Uragano: un punto. Club San Paolo vince a Flumini. Capitombolo Selargius 91.

Eccellenza. La Ferrini Cagliari vince il derby contro il La Palma (2-1). Una doppietta di Dessi stende l’undici di Antinori, in gol con Aiana. Perde ancora e resta penultimo il Selargius. Vince 3-1 il San Teodoro con i gol di Sias,Cocco e Ibba. Per i selargini in gol Berlucchi.

In Promozione, 0-0 tra Carloforte e S.Elena. Frassinetti-Orrolese finisce 1-1 con Nepitella in gol per i cagliaritani, raggiunti da Marcialis. Continua il momento positivo del Quartu 2000 che supera 2-0 il Monteponi Iglesias con la doppietta di Sanna.

In Prima, sale in vetta il Vecchio Borgo che rifila una quaterna alla Ferrini Quartu (4-0). Tripletta di Mirko Lugas, poi Feboli. Dietro, vince la San Marco in trasferta a Villamassargia (0-1) e resta a -1 dalla capolista, assieme a Fermassenti e Villasimius.

A Sa Duchessa cade il Cus contro il Sinnai (2-4). Vantaggio con Columbu, pari ospite con Cappai; Luca Serra riporta in vantaggio gli universitari che poi schiantano di botto sotto i colpi di Concas, Palmas e Valdes. Impresa dell’Uragano che strappa un punto alla Fermassenti (1-1). Per la squadra di Chessa, in gol Alessio Garau.

Nel girone A di Seconda, il S.Stefano vince a Sestu contro l’Omega (0-2) grazie a i gol di Sarritzu e Impera.

Vittoria di misura del Progetto Cagliari contro l’Atletico Settimo (1-0) grazie a Lobina. Flumini-Club San Paolo finisce 1 a 2.

Brutto stop interno per il Selargius 91, orfano del bomber Gallus out per infortunio. Vince il Sestu 4-1 con i gol di Manunza, Farris, Paita e Atzori; unico gol del Selargius 91 con Melis. Nel girone B, vetta solitaria per l’Azzurra che fa suo il derby contro il Monserrato (2-3); Locci e Rocca per i padroni di casa; Sarritzu, Curreli e Lo Giudice decidono il derby in favore dell’Azzurra. Jupiter-Audax finisce 2-2 (Ledda e Rais per la Jupiter).

Del Chiappa regala il successo alla Gemini di Andrea Loi (1-0) sul San Sperate. Sette gol del Capoterra al Calcio Pirri (7-1) e sconfitta casalinga per la Coffaro (1-3) contro il Decimo.

Oggi, 23 aprile si celebra San Giorgio, il “Megalomartire” che secondo la leggenda e la tradizione fu capace di sconfiggere il drago.

La vera origine della bandiera della Sardegna, i quattro mori divisi da una croce rossa su sfondo bianco è fortemente legata proprio al Santo.

Il campo bianco diviso dalla croce rossa è infatti per tradizione il simbolo di San Giorgio.

L’origine del vessillo dei quattro mori, simbolo della Sardegna, è legato alle vicende belliche della Corona di Aragona, che dominò la Sardegna dal 1324 al 1479 (poi dall’unione con il regno di Castiglia nacque la Corona di Spagna). La tradizione vede le quattro teste del vessillo come le teste dei quattro capi saraceni sconfitti e uccisi da re Pietro I d’Aragona nel 1096 ad Alcoraz, dove l’esercito aragonese avrebbe ottenuto la vittoria unicamente grazie all’intervento di San Giorgio che apparve sul campo di battaglia nelle vesti di un cavaliere bianco con una croce rossa sul petto.

Vessillo aragonese.

Il vessillo sarebbe quindi la celebrazione di quella vittoria. Nel tempo gli Aragonesi rimasero fedeli a San Giorgio. Poi alla fine del Quattrocento gli Aragonesi-Catalani concessero il simbolo dei quattro mori ai Sardi e conservarono i 4 pali rossi in campo giallo come proprio vessillo.

Nel 1718, dopo una piccolissima parentesi asburgica, la Sardegna passò al ducato di Savoia ma mantenne come simbolo la bandiera dei quattro mori. Nel tempo il simbolo è stato più volte interpretato: prima i mori avevano la barba e la corona, poi hanno messo la benda sugli occhi, benda sulla fronte, croce di San Giorgio più grossa, più fine, orecchino nel lobo sì, orecchino no, teste dei mori rivolte a sinistra, teste dei mori rivolte a destra. Interpretazioni, appunto, spesso legate alla connotazione politica dei rappresentanti politici.

Il vessillo da parte dei sardi è quindi un segno di sottomissione alla corona d’Aragona, fatto comunque proprio nel corso del tempo. I Sardi, infatti, sono restii a cambiare questo simbolo che, nonostante qualche piccolo cambiamento, viene mostrato, almeno in certe parti dell’Isola, con grande orgoglio.

Riva con i quattro mori sul petto.

C’è però anche chi, coerentemente con le proprie origini, per non accettare simboli di dominazione, avrebbe scelto un altro vessillo: il desdichado, l’albero sradicato simbolo del giudicato d’Arborea, ultimo regno autonomo sardo a resistere alla protervia degli Aragonesi prima e degli Spagnoli poi.

L’albero sradicato simbolo del Giudicato d’Arborea nella chiesa di San Serafino a Ghilarza.