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2000 posti di lavoro in meno nell’edilizia. Piras: “Tuteliamo le attività ogliastrine”

edilizia, immagine simbolo

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L’ultimo decennio ha trasformato drasticamente il panorama produttivo dell’Ogliastra. La crisi è stata la principale causa della scomparsa di migliaia di buste paga a cui si sommano quelle perse nell’edilizia, che dal 2008 ad oggi, segna circa 2000 mila posti di lavoro in meno. In questo contesto l’edilizia privata continua ad arrancare. Dopo il boom del mattone oggi assistiamo a una continua chiusura di aziende e al licenziamento di operai e impiegati qualificati e specializzati. Così, anche il settore della produzione e vendita dei materiali edili si è fortemente contratto.

Per rilanciare il settore delle costruzioni verso una buona edilizia, nel convegno promosso dalla FILCA, si era sottolineata l’importanza di mettere in piedi un impianto legislativo in grado di regolare e disciplinare gli interventi sul territorio. Spiega Maurizio Piras, responsabile territoriale: “Per la FILCA gli edili vogliono contribuire a migliorare gli ambienti dove viviamo tutti i giorni. Migliorare la vivibilità migliorando la viabilità, i trasporti, le fonti di energia, il patrimonio edilizio pubblico e privato. Mettendo in pratica il risparmio energetico, l’utilizzo di materie prime naturali. Occorre tutelare con azioni mirate e con le politiche giuste il territorio, per far crescere uno sviluppo che si basi sulla qualità del vivere, sulla qualità del costruire, sulla qualità del mangiare e vivere sano, in un territorio che rispetta e valorizza tutte le risorse del mare e della montagna”.

“Per fare questo occorre intanto una disciplina legislativa, una nuova e buona legge urbanistica e adeguamento del Piano Paesaggistico Regionale,svincolato cioè dagli umori del momento” – aggiunge Piras per mezzo stampa – “Siamo favorevoli ad una dimensione che indichi in modo inequivocabile cosa è lecito fare e cosa non fare. Lo vogliamo ricordare perché le zone dell’interno si stanno spopolando. Con la venuta meno di queste comunità, sono a rischio il patrimonio culturale, mestieri e modi di costruire, il presidio del territorio. La miglior garanzia di tutela resta la presenza dell’uomo e delle sue attività. E questo si potrà conseguire se riusciamo a creare continuità tra aree diverse, tra costa e territorio e sopratutto se il lavoro assume una dimensione diffusa”.

 

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