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Carlo Boldetti, l’ingegnere cagliaritano che da anni crea i telai per la McLaren in Formula 1

Carlo Boldetti

Si definisce un curioso nato, più che uno studioso e forse ha ragione. Forse più che i titoli e i voti accademici servono, per scoprire il mondo e costruirsi una bella carriera come ha fatto lui, una grossa fame di guardarsi intorno e capire come funzionano realmente le cose.

E così che Carlo Boldetti, ingegnere meccanico strutturista classe ’72, partito da Cagliari a fare l’Erasmus in Inghilterra, in Sardegna non è più tornato. E come dargli torto? In un Paese il cui mondo del lavoro è basato sulla meritocrazia uno come lui è riuscito a ritagliarsi il suo posto, e che posto, diventando ingegnere per la McLaren.

«Verso la fine dell’università vinsi la borsa Erasmus per fare un anno alla Sheffield University. Inizialmente ebbi dei dubbi perché si diceva che gli esami a Sheffield fossero più facili e non servissero a niente. Prevalse però la mia proverbiale curiosità e la voglia di provare qualcosa di diverso. Capii più tardi che sì, gli esami erano più semplici, ma solo perché ti insegnavano quello che davvero serve ad un ingegnere nel lavoro quotidiano, che è molto meno difficile di quanto si creda». Tra le cose che impressionarono di più il giovane studente ci fu la semplicità con cui funzionavano certe cose rispetto all’Italia: «Dell’Università, e dell’Inghilterra in generale, fui colpito dal fatto che se lavoravi venivi premiato in maniera proporzionale. Incredibilmente, c’era una relazione lineare tra ciò che davi e ciò che ricevevi in cambio. Ancora: a Sheffield si faceva la coda per il bus e si entrava solo davanti, acquistando il biglietto dall’autista. Quindi tutti pagavano, logico no? Niente a paragone con le scene da inferno dantesco della famigerata linea 9 a cui ero abituato!».

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