Venezia ieri è ripiombata di nuovo nell’incubo: la città è stata sommersa dalla marea, finendo sotto la bellezza di 138 centimetri d’acqua a causa del meteo avverso.
Pioggia e vento hanno suggellato il tragico binomio e la città veneta si è ritrovata a rivivere i brutti momenti del 2019. Adesso il Mose è entrato in funzione, ma ieri non si è attivato e questo fatto è stamattina al centro di feroci polemiche da parte delle istituzioni e dei cittadini.
Il Mose – per come si trova “programmato” al momento – si alza quando c’è una previsione di 130 centimetri d’acqua. L’allerta viene data due giorni prima ore per permettere di emettere le giuste ordinanze per la navigazione e per convocare le squadre operative.
Quindi cosa non ha funzionato ?La previsione di almeno 125 centimetri di massima c’era già da lunedì, quindi perchè non sono state alzate le paratoie? Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro lo ha spiegato a SkyTG24: «Avevamo una previsione di massima di marea di 125 centimetri, ma in mare il vento è cresciuto molto, ha avuto una forza straordinaria, non prevista. E’ montato dalla Croazia e ha fatto uno scirocco molto forte, in concomitanza con le piene dei fiumi Tagliamento e Piave. Tutto questo ha aumentato il livello lungo la costa. Bisognerà mettere probabilmente il sistema in preallarme anche ad un livello più basso».
Gravi i danni riportati dalla Basilica di San Marco, dove l’acqua ha allagato il nartece arrivando anche nelle prime cappelle.
Su Huffington Post Erasmo D’Angelis stamattina ha così commentato quanto successo: «In ogni caso, se il più grande cantiere idraulico del mondo funziona e funzionerà, per favore fate funzionare meglio anche i manovratori e le procedure», sottolineando come, a monte del problema, non ci siano solo problemi tecnici e strutturali ma anche burocratici e di poco buon senso, proprio laddove il rischio di disastri di varia natura è altissimo.