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In un rapporto di Confartigianato i numeri positivi della moda in Sardegna

Maria Carmela Folchetti, presidente regionale Confartigianato

Nell’isola oltre mille imprese e 2mila addetti: uno dei pochi settori che regge alla crisi con importanti potenzialità. Per il presidente  Folchetti (Confartigianato): “Necessario valorizzarlo con formazione e internazionalizzazione”.

1.106 imprese, di cui 878 artigiane, che danno lavoro a oltre 2mila addetti.Sono questi i numeri del “Sistema Moda” della Sardegna, un insieme di aziende impegnato nella confezione di articoli di abbigliamento, calzature e accessori, nella tessitura, nella realizzazione di gioielli, bigiotteria, complementi d’arredamento e occhialeria. Un settore che ha risentito minimamente della crisi registrando nel 2015 un saldo negativo di 6 imprese artigiane (-0,7% contro la medianazionale del -1,4% e contro il -2,2% di tutto il comparto artigiano della Sardegna).

Sono questi i numeri che emergono dall’indagine dal titolo “L’artigianato del Sistema Moda della Sardegna”, realizzata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati UnionCamere-Infocamere e Istat del 2015, che hanno “radiografato” un settore produttivo poco conosciuto.
“La sartoria artigiana è la culla dell’alta moda italiana e il segreto del suo successo – commenta Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ma questo è un settore chenell’isola necessita di maggiori attenzioni, considerato l’enorme potenziale di sviluppo e crescita. Due i punti cardine per un concreto sviluppo: formazione degli addetti e internazionalizzazione”.

In Sardegna il settore ha grosse capacità di crescita; ciò viene certificato dal fatto che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un risultato importante considerato che solo qualche anno fa una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionale.

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