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Alluvione in Sardegna. Il danno e la beffa

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Oltre il danno la beffa. Le risorse destinate all’ultima drammatica alluvione sono state sottratte ad altre zone dell’Isola colpite in passato da analoghi disastri.  Ma la Regione non ci sta e ha dichiara guerra a Roma.

 

“Le risorse destinate a Capoterra e a tante altre aree della Sardegna colpite da alluvioni negli anni passati, non si toccano. Per la messa in sicurezza delle zone dell’Isola flagellate dall’ultimo disastro il Governo e il Parlamento trovino fondi aggiuntivi, li tolgano da altri capitoli di Bilancio, ma non si pensi di trasferire stanziamenti già destinati ad altre emergenze. Questa è una guerra tra poveri che i sardi non possono accettare”. Queste le dichiarazioni dell’assessore dei Lavori pubblici, Angela Nonnis, nell’apprendere che durante l’approvazione della Legge di stabilità 2014 è stato varato dal Senato l’emendamento 5 bis con il quale si dispone, tra l’altro, l’utilizzo di 27,6 milioni di euro della contabilità speciale del Commissario straordinario per il dissesto idrogeologico e di 25,85 milioni di euro (delibera CIPE n. 8 del 20 gennaio 2012) al fine di predisporre il piano di interventi urgenti in seguito agli ultimi eventi alluvionali. Le risorse che in base alla legge di stabilità dovrebbero essere dirottate sono già programmate per interventi in parte già appaltati, come per esempio il primo lotto della messa in sicurezza del rio San Gerolamo a Capoterra che si trova in fase di progettazione avanzata e riguardano nel complesso opere nei territori di Capoterra, Villagrande Strisaili, Orosei, Padru, Muros, Bosa, Posada, Torpè, Gairo, Chiaramonti, Sorso Tiana, Illorai e Cagliari.

 

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