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Zona franca: un’importante opportunità che la Sardegna sta per perdere

Pubblico delle grandi occasioni, sabato pomeriggio nell’aula magna dell’ITI, per l’incontro dibattito “Zona franca subito. Meno tasse, meno Iva, meno accise, più lavoro”. Amministratori, politici, imprenditori locali, cittadini ogliastrini e delegazioni di comitati Pro Zona Franca arrivati da tutta l’isola, hanno preso parte ad un acceso dibattito che più di una volta si è infiammato, considerata  l’importanza e la complessità del tema. Non la politica, ma l’Associazione Artigiani e Commercianti Liberi Ogliastra ha organizzato il convegno per far luce su un tema caduto nel dimenticatoio o noto alle cronache soltanto in periodo di campagna elettorale. A moderare il dibattito è stato il commissario del Consorzio Industriale Mauro Pilia; la Dottoressa Maria Rosa Randaccio funzionario dell’Intendenza di Finanza, ha invece spiegato la necessità e l’urgenza di adottare questo strumento che a suo dire è un “diritto dei sardi”. Le zone franche hanno preso corpo con il Decreto Legislativo n.75 del 1998, che individua nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Portotorres, Portovesme e Arbatax la possibilità di istituire una zona franca. Per farlo, però, c’è tempo solo fino a giugno del 2013, quando entrerà in vigore il nuovo Codice Doganale aggiornato, che lascia vivere le vecchie zone franche ma vieta l’apertura di nuove. La Regione Sardegna fino ad oggi non ha mai preso in considerazione questa legge, ne ha discusso per anni senza mai arrivare a nulla di concreto, ignorando di fatto le zone franche. Ma quali sono le agevolazioni che ricadreberro sulla Sardegna se diventasse una zona franca? Secondo la dottoressa Randaccio sono innumerevoli: “Innanzitutto un regime fiscale agevolato, quindi l’abbattimento dei dazi doganali, l’Iva, le accise e altri benefici fiscali. Zero burocrazia. Un regime che porterebbe molta più occupazione e investimenti. Ci sarà una ragione se Livigno, il più ricco comune italiano, è zona franca”. La domanda emersa più volte durante il dibattito, è stata il motivo per il quale fino ad oggi, non è stato utilizzato questo importante strumento che potrebbe contrastare la crisi dilaniante che colpisce l’isola. Se è vero che una zona franca in Sardegna porterebbe tantissime agevolazioni fiscali, più danaro e quindi più occupazione, come in mai in tutti questi anni non si è fatto nulla? Incapacità politica, disinformazione, interessi contrapposti? La classe politica sarda deve dare ora risposte certe. Giugno 2013 è la data ultima per poter sfruttare questa importante possibilità, altrimenti la Sardegna, perderà per sempre la possibilità di istituire una zona franca.

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