Su Re

“Su Re” conquista la platea di Cal’a Cinema.

Un pellicola forte e toccante quella proiettata ieri sera a Cal’a Cinema. Protagonista della serata il film di Giovanni Columbu “Su Re”, che narra le ultime dodici ore di vita di Cristo, scandite dal tradimento di Giuda, dal processo e dalla terribile crocifissione. Ambientata nel Supramonte e recitata in un sardo aspro e allo stesso tempo musicale, questa celebre pagina dei Vangeli trova, grazie a Columbu, un nuovo modo di presentarsi.

Difatti, il regista nuorese sceglie di allontanarsi dalla spettacolarizzazione del martirio, preferendo che il pubblico vi assista attraverso lo sguardo dei presenti. Una sorta di pudore, quello di Columbu, che ben si sposa con i paesaggi lunari che fanno da cornice alla Passione e con la scelta di fare a meno di una colonna sonora. «Non ho messo nessuna musica come richiamo al pubblico – ha detto Columbu al cantante Marcello Murru che presentava la serata– gli spettatori, nel silenzio, devono trovare dentro di sé le proprie emozioni».

Felice, poi, la scelta degli attori. Quelli che ci si presentano sono volti “veri”, scavati dal vento e dalla fatica. Lo stesso Gesù è ben lontano dall’iconografia classica che lo vuole angelico e bellissimo. Ha un volto imperfetto, bruciato dal sole. Il volto di chi conosce la fatica dei campi e il dolore di questo mondo. Al pubblico raccoltosi a Cala Genovesi, Columbu ha raccontato, a questo proposito: “La bellezza deve trovarsi nello spirito. La rischiosa scelta di far interpretare Gesù a Fiorenzo Mattu è nata da questo principio. La sua immagine è destinata ai puri di cuore e richiama un passo del profeta Isaia dove si dice, appunto, che la bellezza di Cristo non attirava certo gli sguardi, non era fatta per potersene compiacere”.

Una pellicola, quella di Giovanni Columbu, che nonostante narri “la storia delle storie”, non teme confronti con i propri precedenti cinematografici e che ha convinto appieno il pubblico di Cal’a Cinema.

Che i nomi di tante strade del centro raccontino aspetti affascinanti della storia di Cagliari è di certo cosa nota. Spesso, passeggiando qua e là, ci si sofferma davanti alle vecchie targhe delle vie, riportanti spesso le antiche denominazioni.

Così, nel quartiere Marina, esisteva la “via degli Invalidi”, ovvero una parte dell’attuale centralissima via Sardegna. Quest’ultima infatti era costituita da dall’unione di vie diverse, e sembra che iniziasse dalla porta di Sant’Agostino, in quello che oggi è il centralissimo Largo Carlo Felice.

Il tratto iniziale era dunque la via degli Invalidi. Sino al XVIII secolo infatti era in questa parte della città che gli invalidi militari trovavano ospitalità.