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L’imprenditore del mese. Stefano Lai: “Come ho creato Enò e Sardinia Domus”

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Una buona rete di relazioni e l’ottimismo come risorse economiche: Stefano Lai, imprenditore cagliaritano, racconta la sua filosofia di lavoro e di vita.

Come è iniziato il suo percorso?

Ho iniziato come consulente assicurativo. E’ stato un buon modo per fare rete e mettermi in gioco. Nel 2000 sono diventato presidente di una cooperativa sociale nel campo del no profit. Mi piace sviluppare relazioni, creare occupazione e dare un contributo valido alla società. All’inizio non è stato semplice ma piano piano la cooperativa è cresciuta. Il mio sogno è sempre stato quello di lavorare nel settore turistico così ho acquistato un immobile nel Largo Carlo Felice. Era un vero rudere ma con lo abbiamo ristrutturato totalmente in due mesi. Così è nata Sardinia Domus, uno dei primi B&B di Cagliari. Nel 2006 ho poi rilevato una parte delle quote di Enò. La motivazione primaria è stata la posizione: si trovava vicino alle mie attività ed era quindi un modo per offrire ai miei clienti un servizio aggiuntivo.

Che tipo di indirizzo vuole dare alle sue attività?

Considerando che Enò è aperto dalle 7 del mattino fino all’una di notte, ho pensato di farlo diventare una sorta di centro di aggregazione e punto di connessione, un misto fra un centro sociale e un club inglese. Un posto dove le persone possono incontrarsi, parlare, bere un caffè o semplicemente stare insieme. La vera risorsa è la rete relazionale. I soldi sono il mezzo ma per fare le cose c’è bisogno di persone che a loro volta si interconnettano e mettano a sistema la loro intelligenza, i loro beni e le loro competenze. Siamo noi che facciamo l’azienda, il soldo di per se è solo un mezzo che semplifica questo processo. Questa è la filosofia che sto cercando di trasmettere anche ai dipendenti.

Per rispondere allo spirito distruttivo di chi ha reso inutilizzabile il pianoforte installato all’interno della metropolitana di Cagliari, ha deciso di regalarne uno nuovo alla città. Perché? 

Davanti ad un pianoforte rotto si può pensarla in due modi: continuare a lamentarsi del fatto che a Cagliari non si potrà fare mai niente di buono oppure reagire. “A Cagliari non si potrà mai fare nulla, le cose le rompono o le rubano”: questo è ciò che pensa la gente, io mi sono rifiutato di seguire il gregge. Se tutti la pensassero cosi non esisterebbe niente. E non sarebbe colpa dei vandali ma nostra!  Io non posso star fermo e aspettare che altri intervengano, così ho comprato il pianoforte. Tutta la faccenda è finita sui giornali, molti l’hanno apprezzato, ho ricevuto manifestazioni di stima e anche qualche critica. Qualche giorno dopo aver acquistato il pianoforte ho ricevuto una telefonata da Michela Murgia che voleva complimentarsi per il gesto e dirmi che i ragazzi del conservatorio volevano regalarmi un concerto per ringraziarmi. Io ne sono stato assolutamente entusiasta. Il concetto fondamentale è che le buone azioni tornano sempre indietro.

Progetti per il futuro?

Come imprenditore sono in continua evoluzione, quello che mi piace è trovare un progetto, studiarlo, realizzarlo e farlo crescere. Anche dal punto di vista tecnologico cerco di essere sempre un passo avanti, accetto i Sardex e tutto quello che è moneta complementare e digitale. Sto implementando con un giornale le attività della mia radio web “ rompeilsilenzio”. Ho inoltre un progetto legato all’artigianato interconnesso con il settore turistico, che però custodisco ancora gelosamente. Poi da qualche mese sto andando a Londra per definire accordi e procedure per una nuova società. Ho sempre pensato che la diversificazione fosse un elemento importante per un imprenditore. Parola d’ordine, fare rete, mettere a sistema intelligenze e risorse. Come andrà a finire? Io credo bene, sono un ottimista”.

 

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