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I navigatori in solitario sardi si raccontano. E Andrea Mura e Michele Zambelli sono pronti per la terribile Ostar 2017

Al Circolo Canottieri Ichnusa si parla di traversate oceaniche. In tanti sono accorsi a Su Siccu ad ascoltare i racconti dei navigatori Andrea Mura, Gaetano Mura, Michele Zambelli e Pasquale De Gregorio, i loro aneddoti, le curiosità di chi per passione affronta gli oceani e le tempeste più impetuose.

L’argomento è di quelli che affascina; nelle settimane scorse molti hanno seguito il tentativo di Gaetano Mura di stabilire il record nel Giro del Mondo in Class 40, provando a compiere 25 mila miglia in meno di 137 giorni in solitario. Purtroppo l’attacco al record è sfumato a causa di un’avaria al sistema di rilevazione meteo della sua barca Italia e dei problemi al pilota automatico. Per il navigatore di Cala Gonone si è trattato della prima uscita pubblica dopo la sua impresa, e il pubblico che faticava a stare all’interno della sala dei Canottieri ha dimostrato l’affetto e il fascino che questo tipo di imprese genera. A dare un importante contributo alla discussione sulla navigazione in condizioni estreme c’era anche Andrea Mura (nessuna parentela con Gaetano), che ha presentato la sua prossima impresa, ancora in fase di preparazione, che prevede la difesa dell’impegnativa Ostar 2017, una regata che si svolge ogni 4 anni sul percorso Plymouth (UK) – Newport R.I. (USA) per 2.850 miglia totali, e che lo ha visto vincitore nel 2013. Anche navigazione in solitario, con un alto grado di difficoltà perché contro vento, contro corrente, contro mare e a temperature polari. Ma la difficoltà, come è emerso dall’incontro di Su Siccu, non viene solo dal mare. L’impresa inizia mesi prima, con la ricerca degli sponsor, la preparazione fisica e quella della barca, un’impresa più manageriale che da lupi di mare. Tanto che, come sottolineato da Gaetano Mura: <<Durante la fase di preparazione ci si pone anche delle domande “ma è questo che voglio fare?” oppure “ma io dovrei pensare solo a navigare”, e invece con l’esperienza capisce che tutto è importante, che l’impresa inizia da prima>>. La serata è poi proseguita con gli aneddoti, dai 60 chili di aglio che Pasquale De Gregorio, figlio adottivo della vela sarda, si portò nella sua impresa alla Vendée Globe, ai racconti di Michele Zambelli, altro ospite della serata, che ricorda come, nella sua traversata dalle Canarie ai Caraibi a bordo di un Mini Transat, dovette legarsi la testa con delle cinghie per riuscire a dormire a dispetto del mare.

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