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Bonus Inps, consigliera comunale di Milano si autodenuncia: “Non vivo di politica”

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Tiene banco in queste ore la vicenda dei 5 parlamentari titolari di Partita Iva che hanno chiesto e ottenuto il bonus Inps nonostante i lauti emolumenti da deputati e senatori.

Repubblica, quotidiano autore dello scoop, riporta inoltre che «sarebbero coinvolti addirittura duemila persone tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci».

Una consigliera comunale di Milano, Anita Pirovano, eletta con la lista di centrosinistra “Milano Progressista”, si è autodenunciata su Facebook.

«Mi autodenuncio – scrive la consigliera -. Non vivo di politica perché non voglio e non potrei. Non potrei perché ho un mutuo, faccio la spesa, mantengo mia figlia e – addirittura – ogni tanto mi piace uscire e durante le ferie andare in vacanza. In più ho studiato fino al dottorato e all’esame di stato per diventare psicologa e ricercatrice sociale, professione in cui negli ultimi tempi mi sembra spesso di essere “più utile” alla società che in consiglio comunale (attività a cui comunque dedico tutto il tempo non lavorato e la passione di cui sono capace). Infine e soprattutto pur non cedendo alle sirene antipolitiche ho capito sulla mia pelle che avere un lavoro (nel mio caso più d’uno in regime di lavoro autonomo) mi consente di essere “più libera” nell’impegno politico presente e ancora più nelle scelte sul futuro, per definizione incerto. Come tanti mi indigno – perché è surreale – se un parlamentare in carica fruisce ammortizzatori sociali e penso sia paradossale che una misura di sostegno al reddito non preveda nessuna soglia di reddito. Tutto ciò premesso qualcuno – magari anche più lucido e meno incazzato di me – mi spiega perché da lavoratrice (e la politica non è un lavoro per definizione) non avrei dovuto fare richiesta di una misura di sostegno ai lavoratori destinata perché faccio anche politica? Considerato ovviamente che pur lavorando tanto ed essendo componente di un’assemblea elettiva (il che non mi garantisce né un’indennità né banalmente i contributi inps) ho un reddito annuo dignitoso e nulla di più. Mi arrabbio ancor più se penso che nel calderone dei 2.000 probabilmente sarà stato tirato in causa anche qualche sindaco (accomunato ai parlamentari o ai consiglieri regionali dal comune impegno politico ma non dal conto in banca) di un piccolissimo comune con una grandissima responsabilità pubblica e un’indennità di poche centinaia di euro annue».

Intanto non sono ancora noti i nomi dei cinque tra deputati e senatori che hanno chiesto il bonus. Al momento si sa solo la loro collocazione politica: tre della Lega, uno del M5S e uno di Italia Viva.

 

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