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Paolo Fresu a Ulassai emozioni nel cuore d’Ogliastra

 

“Cinquant’anni suonati” in cinquanta paesi della Sardegna. Paolo Fresu regala a se stesso e alla sua terra un tour fantastico che, partito da Berchidda, lo ha portato in Ogliastra per un tripudio di musica, arte, poesia e natura.

E’ la melodica e travolgente passione che esce dalla sua tromba a squarciare il caldo di un pomeriggio d’estate nella sua amata Sardegna. A piedi scalzi, toccando la terra, quasi a volerne assorbire ogni atavica essenza. Ed è proprio questa naturale mescolanza a dare un tocco di magia alla sua esibizione. E i suoni vibrano prepotenti nell’aria assieme alla luce, plasmando i contorni di ogni singola presenza.

Paolo Fresu, è un artista di fama mondiale, che, con “cinquant’anni suonati”, ha voluto rendere omaggio alla sua pachamama con un evento senza precedenti che lo vede impegnato per 50 giorni di fila, con 50 concerti, in 50 località. “Spero saranno 50 ricordi indelebili racchiusi in un unico scrigno. Scritti con i suoni e le parole ma prima ancora con il vento, i profumi e i colori di questa magia che si chiama Sardegna”.

Domanda: 50 anni, 50 concerti gratuiti con 50 progetti diversi in 50 località…..
Festeggi il tuo mezzo secolo regalando tu a noi.
Perché Paolo Fresu fa questo immenso regalo alla Sardegna?

Risposta: Egoisticamente perché regalo a me stesso, e poi regalo alla Sardegna che mi ha dato tanto. Per cui mi sembrava il miglior tributo, ad un’isola che mi ha dato veramente moltissimo, quello di rendere l’idea di una Sardegna condivisa, di un continente straordinario che stiamo scoprendo di giorno in giorno.

D. Berchidda, Bologna, Parigi. Coma nasce e resta in vita questo tuo vincente triangolo artistico?

R. Perché uno gira, gira, ma poi ritorna a casa. E la Sardegna è la mia casa. Quindi Berchidda, Bologna, Parigi, Berchidda…. Questi 50 giorni avrei potuto fare i miei concerti a New York, a Berlino, a Chicago, a Los Angeles, ma ho preferito farli qua.

D. Abbiamo detto 50 differenti progetti per altre tante località….. Sono stati abbinamenti casuali o c’è un nesso sottile tra location e performance e quindi tra location e scelta dei tuoi compagni di viaggio?

R. C’è un nesso sottile, anche se in alcuni casi è stato modificato dalle esigenze dei vari comuni. Ma laddove è stato possibile abbiamo cercato di mantenere quest’idea di luoghi pensati appositamente per concenti di un certo tipo.

D. “Cinquant’anni suonati”… semplice nome di questa singolare iniziativa o qualcosa di più profondo e simbolico legato forse ad un cambiamento, a un giro di boa…?

R. Di simbolico c’è molto. Dietro “Cinquant’anni suonati” c’è un pensiero complicato legato alle energie, alla solidarietà, al fatto che dopo i 50’anni si sente la necessità di dedicare i prossimi 50, o quelli che saranno, a qualcosa di importante che non sia solamente la musica. Per cui “Cinquant’anni suonati” è l’idea di fare una follia, che è quella di portare in Sardegna un significato alto rispetto alla musica; perché la musica è fondamentale ma è anche un linguaggio universale che permette di raccontare le cose in cui crediamo, che per noi sono l’ambiente, la solidarietà, il pianeta, le relazioni umane, e lo facciamo in 50 giorni qua. Quindi è un giro di boa sì, ma un giro di boa per provare ad essere migliori di prima. Non so se saremo in grado di farlo, ma ci proviamo.

Servizio di Laura Lai

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