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Zone rosse, Lombardia e Piemonte non ci stanno. Fontana: “Uno schiaffo ai lombardi”

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Lombardia e Piemonte non ci stanno e contestano la divisione delle regioni da parte del Governo. Insieme a Calabria e Valle d’Aosta le due grandi regioni del nord sono state inserite fra le zone rosse.

«Conte ha confermato, durante la sua diretta, che i dati sui quali sono state basate le scelte che portano la Lombardia in ‘Fascia Rossa’ riguardano il monitoraggio della settimana dal 19 al 25 ottobre – ha commentato ieri a caldo il governatore lombardo Attilio Fontana -. Venerdì sarà il 6 novembre. Come gli esperti ci hanno sempre spiegato, i dati di oggi equivalgono alla fotografia dei 7 giorni precedenti. Quindi, oggi Conte ha deciso di chiudere la Lombardia con i dati della settimana scorsa, che equivalgono alla situazione epidemiologica di due settimana fa. Questa scelta non tiene conto dei sacrifici già fatti dai lombardi negli ultimi 10 giorni. Le richieste formulate in queste ore non sono state prese in considerazione. Uno schiaffo alla Lombardia e ai lombardi».

«È mattina presto, ma vi confesso che questa notte non ho dormito – scrive il presidente del Piemonte Alberto Cirio -. Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili. Perché si sia voluto assumere scelte così importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni. Perché il netto miglioramento dell’Rt del Piemonte (sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare) non sia stato preso in nessuna considerazione. Perché per regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso. Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza».

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