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Selargius, il 2017 si apre con un compleanno speciale: cento candeline per Maddalena Pani

L’elenco dei centenari isolani è lungo e, nell’anno appena iniziato, si arricchisce di un nuovo nome: dopo il signor Antonio Gesuino Boeddu – originario di Ottana e residente a Siligo – che ha compiuto cento anni lo scorso 6 gennaio, a tagliare il traguardo di un secolo di vita c’è la signora Maddalena Pani.

All’interno della “Casa di Riposo Putzu” di Selargius, in cui vive dal 2004, signora Maddalena ha spento le sue cento candeline proprio ieri 9 gennaio, festeggiata da tutti i collaboratori e dalle altre ospiti della struttura in cui risiede.

‹‹Non ho avuto figli e ho diversi nipoti, ma ho deciso di trascorrere l’ultima parte della mia vita in questa struttura, senza immaginare di arrivare fino a qui›› – ci spiega.

In verità, la neocentenaria è originaria del Comune di Settimo San Pietro, dove ha trascorso buona parte della sua vita. Terza di cinque figli, Maddalena è conosciuta a Settimo come Celestina perché – come lei stessa ci racconta – ‹‹Quando sono nata mio padre era in guerra e, una volta rientrato, non amando il nome con cui sono stata registrata all’anagrafe, preferì chiamarmi così. Solo i miei compagni di scuola mi conoscevano come Maddalena.

Da giovanissima ha imparato l’arte del cucito, sua grande passione, che ancora oggi coltiva, anche se con qualche difficoltà in più per via dell’età. Camicie, gonne, abiti, giacche e, perfino, biancheria: un guardaroba di tutto rispetto che Maddalena confezionava per se stessa con tanta originalità. ‹‹Qualche vestito creato da me lo conservo ancora – ci racconta – all’epoca c’era poco o nulla e ci dovevamo arrangiare. Da ragazza ho svolto molti lavori. Ho fatto anche la cestaia. Producevo le “crobeddas”, ma anche cestini e setacci, e li vendevo per campare››.

Nata durante la Grande Guerra, signora Maddalena è cresciuta in fretta e ha vissuto molti dei periodi più turbolenti della storia italiana e internazionale. Il fascismo, la guerra d’Abissinia, la Seconda Guerra Mondiale sono tutti momenti che ancora oggi lei ricorda con un’estrema lucidità. La sua memoria è così forte, forse perché quelli sono stati anche gli anni in cui ha conosciuto il suo unico e grande amore, signor Candido, che durante il loro fidanzamento prestava servizio militare a Rodi, all’epoca una delle Isole italiane dell’Egeo. Lunghe lettere accompagnarono i due innamorati in quei tredici mesi di lontananza; un modo per colmare la mancanza e per ridurre la distanza che li separava. Sposati nel 1942, il loro amore è durato, però, solo venticinque anni, perché Candido – un marito bravissimo che la faceva sentire come la regina di casa – è morto a causa di un male al cuore.

Gli anni della guerra sono stati certamente i momenti più spaventosi nel passato di Maddalena, dei momenti che, comunque, hanno plasmato il suo carattere forte e determinato. Nonostante le difficoltà della giovinezza e la perdita di suo marito, signora Maddalena ha condotto una vita semplice e serena: facile, a suo dire.

Il suo segreto? Nessuno. Solo tanto spirito di sacrificio che, a suo parere, è un elemento che sta scomparendo nella società odierna, poco noto alle nuove generazioni. La determinazione e la forza del suo carattere trapelano anche nel modo con cui ha scelto di accogliere l’inatteso traguardo di un secolo di vita. ‹‹Non ho alcun segreto per la longevità e mi sembrava quasi che la festa di ieri, organizzata per i miei cento anni, fosse per qualcun’altra, proprio perché il centesimo anno è venuto così, senza cercarlo››.

Signora Maddalena non si fa dunque trasportare dalle emozioni, mantiene i piedi ben saldi a terra e continua ad accettare la vita così, come viene. Che dire, una centenaria tutta d’un pezzo!

Articolo di Costanza Loddo

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