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Le province della Sardegna tornano al lavoro: sbloccate le risorse per il loro funzionamento

Province ti taglio, province ti finanzio. Se c’è un ente che in questi ultimi anni è stato al centro di dibattiti, ridiscussioni e “razionalizzazioni”, sono proprio le province. In particolar modo quelle sarde, diventate da quattro otto, poi zero, e ora di nuovo quattro più la Città metropolitana di Cagliari. Quattro province, che fino ad oggi si trovavano impossibilitate a operare, non avendo a disposizione le risorse necessarie. La Regione Sardegna ha oggi raggiunto l’accordo con il Governo per la distribuzione delle risorse stanziate nella legge di stabilità.

La sede della Provincia di Cagliari

L’iniziale esclusione delle Province sarde e della Città metropolitana di Cagliari dagli stanziamenti è stata definitivamente superata. È passato il principio secondo il quale gli enti che partecipano al risanamento della finanza pubblica, come gli enti di area vasta della Sardegna, devono partecipare anche al riparto delle risorse per ‘calmierare’ i tagli subiti in questi ultimi anni. Alle provincie e alla città metropolitana di Cagliari saranno riconosciuti 20 milioni di euro per il 2017 e 30 milioni per il 2018.

«Abbiamo posto rimedio a una grave ingiustizia – ha commentato l’assessore agli Enti locali e Urbanistica della Regione Sardegna Cristiano Erriu – ritengo sia risultata strategica l’intesa raggiunta ieri con i rappresentanti delle autonomie locali (Anci, Cal, Aiccre e Asel) e il sindaco della Città metropolitana di Cagliari. In questo modo garantiamo la continuità amministrativa e la qualità dei servizi erogati ai cittadini».

«Nella Conferenza Regione-Enti locali di ieri – ha aggiunto – è stato condiviso anche un principio importante per il sistema delle autonomie locali, che è quello dell’avvio delle trattative con lo Stato per la gestione in capo alla Regione dell’intero sistema della finanza locale. Sarà un passo fondamentale per esercitare appieno la nostra autonomia statutaria, come è stato fatto negli anni passati dalle altre Regioni a Statuto speciale».

 

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