Successivamente allo svolgimento della messa, sa paniscedda, il pane della tradizione, è stato offerto insieme ai dolci e il vino. La serata ha proseguito con la degustazione di prodotti tipici offerti dai pastori che hanno accompagnato i balli sardi. Questa festa, in onore del Santo Patrono del fuoco, qui a Gairo è sempre stata organizzata dai cacciatori del paese, coadiuvati dai soci della Pro Loco locale e dall’amministrazione comunale. Tutti i parenti degli organizzatori e gli abitanti, usano portare qualcosa dalle loro case, tutti danno una mano ad apparecchiare le lunghe tavolate e servire le pietanze agli ospiti; i cacciatori offrono il vino per dare il “benebennius” (benvenuto) mentre altri badano agli spiedi.
Gli Odori degli arrosti danno subito la sensazione di festa. Gairo associa a su Fogoroni, l’appuntamento con la sagra del cinghiale, ma coglie anche l’occasione per invitare cittadini ed esperti a discutere sul futuro e la valorizzazione delle risorse naturali del paese.
Nel frattempo la temperatura è scesa quasi a zero gradi, ma il grande fuoco, il buon vino e i balli hanno aiutato a non sentire il freddo. Durante il banchetto, si mangia e si balla, con passione talmente grande da coinvolgere tutti. Adulti e bambini sono parte di un’evento che esprime un sentimento e un calore tale da far riunire i partecipanti in una grande famiglia.
Servizio Fotografico e Articolo a cura di Paolo Pigliacampo e Stefano Cadeddu