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Ancora polemiche sulle tartarughe di Monte Urpinu, prima senz’acqua ora imprigionate in un laghetto

Le tartarughe di Monte Urpinu sono in acqua ma non basta: la risposta dei funzionari comunali agli attacchi dei cittadini.

Imprigionate nel laghetto pieno per metà e senza possibilità di uscirne fuori: ecco come è stata risolta la situazione delle tartarughe acquatiche del parco cagliaritano.

La prima segnalazione riguardo il caso di maltrattamento nei confronti delle tartarughe acquatiche di uno dei parchi più belli e popolari di Cagliari, Monte Urpinu, è datata 13 dicembre 2015. Gli animali, appartenenti alla specie delle Trachemys scripta (tartarughe esotiche e quindi non autoctone), erano stati rinchiusi in un recinto del parco totalmente senza acqua (a quanto riferito dai custodi venivano bagnate ogni tanto) ed essendo dei rettili acquatici necessitano di stare in luoghi umidi anche per andare in letargo, in quanto si rifugiano sotto il fango durante l’inverno. La situazione era stata filmata e segnalata dai cittadini con un primo video: https://www.facebook.com/tore.manzi/videos/1088209684554359 al quale ne è seguito un altro https://www.facebook.com/tore.manzi/videos/1089912131050781/?hc_location=ufi e sono state mobilitate Amministrazione comunale, associazioni animaliste e media per cercare di risolvere il caso.

Lo scorso 2 gennaio, dopo circa tre settimane, la guardia forestale, il veterinario del comune e l’assessore all’ambiente hanno effettuato un sopralluogo. La promessa di trasferire i poveri animali in un laghetto sempre all’interno del parco ma vicino alla via Vidal è stata mantenuta ieri 4 gennaio ma ancora la situazione non si è risolta del tutto.

“Ho l’impressione che si sia voluto dare un frettoloso contentino, dice Tore Manzi, l’autore dei due video che sono ormai diventati virali online, perchè la profondità dell’acqua è scarsa e le tartarughe non hanno alcuna possibilità di uscire fuori, cosa che è nella loro natura. Non ci sono infatti isolotti e gli argini sono troppo ripidi e scivolosi. Insomma un lavoro di una qualità davvero scadente fatto da gente che non conosce questa specie, o più probabilmente non ha a cuore la loro sorte”.

Il caso delle tartarughe è diventato un caso cittadino e nella giornata di ieri sul sito dell’associazione ecologista Gruppo di Intervento Giuridico Onlus è arrivata la risposta dei funzionari del Comune, il veterinario Giuseppe Cosseddu e il dirigente, l’agronomo Claudio M. Papoff: “E’ vietata da diversi anni la diffusione sul territorio della Comunità europea delle tartarughe del genere in oggetto. Questo divieto è dovuto alla loro facilità d’adattamento alle condizioni ambientali naturali dei paesi della Comunità europea, soprattutto in quelli a clima mite che si affacciano sul Mediterraneo. Essendo delle specie aliene, con la capacità inoltre di riprodursi in questi ambienti dove erano specie sconosciute, mettono seriamente a rischio la sopravvivenza di specie indigene simili ed anche di altre specie faunistiche selvatiche autoctone. (…)  Il parco urbano comunale di Monte Urpinu sebbene non reputato in modo esplicito quale centro di riproduzione della tartaruga sarda d’acqua dolce (genere Emys), ha ospitato per diversi anni alcuni individui autoctoni nei laghetti di via Leo. Ultimamente non si segnala più la loro presenza in quanto è proliferata, contestualmente, la crescita delle tartarughe delle specie aliene in oggetto.

Questa proliferazione è dovuta al continuo abbandono di queste tartarughe da parte di cittadini ignoti; questi ultimi, dopo averle acquistate (da alcuni anni oramai è illegale la loro vendita, almeno per la specie T. elegans), se ne disfano magari perchè divenute troppo grandi ed impegnative nella loro gestione in casa. (…) L’intervento eseguito dal personale dell’impresa appaltatrice, su specifica richiesta del dirigente del Servizio Parchi, Verde e Gestione Faunistica, era volto ad una più organica, razionale, scrupolosa organizzazione della gestione di queste tartarughe esotiche. Infatti si è deciso, nell’ambito del periodico intervento di pulizia del fondo del sistema dei laghi di via Leo, di recuperare le tartarughe esotiche che vi dimoravano, di alloggiarle temporaneamente nel vicino recinto della via Leo. (…) Il temporaneo alloggiamento si era reso necessario per predisporre contestualmente un nuovo sito lacustre, appositamente dedicato a queste tartarughe. Il sistema dei due laghetti di via Vidal, sempre nel parco di Monte Urpinu. Proprio in questi giorni si è concluso il trasferimento di tutte le tartarughe esotiche catturate nei laghetti di via Leo nel nuovo sito, più adatto, dei laghetti di via Vidal. La sosta nel recinto si è resa necessaria per dare il tempo al personale dell’impresa appaltatrice di mettere in sicurezza, a tutela delle tartarughe esotiche, i laghetti di via Vidal, ora interamente recintati e muniti di accessi da e per gli specchi d’acqua e non frequentati dalle anatre e da altri volatili”. L’intervento del funzionario e del dirigente si conclude con l’auspicio che cessino rapidamente gli abbandoni indiscriminati delle tartarughe nei laghetti del parco e della città.

Tantissimi cagliaritani si sono mossi per visionare e tenere sotto controllo le sorti delle tartarughe e a questo punto i cittadini attendono che la questione venga finalmente risolta come di dovere.

“Non smetterò di tenere sotto controllo gli animali finchè la situazione non verrà accomodata”, continua l’autore dei video, e come lui si accodano alle richieste tantissimi cittadini per non assistere a quella che sembrava una condanna a morte per i poveri animali ma che si spera possa trovare una giusta fine.

 

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