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Daniele Caredda: l’artista lotzoraese che ristruttura il colonnato di San Pietro

Daniele Caredda

Daniele Caredda

Lotzorai. L’ artista Daniele Caredda, 31 anni, vanta un curriculum di tutto rispetto grazie alla partecipazione alla ristrutturazione del colonnato del Bernini, ma mantiene sempre un attaccamento per il suo paese natio.

Raccontaci della tua formazione artistica.

Ho studiato presso l’istituto Statale di Lanusei conseguendo una qualifica di Maestro d’Arte e il diploma di maturità in arti applicative. Successivamente mi sono trasferito a Firenze, dove mi sono laureato all’Accademia delle Belle Arti con una tesi sul tema storico “Seduzione di Decò”, dalla fine del 1800 ai primi del 1900. Dopo aver terminato la specializzazione in arti visive e discipline dello spettacolo ho lasciato Firenze per cercare nuovi stimoli.

E’ stato difficile intraprendere questa strada?

Molto. Il campo delle arti è un ambiente difficile poichè è molto chiuso e selettivo. Ma grazie alla mia forza di volontà e all’attenzione di alcuni docenti sono riuscito ad inserirmi nei vari circuiti. In particolare, L’Accademia delle belle Arti è stata molto utile e stimolante.

I tuoi genitori ti hanno sostenuto?

Un grande sostegno da parte della famiglia, fortunataemente, c’è sempre stato. Presentarsi come artista non è semplice, soprattutto in un piccolo paese come Lotzorai. Sei come una mosca bianca.

Com’è iniziata la tua carriera?

Ho iniziato a fare il restauratore a bottega, come una volta, su mobili, oggetti, dipinti, statue e affreschi. Dopo l’esperienza fiorentina ho contattato direttamente altre ditte di restauro e ho iniziato a lavorare a Roma su oggetti d’arte. Successivamente, sono stato chiamato a L’Aquila per l’ente Parco Nazionale d’Abruzzo e questo è stato un trampolino di lancio per farmi conoscere dalla soprintendenza.  Infatti, poi ho lavorato per il Museo Nazionale romano Terme di Diocleziano e per il complesso archeologico del Palatino per il restauro delle opere d’arte. Finiti i lavori, ho ricevuto la proposta per il restauro del Colonnato di San Pietro del Bernini, dove ho lavorato per tre mesi. Davvero una grande soddisfazione.

Come definiresti il tuo stile ?

Eclettico, perché mi interesso un po’ di tutto.

Progetti per il futuro?

Ora sono in pausa, sto valutando alcune proposte tra Roma e L’Aquila, ma devo dire che nonostante abbia vissuto in molti luoghi dove ho potuto lavorare su grandi opere, mantengo l’attaccamento verso il mio paese. In questo periodo di riposo vorrei, infatti, fare qualcosa per Lotzorai perché mi rendo conto che dal punto di vista archeologico, abbiamo tanto potenziale inespresso. La chiesa di Sant’Elena del vecchio cimitero mi sta particolarmente a cuore. E’ stata costruita intorno al 1100 e ha un grande valore, che purtroppo non viene riconosciuto.  Avrebbe bisogno di un restauro immediato e vorrei riuscire a dare il mio contributo affinché questo bene non vada perduto del tutto.

 

Alexandra Vincis

 

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