Fabio Aru non molla. Il Cavaliere dei Quattro Mori vuole essere a tutti i costi al via del prossimo Giro d’Italia. L’infortunio in Sierra Nevada, dove il campione villacidrese aveva rimediato una brutta caduta e lo schiacciamento della cartilagine del ginocchio sinistro, aveva costretto l’Astana Pro Team ad annunciare che Aru non si sarebbe presentato al via nel Giro del Centenario.
Un’amarezza che un combattente come lui fatica a digerire, e ne amplifica gli sforzi per un recupero che avrebbe dell’incredibile. L’affetto dei suoi tifosi e la partenza della corsa rosa dalla “sua” amata Sardegna sono la benzina che lo spingono, se mai ce ne fosse bisogno, perché il suo carattere è forte non solo in salita. Qualche giorno fa è arrivato anche l’invito del suo grande amico e rivale Vincenzo Nibali, che dalle pagine della Gazzetta dello Sport ha rivolto un incoraggiamento da brividi all’ex compagno dell’Astana: «Anche se è molto difficile, forse impossibile, io penso ancora alla possibilità di vederti al via del Giro, ad Alghero – ha detto lo Squalo – io e te siamo i due corridori italiani di riferimento per i grandi giri, e dalla tua assenza in Sardegna ci perdono tutti. In cuor mio, spero che qualcosa possa succedere alla fine di questi giorni di riposo che il professor Combi ti ha prescritto. Tutti sanno che cosa è successo e nessuno ti chiederebbe di essere al via al cento per cento. Si potrebbe provare, e se vedessi che proprio non è possibile, lasceresti la corsa. Oppure chissà, magari le cose potrebbero migliorare e potresti andare in crescendo di forma per pensare di toglierti qualche soddisfazione nella terza settimana. Ma a prescindere da questo, il Giro ti potrebbe servire per fare del lavoro importante in vista del Tour. Conoscendo quello che ti è capitato, nessuno pretenderebbe da te la vittoria, tutti capirebbero».