Il segreto della longevità? Per Michelino Scudu, 98 anni compiuti da qualche mese, sta tutto nel camminare molto, nel vivere all’aperto e nel mangiare cose genuine. Michelino è un vivace signore di Villagrande Strisaili, il paese ogliastrino che vanta il primato mondiale della longevità maschile. Nato il 16 gennaio del 1919 si è sposato ed è rimasto vedovo. Ha ben sei figli e tanti nipoti. Nella sua vita ha lavorato tantissimo, da quando aveva 14 anni ha fatto il pastore con i fratelli più grandi, prendendosi cura dei suoi animali . Oltre a questo , da ragazzino, arava la terra con i buoi, tagliava la legna e seminava il grano.
Nonostante l’età avanzata, la sua memoria è rimasta infallibile. E di raccontare non si stanca mai. Ricorda a menadito quelli che sono i capitoli più importanti della sua esistenza. «Il 31 marzo 1939 – racconta rigorosamente in sardo – mi arruolai nell’Esercito e partii per Cagliari. Facevo parte del Quinto Reggimento di Superga. Dopo anni di guerra nel 1944 tornai a casa dove ripresi nuovamente la vita da pastore». Michelino decise poi di partire per la Germania dove lavorò in fabbrica e nel settore dell’ edilizia. Al suo ritorno a Villagrande Strisaili tornò alla vita in campagna.
Durante tutta la vita la sua alimentazione non è mai cambiata. I cibi prediletti sono formaggio, patate, pistoccu, latte, polenta, e tanto casu agedu. Sin da ragazzo andava a cavallo, che veniva utilizzato come ai nostri giorni si utilizza la macchina. Ma la maggior parte dei viaggi venivano fatti a piedi.
«Spesso – racconta- era necessario stare anche giorni interi in marcia per raggiungere le campagne e per fare la transumanza del bestiame. Si facevano tantissimi chilometri ogni giorno e talvolta non si riusciva a riposare perché non c’era la possibilità di fermarsi. Le giornate era molto impegnative. La notte ci si riuniva nei vicinati per chiacchierare di politica, bestiame e di vecchie storielle di paese». Michelino racconta che c’era tanta pace e serenità tra i compaesani e ci si conosceva tutti bene.
Il cibo più apprezzato era la carne che veniva mangiata specialmente negli “spuntini “tra amici che si organizzavano dopo le tosature e dopo il lavoro. Secondo il 98enne villagrandese la longevità nel centro ogliastrino dipende da tanti aspetti, ma soprattutto dal fatto che prima si camminava molto, ogni giorno a tutte le ore, dal mattino sino alle ore più buie della notte. Si lavorava altrettanto, le giornate erano sempre piene e c’era poco tempo per riposare. Si mangiavano tante cose genuine. Pochi dolciumi e zuccheri. Tutto quel che si mangiava era salutare, mentre ai nostri giorni «si mangia di più ma in modo sbagliato». Si stava sempre all’aperto e tutti erano sempre in movimento. Le condizioni di vita 50 anni fa erano sicuramente più difficili ma c’era più cordialità tra gli abitanti. Michelino non è l’unico della sua famiglia a custodire il segreto della longevità : anche i suoi fratelli più grandi hanno vissuto per quasi cento anni, tra i 97 e i 99 anni.
Articolo di Nicola Scudu
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