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Prima tappa a Cagliari di #Socialcity: Twitter e Facebook al servizio dei cittadini

Più file e meno fila. Con questo concetto espresso dall’assessora all’Innovazione del Comune di Cagliari, Claudia Medda, si può sintetizzare ciò che si è voluto raccontare questa mattina a #socialcity, l’evento itinerante organizzato da Enel Open Fiber, Anci e Cittadinitwitter.it, per illustrare a cittadini e stake holder le potenzialità dei social network nella comunicazione pubblica. Cagliari è stata la prima tappa di un tour che attraverserà altre quattro città: Bari, Napoli, Palermo e Firenze.

«C’è una relazione diretta tra diffusione dei social e crescita del Pil. La banda larga è essenziale per i cittadini, basti pensare alla domotica, al telelavoro e alla videosorveglianza», ha spiegato Giuseppe Torricelli di Enel Open Fiber parlando del progetto di copertura totale della fibra previsto nel capoluogo sardo dall’azienda elettrica nazionale.

Più di social e comunicazione pubblica 2.0 hanno parlato Francesco Nicodemo, fino a pochi giorni fa capo comunicazione di Palazzo Chigi e Gianluigi Riva “@Insopportabile” (così si chiama su Twitter), due veri e propri guru o, per usare il linguaggio tecnico, influencer su Twitter.

«I social – ha spiegato Nicodemo – hanno avviato una rivoluzione della disintermediazione, che è pericolosa se non accompagnata dalla verifica dei dati. Non ci sarà mai una legge in grado di fermare l’odio digitale o il proliferare delle bufale. Occorre quindi che il cittadino migliori la sua consapevolezza digitale avendo sempre più strumenti a disposizione per capire se una notizia è vera o falsa. Il modo migliore è quello di lavorare su community online per creare cittadini attivi e consapevoli che non siano soltanto follower. Insomma, le false notizie sui social sono un tema culturale e non normativo».

Un dato confortante è arrivato da Alessandro Lovari, sociologo della comunicazione all’Università di Sassari, che ha spiegato come l’Italia sia ampiamente sopra la media europea nell’uso dei social per discutere di politica e temi civici. Quello che si dovrebbe migliorare, secondo Lovari è il ruolo nei social delle pubbliche amministrazioni, che deve essere più vicino alla gente e meno “burocratese”, anche nel linguaggio. In particolare è durante le emergenze che servirebbe un ruolo più attivo da parte delle amministrazioni pubbliche.

E di emergenze come terremoti, alluvioni e tsunami e di come possano essere gestite meglio anche tramite i social network ha parlato Gianluigi @insopportabile. «Fino a qualche anno fa – ha precisato – i social network erano visti solo come un momento di “cazzeggio”. È con gli ultimi casi di emergenza nazionale che si è scoperta davvero l’utilità dei social network. Il prossimo step è quello di avere da parte delle pubbliche amministrazioni informazioni più celeri e verificate e meno frastagliate, cioè che provengano da canali istituzionali social ben definiti e gestiti da professionisti».

Marco Agosti di Tiscali ha invece voluto raccontare come le pubbliche amministrazioni dovrebbero imparare dalle aziende private, che per prime, per ragioni di necessità, hanno imparato a comunicare attraverso i social network con i propri clienti.

Nel secondo panel c’è stata invece l’occasione di mostrare al pubblico le best practice già operanti sull’isola come quelle di Regione Sardegna, Comune di Cagliari, Ctm, Aol Brotzu e Museo Archeologico.

Riccardo Porcu, capo comunicazione della Regione Sardegna, ha annunciato la creazione entro il 2017 di un canale Twitter, a oggi mancante, e ha presentato il tour che il suo team farà in tutta l’isola per intervistare i cittadini e andare a scoprire quali sono le loro necessità, così da migliorare la comunicazione tra istituzione e popolazione. Notevole l’esempio del Museo Archeologico di Cagliari, dove è stata costituita una vera e propria redazione, come spiega la direttrice del polo museale Donatella Mureddu, grazie soprattutto all’impegno di tutti i dipendenti e che ha permesso la nascita di progetti come quello del «museo liquido», che offre ai visitatori un’esperienza museale completa e varia anche grazie all’utilizzo dei social. Di «Città a portata di smartphone» ha parlato Roberto Murru, presidente di Ctm Cagliari, azienda all’avanguardia in Europa nella digitalizzazione, grazie soprattutto alla sua app, utilizzata ogni giorno dal 68% della sua utenza, che consente di acquistare biglietti digitali direttamente dal proprio cellulare. «Sempre meno servizio pubblico e sempre più servizio PER il pubblico», questo il motto dell’azienda nelle parole di Murru. Tra le istituzioni pubbliche in maggiore ritardo nella comunicazione social ci sono sicuramente Asl e ospedali. In controtendenza è l’azienda ospedaliera Brotzu. «Buona sanità è anche buona comunicazione. I social possono diventare veicolo di servizi ai cittadini», ha spiegato il responsabile ufficio stampa Fabrizio Meloni annunciando che presto tutti i referti dei pazienti del Brotzu saranno disponibili comodamente online, senza doversi recare in ospedale, attraverso un software che garantisce la giusta privacy.

Uno che ha costruito il suo successo politico anche grazie a un’efficace presenza sui social è il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. «I social aiutano a comunicare in maniera semplice ed immediata e aiutano le pubbliche amministrazioni a raggiungere tutti», ha detto Zedda intervenendo a margine. Il Comune di Cagliari non è da meno, come si evince dalle parole di Gianfranco Quartu, capo ufficio stampa. «La città di Cagliari inizia davvero a essere a portata di smartphone. il nostro portale web si presenta volutamente e immediatamente informativo sulle attività del Comune. Un impegno che parte da lontano e che arriva ai giorni nostri, con una app dedicata e un’informazione capillare su tutti i canali», ha spiegato.

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