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Debiti commerciali. Paci alla Corte dei conti: “Le regole statali devono essere meno rigide”

Raffaele Paci

Raffaele Paci

La Giunta regionale si sta impegnando al massimo per accelerare il pagamento del debito commerciale, percorso reso possibile dal superamento del patto di stabilità sancito dall’accordo di luglio scorso, ma lo Stato deve adoperarsi per rendere meno rigide alcune delle regole che di fatto bloccano questo percorso. L’ha detto oggi il vicepresidente della Regione e assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci intervenendo dinanzi alla Corte dei Conti dopo la relazione del magistrato istruttore Valeria Mistretta su “Iniziative adottate dall’amministrazione regionale per accelerare il pagamento del debito commerciale. I risultati conseguiti “.

“La Corte dei Conti dice che la maggior parte dei problemi sono stati generati dall’esistenza del patto di stabilità, ed è apprezzabile che loro stessi lo riconoscano. Il non poter spendere soldi a causa di quei vincoli ha dato origine ai residui passivi e poi, a cascata, a tutti gli altri debiti, per esempio quelli con le pubbliche amministrazioni, la sanità e così via. E se questo problema è superato grazie alla fuoriuscita dal patto da noi voluta fortemente – spiega Paci – continuano a  esistere nell’ordinamento dello Stato distorsioni che non rendono facile il superamento di questi tempi lunghi, per esempio il fatto che, come imposto dalle regole sul bilancio armonizzato, non si possa utilizzare la liquidità di fine 2014 per poter pagare i residui passivi”.

Per riuscire a imprimere una svolta alla situazione serve dunque, sottolinea il vicepresidente della Regione, modificare alcune regole per renderle più adeguate alla situazione reale. “Ho fatto io stesso un invito alla Corte per adoperarsi insieme e far presente nelle sedi opportune che queste regole impediscono di fatto la piena realizzazione di quel leale rapporto con imprese e cittadini che la pubblica amministrazione dovrebbe avere. Insomma, non si possono avviare percorsi per accelerare se poi rigide norme interne ingessano tutto. Facciamo l’esempio della sanità: per ovviare ai ritardi nei pagamenti sempre del debito commerciale, lo Stato ci impone di accedere a una linea finanziaria, diciamo un mutuo. Però – spiega Paci – se uno lo usa questo finanziamento, in regime di bilancio armonizzato non può essere iscritto tra le entrate e a quel punto diventa inutile. E questo è un chiaro esempio di distorsione delle regole”.

Rispondendo alle sollecitazioni dei giudici contabili il vicepresidente della Regione assicura: “Siamo pronti a fare il nostro dovere per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione. Ma anche lo Stato deve migliorare le regole per permettere agli enti locali di utilizzare pienamente le proprie risorse per poter pagare le imprese. L’uscita dal vincolo del patto di stabilità è un passaggio fondamentale – conclude Paci – Ora però dobbiamo individuare i modi adeguati, e ripeto in questo lo Stato gioca un ruolo fondamentale, per smaltire tutti i debiti”.

 

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