Questa è la storia di due giovani imprenditori ventottenni, Roberto Littarru e Giuseppe Piroi, che tre anni fa hanno deciso di acquistare la celebre Caffetteria Gelateria Melody di Viale Pirastu, a Tortolì.

Due ragazzi originari di Desulo, con esperienze lavorative in altri settori: Roberto lavorava come manovale nell’ edilizia, e Giuseppe prestava servizio nell’Esercito.«Siamo venuti a conoscenza di questa attività commerciale in vendita a Tortolì – racconta Roberto – così io e Giuseppe, abbiamo deciso di prendere informazioni, e successivamente, iniziare questo percorso imprenditoriale insieme, lasciando le nostre occupazioni e buttandoci in questa nuova avventura».

Un cambio di proprietà, quello del Bar Melody, senza traumi per i clienti abituali, grazie anche all’intelligenza e la passione infusa dai precedenti proprietari, con i quali i giovani desulesi sono diventati amici. Infatti, per circa sei mesi, Luciano Staffa e Anìlia Marongiu – da sempre al timone del Melody – hanno voluto affiancare i nuovi giovani proprietari, prima di lasciare l’attività nelle loro mani.

«Luciano è il nostro “Maestro” avrà sempre la nostra riconoscenza, ci ha guidato nell’apprendere il mestiere, noi non avevamo esperienza nel settore. Nei mesi nei quali è rimasto al nostro fianco, ci ha insegnato tutto, dalla caffetteria alla pasticceria, perché voleva che quello che era stato il suo lavoro per tanti anni, fosse portato avanti con la stessa qualità e professionalità».

Il Bar Melody ha una storia che affonda le radici nel 1986, quando la famiglia di Anìlia Marongiu, inaugurò il locale. In seguito Luciano Staffa, a metà degli anni ’90, esperto di gelateria e pasticceria, venne chiamato a trasmettere le sue competenze nell’attività e sposò Anìlia, con la quale ha portato avanti l’attività fino al 2016.

La produzione artigianale dei prodotti da parte di Roberto e Giuseppe segue le ricette trasmesse loro da Luciano, con una regola ferrea: «Noi otteniamo i nostri dolci – dai gelati, i semifreddi, le torte e le monoporzioni – senza ingredienti preconfezionati o congelati. Partiamo dalle uova e dalla farina, come si faceva un tempo. E utilizziamo solo frutta fresca. Perché per noi la qualità fa la differenza nel gusto».

In Ogliastra si sono trovati subito bene i due desulesi. «Chi lavora con impegno e onestà è sempre apprezzato. Siamo stati fortunati a trovare una clientela educata e rispettosa. Tra l’altro è assai variegata: dal turista estivo, al cacciatore nel periodo venatorio, al giovane all’apertura che rientra da una serata in discoteca».

Nello staff anche due dipendenti: Naomi Marras e Laura Mattana. Quest’ultima lavora al Melody dal 1986 e che rappresenta un altro segno di continuità con la passata gestione. «Per noi è come una mamma» afferma Roberto.

Il giorno di chiusura settimanale, Littarru e Piroi rientrano a Desulo, per acuire la nostalgia dei cari e della montagna e in giornata tornano a Tortolì. I due imprenditori con impegno, dedizione e simpatia, si sono inseriti positivamente nel tessuto economico e sociale tortoliese, con l’auspicio di continuare sulla strada intrapresa, apportando migliorie ma allo stesso tempo preservando i valori che del Melody a Tortolì hanno fatto nel tempo una piccola istituzione in materia di prelibatezze.

Articolo di Francesco Mascia

Il fondatore è stato Quinto Murru che, spinto dai ricordi d’ infanzia, realizzò nel 1973 il “Panificio Murru” ricreando il primo panificio di famiglia aperto alla fine degli anni trenta del 900 dal proprio padre Attilio Murru, messo poi in ginocchio dalla guerra e quindi chiuso.

L’azienda “Pane e Dolce” nasce nel 1998 nella zona industriale di Tortolì su iniziativa, oltre che ancora di Quinto, dei figli Attilio, Andrea e Silvana.

«E dopo vent’anni, con lo stesso impegno e la stessa passione di sempre, si continua ad essere un punto di riferimento per i tortoliesi e non solo – ci racconta Attilio Murru, classe 1961 e imprenditore da sempre- anche grazie alle lavoratrici e ai lavoratori che ci hanno accompagnato e ci accompagnano in questa sfida sin dal primo giorno».

L’avventura inizia poco prima dell’anno 2000, con progetti e propositi innovativi, con un moderno stabilimento che doveva consentire la  produzione di numerose tipologie di pane, per incontrare i gusti dei clienti e la produzione della classica pasticceria sarda oltre che della pasticceria fresca. Si sviluppa contemporaneamente un progetto di apertura di rivendite, anche in franchising, la più importante delle quali ( fra quelle a suo tempo aperte a Cagliari, nella via Vittorio Emanuele a Tortolì e a Santa Maria Navarrese) è quella situata in via Monsignor Virgilio a Tortolì, aperta dal mattino fino a mezzanotte, oggi con servizi di caffetteria, ristorazione, pizzeria, enoteca etc.

Un impegno lungo e costante, proseguito, dopo la morte di Quinto, da Attilio, con buoni risultati, a volte però accompagnati da relative difficoltà. «Un impegno continuo diretto a soddisfare il gusto del consumatore proponendo spesso  nuovi prodotti, sempre nuove modalità  di accoglienza e nuovi servizi» spiega l’imprenditore tortoliese.

«Negli ultimi anni, oltre a dover far fronte alla più grossa crisi economica dal ’29, ci si è dovuti adeguare – continua a raccontarci Attilio Murru – alle nuove abitudini e alle nuove scelte alimentari, davvero molto diverse da quelle di un recente passato. Cambiano le mode del momento, c’ è una significativa concorrenza rappresentata dalla grande distribuzione, sono sempre più diffuse intolleranze e allergie alimentari. Il pane, poi, è visto come un alimento che “fa ingrassare” e si acquistano prodotti alternativi che sono però, nella realtà, ben più calorici e certamente meno genuini. Di fatto, tutto ciò ha comportato una riduzione inimmaginabile nei consumi pro-capite di questo prodotto: si è passati da un consumo medio pro capite che si attestava, fino a pochi decenni fa, intorno ai 220 gr. /giorno  ad un consumo medio intorno ai 70-75 gr. / giorno. Ed infatti – prosegue Murru – non si vedono più i clienti uscire dai panifici, la mattina, con il classico bustone pieno di pane, come avveniva in passato».

«Ma sono sicuro che il pane tornerà ad essere apprezzato – conclude l’imprenditore – come prodotto sano, genuino, buono e insostituibile come effettivamente è! La sfida, dunque continua su fronti diversi ma sempre con la massima attenzione alla qualità dei prodotti  e dei servizi, nel pieno rispetto della volontà del capostipite».