventare imprenditori europei, fare rete e acquisire competenze per avviare, gestire e sviluppare con successo una PMI nel territorio UE. Unici requisiti: spirito imprenditoriale, impresa giovane o idea di impresa concreta e realizzabile. Questi alcuni dettagli del programma “Erasmus per giovani imprenditori” (Erasmus for young entrepreneurs), un’opportunità finanziata dalla Commissione europea, presentato questa mattina nel corso dell’incontro informativo organizzato da Eurodesk, lo sportello di orientamento e informazioni sulle opportunità che l’Unione Europea offre ai giovani, con la collaborazione di Euroteam Progetti, uno degli organismi intermediari per questo programma.

Spesso Erasmus fa rima con gioventù, scuola e università, ma non in questo caso. L’Erasmus per giovani imprenditori nasce con l’idea di offrire a tutti, anche a coloro che non hanno seguito un percorso universitario, la possibilità di essere ospitati da un’impresa in un paese europeo per maturare o accrescere le proprie competenze imprenditoriali. L’aggettivo “giovane”, infatti, è riferito all’età dell’impresa e non all’età anagrafica dell’imprenditore o aspirante tale. Destinatari del programma, senza limiti di età, sono appunto nuovi imprenditori che non hanno ancora avviato un’impresa, liberi professionisti, imprenditori con un’impresa avviata da meno di tre anni o organizzazioni no profit – sempre nate da meno di tre anni – che operano nel campo dell’istruzione e della formazione.

Il programma è nato otto anni fa con l’intento di favorire la mobilità degli imprenditori, l’internazionalizzazione delle PMI europee, lo scambio di prassi e la creazione di reti fra imprenditori dei paesi UE. Ed è proprio per facilitare questa mobilità che le procedure di candidatura sono poche e semplici sia per chi si propone come soggetto ospitante che per chi chiede di essere ospitato.

L’aspirante ospite deve registrarsi al sito www.erasmus-entrepreneurs.eu e caricare il proprio CV, lettera di motivazione e il business plan (in italiano, se si preferisce) che dovrà contenere un bilancio triennale, un’analisi del mercato, dei clienti e dei prodotti. È questo, infatti, il cuore della candidatura perché è proprio attraverso questo piano che la Commissione europea valuta la proposta. Una volta compilato il formulario online si sceglie l’organismo intermediario che dovrà curare e inoltrerare la candidatura alla Commissione europea per la valutazione. Già in questa fase, raccomandano gli esperti di Euroteam progetti, è molto importante avere le idee chiare sulla propria idea di business o di sviluppo della propria impresa. Bisogna, insomma, saper raccontare e motivare bene il progetto di impresa perché tutto ciò emergerà in modo positivo nella candidatura. Una volta avviato il dialogo con l’intermediario sarà possibile accedere al database delle imprese ospitanti dei vari paesi. La ricerca dell’impresa è una fase molto delicata perché è qui che soggetto ospitato e ospitante si conoscono e avviene o meno il match. Un requisito fondamentale, pena la bocciatura della domanda, è infine che i due soggetti non si conoscano e non abbiano mai avuto a che fare l’uno con l’altro. Una volta inoltrata la domanda alla Commissione europea, gli uffici valutano la proposta e dopo un massimo di 40 giorni arriva la risposta.

Il soggiorno dell’imprenditore ospite può durare da uno a sei mesi ed è interamente finanziato dalla Commissione Europea attraverso una borsa mensile il cui importo varia da paese a paese in base al caro vita. È, inoltre, possibile chiedere una proroga del soggiorno fino al completamento dei sei mesi totali.

L’impresa che desidera ospitare deve ugualmente registrarsi nel sito, inserendo i propri dati. L’imprenditore ospitante diventa praticamente un mentor, una persona che segue e indirizza il neo o futuro imprenditore durante la sua esperienza all’estero. Possono diventare soggetti ospitanti tutte le PMI che risiedono in un paese UE attive da almeno tre anni. L’impresa ospitante offre le proprie competenze, l’esperienza in uno scambio nel quale i vantaggi sono per entrambe le parti. E sì, perché le idee, le conoscenze e la visione del mondo che l’imprenditore può potenzialmente portare all’azienda che lo ospita sono sempre una nuova linfa per tutti.

Secondo i dati raccolti dal programma, dalla nascita nel 2009 ad oggi sono stati coinvolti in questo scambio 6274 aspiranti imprenditori. In otto anni sono stati attivati 4520 scambi che hanno coinvolto 9040 aspiranti e affermati imprenditori, per l’89% sotto i 40 anni, nei 28 paesi membri. A leggere questi numeri non meraviglia il dato che riguarda l’Italia, dalla quale sono partiti per un’esperienza in altri paesi 1065 giovani imprenditori nei settori più disparati. Dalle energie rinnovabili alle imprese sociali, l’architettura, l’informatica. Tanti gli italiani che partono ma ancora pochi, però, gli stranieri che vengono in Italia. Quelli che scelgono il nostro paese, lo fanno soprattutto nei settori della moda, design, artigianato artistico e agroalimentare, settori nei quali il Made in Italy è forte. In generale, in tutto il territorio UE nel programma, ad oggi sono state presentate più di 15 mila candidature, 9271 (il 61%) sono giovani imprenditori o aspiranti tali mentre 6025 (il 39%) sono le imprese ospitanti; delle oltre 15 mila candidature presentate ne sono state accettate 12962, 8080 (62%) di giovani imprenditori o aspiranti tali mentre 4882 (38%) delle imprese ospitanti.

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