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Tortolì, la comparazione fotografica 1990/2019 dei petroglifi del Lido di Orrì

Le incisioni rupestri (dette anche petroglifi o graffiti) sono segni scavati nella roccia con strumenti appuntiti di vario genere, come una punta di roccia più dura a forma di scalpello, utilizzando una tecnica di picchiettatura, guidata o meno da un percussore o una punta metallica  o usando una tecnica di raschiatura a graffio, da cui il nome graffito. Le figure formate in alcuni casi, da una fitta concentrazione di buchi, dette coppelle, si pensa potessero essere ricoperte di sostanze coloranti, in alcuni casi servivano per veicolare il sangue di animali sacrificati, durante riti animistici.

Anche l’Ogliastra vanta i suoi, precisamente quelli che da sempre si possono osservare nel Lido di Orrì, sul litorale tortoliese. 

Nicola Castangia spiega sui social, dalla pagina di ArcheoFoto Sardegna: “Recuperando la poca bibliografia che si trova in rete su questi petroglifi, mi ha stupito una fotografia del 1990 (Archeo System) dove i petroglifi sono ritratti in una condizione costiera totalmente differente da quella che abbiamo trovato noi di recente. Per un attimo ho anche avuto la sensazione che si trattasse di due localizzazioni completamente differenti, ma comparando la fotografia in bianco e nero della pubblicazione con una di quelle della serie che ho scattato, (fortunatamente quasi dallo stesso punto di ripresa) mi sono reso conto che il livello del mare si trova a una quota di circa un metro più in alto rispetto a 30 anni fa e non esiste più un tratto di spiaggia che è stato fotografato nel 1990. Si aggiunga inoltre il fatto che in un’altra pubblicazione (penso della fine degli anni ’80) è scritto che “spesso i petroglifi non sono visibili perchè ricoperti dalla sabbia”. Lo stato attuale è che per arrivare allo scoglio dei petroglifi, oggi invece occorre entrare in acqua e percorrere circa una decina di metri”.

 

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