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Damiano e Sergio per sempre: sono loro i primi “sposi civili” a Quartu Sant’Elena

Damiano e Sergio per sempre: sono loro i primi “sposi civili” a Quartu Sant’Elena. In seguito all’approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, i vari comuni dell’hinterland cagliaritano hanno presto iniziato a colorarsi sempre più di arcobaleno.

Tra le ultime persone che hanno scelto di coronare la loro storia d’amore, Damiano Meloni e Sergio Puddu, rispettivamente 33 e 44 anni, sono i primi (il 12 ottobre) ad essersi sposati con un’unione civile a Quartu, loro comune di residenza. Una scelta che ha coronato una deliziosa avventura iniziata per caso otto anni fa.

Il 12 ottobre, con il loro matrimonio a Quartu, hanno celebrato una deliziosa avventura iniziata 8 anni fa, quasi per caso.

<<Mi trovavo immerso in un anno sabbatico, per quanto riguarda le esperienze sentimentali, nel quale avevo deciso di conoscere un mondo a me sino a quel momento sconosciuto, quello della realtà gay e della relativa vita notturna>>, racconta Sergio, ricordando il giorno del primo incontro con Damiano, <<non ero però il tipo per quegli ambienti, e proprio per questo avevo deciso di smettere. Tuttavia il destino, o Dio, avevano deciso diversamente, e accadde allora che una sera, in uno di quei locali, Damiano mi ha avvicinato, e da lì ha avuto inizio la nostra storia. In realtà lo avevo già notato ma data la mia incapacità, il mio essere un po’ imbranato e le precedenti figuracce con un altro ragazzo, avevo inizialmente desistito>>.

In un posto secondo Sergio “inadatto”, ma al momento giusto, è scoccata così tra i due la scintilla.
<<Damiano diversamente da me non ha mai avuto problemi a esprimersi liberamente: è anche una drag queen e questo fa di lui una persona più spontanea e libera, almeno se paragonata al mio essere chiuso. Ho impiegato più tempo, rispetto a Damiano, a realizzare questa nuovissima, nonché prima per me, realtà affettiva finora sconosciuta>>.

sposi quartu 2

Le differenze caratteriali tra i due non hanno ostacolato lo sviluppo della loro storia: come vuole il detto, gli opposti si attraggono completandosi assieme, e la loro unione ha fatto la forza difronte a una società forse ancora non pronta ad accogliere il loro amore. <<Abbiamo vissuto con semplicità e spontaneità tale relazione e questo ci ha portato da subito a scontrarci con una realtà ancora chiusa e piena di pregiudizi>>, racconta sempre Sergio, <<il tenersi per mano, cosa semplice per ogni coppietta, era per noi un rischio che al minimo portava a ricevere insulti e offese e aggressioni se non avessimo subito in silenzio. Sono stati anni difficili: ho subito l’allontanamento da parte di quella realtà ecclesiale che era stata la mia seconda famiglia per tutta la mia vita, e poi l’iniziale rifiuto da parte delle nostre famiglie. Il nostro amore però si è rafforzato, grazie proprio a tali difficoltà che ci spingevano sempre di più a prenderci cura l’uno dell’altro. E così abbiamo un giorno deciso di coronare il nostro sogno d’amore. Entrambi molto religiosi e credenti abbiamo inizialmente, in mancanza di una legge, cercato una comunità di fede che potesse benedire la nostra relazione d’amore. L’abbiamo trovata nella figura della pastora Cristina Arcidiacono e dell’ex sacerdote don Tonino, della comunità di base di Olbia. Da loro abbiamo ricevuto una benedizione di coppia il 24 maggio del 2014>>.

Il secondo passo è stato quello di riallacciare i rapporti persi durante gli anni. <<Prima che passasse la legge Cirinnà abbiamo ravvicinato le nostre famiglie e costruito nuove relazioni amicali, e abbiamo deciso poi di celebrare anche pubblicamente la nostra relazione e famiglia davanti alle istituzioni>>, sottolinea, <<tutto questo non solo per avere i medesimi diritti e doveri di tutti ma anche per dimostrare l’assoluta normalità delle nostre vite. Vite che quotidianamente dobbiamo difendere da i salti e offese anche suoi social dove mi capita spesso di dover interloquire con persone che ritengono semplice opinione il definirci vomitevoli, schifosi o esibizionisti, solo perché desideriamo vivere alla luce del sole come tutti. Non c’è però nessun esibizionismo, nessun voler apparire e nessuna manifestazione di perversione nella nostra unione, ma dietro questa si nasconde solo una semplice dichiarazione pubblica e senza vergogna del nostro amore e della nostra vita. Uguale a quella di tanti. Tanti che ancora oggi si vergognano o hanno timore a mostrarsi>>.

La consapevolezza ora, dopo anni di lotte e delusioni, allietate però dall’amore che unisce Sergio e Damiano, è forte. <<Siamo così giunti al 12 ottobre di quest’anno, il giorno delle nostre nozze o matrimonio o unione civile, scegliete voi come chiamarla. La definizione è secondaria, ma per noi rimane un matrimonio in quanto il nostro amore non è né superiore né inferiore a quello di nessun altro. Noi siamo sposati. Noi siamo famiglia e come tale vogliamo essere considerati. Non perché omosessuali ma perché persone che amano e vivono tutte le difficoltà e le gioie che vivono tutti al giorno d’oggi. La nostra unica differenza>>, conclude, <<sta nel fatto che non esistono un altro Damiano e Sergio: tutti siamo assolutamente unici, irripetibili e diversi, ma tutti uguali se posti nella libera condizione di esprimere la nostra natura>>.