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Focus sull’Associazione Voltalacarta. Parla Loredana Rosa Brau: «Sensibilizzare le persone, questo il nostro compito»

In un momento di difficoltà economica e sociale del nostro Paese, occorre fare un plauso alle Associazioni che hanno assunto un ruolo sempre più importante all’interno della nostra società. Spesso perseguono una missione che contribuisce allo sviluppo e alla coesione sociale, oltre alla crescita e promozione nei territori di una cittadinanza attiva. La crisi economica degli Enti Locali ha portato alla riduzione delle risorse investite nelle politiche di socializzazione e attività culturali, quindi l’azione del mondo dell’associazionismo va apprezzata soprattutto per le risorse umane ed economiche profuse al servizio della comunità.

In Ogliastra un esempio positivo in questo campo è rappresentato dall’Associazione Voltalacarta, costituita alla fine del 2015 a Lanusei da Loredana Rosa Brau e da un gruppo di amici con i quali, oltre ad avere in comune gli stessi interessi, condivide la formazione culturale.

Questa organizzazione, che ha mosso i primi passi nel tessuto comunitario ogliastrino, ben presto, grazie ai tanti eventi messi in piedi e alle iniziative intraprese in difesa dei Diritti Umani, ha persino superato i confini regionali, come una sorta di “Ulisse” moderno, allacciando rapporti e connessioni con importanti realtà nazionali e mondiali, alla ricerca di altre esperienze associative ed individuali, positive, affini.

L’ambizione di Voltalacarta, denominazione “presa in prestito” dalla celebre canzone pacifista del cantautore genovese Fabrizio De Andrè, è quella di riuscire anche nelle piccole realtà, come quella ogliastrina, a sensibilizzare con le attività culturali il più ampio numero di popolazione possibile. L’entusiasmo della Presidente Loredana Rosa Brau, laureata in Lettere Classiche all’Università di Pisa, è il “vento” che riempie le vele di questa associazione. Lei, specializzata in comunicazione e nel linguaggio, avendo conseguito diversi master tra l’Emilia e la Toscana, e avendo totalizzato varie esperienze lavorative in campo culturale nella penisola, lavorando anche all’organizzazione di grandi eventi, è ritornata in Ogliastra una decina di anni fa – con la sua famiglia si era stabilita in tenera età a Lanusei, e lì aveva vissuto fino agli anni liceali (ndr) –.

«Sono ritornata nel 2009 quando mi è stata offerta l’opportunità di insegnare in un corso regionale per migranti richiedenti asilo» racconta la Brau quando si parla di ritorno in Ogliastra. «Contestualmente a questa attività mi occupavo di laboratori dedicati ai figli di migranti, che frequentavano le scuole elementari e medie, in Emilia Romagna. In seguito ho insegnato italiano in un corso a Tortolì, poi sono rimasta definitivamente in Ogliastra, a lavorare presso l’Assessorato della Cultura della Provincia, e mi sono occupata fondamentalmente di eventi culturali. In seguito per le varie vicende che ha coinvolto lo stesso Ente intermedio, e il suo personale, grazie al titolo che ho conseguito in passato di insegnante di italiano per stranieri, ho iniziato a lavorare per vari corsi regionali. Tre anni fa sono stata la prima docente di italiano per stranieri nel Centro di Accoglienza di Cortemalis a Ilbono. Ho collaborato con l’Università di Sassari dove ho tenuto dei corsi per il perfezionamento della Lingua italiana per gli studenti Erasmus. Insegno per la Scuola Pubblica al CPIA Nuoro Tortolì, che ha una sede anche all’Istituto Geometri di Lanusei».

«Un gruppo di amici ed io abbiamo pensato» continua quando si scava indietro per scoprire quando si è affacciata alla mente l’idea di costituire un’associazione che difende i Diritti Umani «che anche in una piccola realtà si possa fare molto per sensibilizzare le persone sui temi che interessano questi Diritti. Siamo giunti alla conclusione che l’associazione Voltalacarta fosse il contenitore idoneo per farlo, attraverso la creazione di eventi culturali. I social network, hanno permesso di far crescere rapidamente la nostra associazione».

Prosegue: «Sicuramente la mia attenzione e propensione per i Diritti Umani è data dal fatto che ho vissuto in un ambiente culturale e multietnico sia gli anni universitari che in quelli della mia permanenza fra Emilia e la Toscana. Inoltre in quegli anni ho partecipato all’organizzazione di tanti eventi culturali. Ho tanti amici originari dell’Africa, arrivati in Italia negli anni Ottanta, che oggi ricoprono ruoli di vertice nelle Università italiane. Inoltre, essendo una docente di italiano per stranieri, sono entrata in contatto con persone che hanno un vissuto e delle storie, che mi hanno ulteriormente suscitato interesse su questi argomenti».

Parlando delle attività dell’associazione specifica: «Sensibilizziamo le persone, andando nelle scuole e incontrando i giovani, promuovendo eventi culturali in tutti la Sardegna. Tra le attività che vorrei sottolineare, c’è la video inchiesta “Voci di un verbo plurale – Insieme si fa la differenza” fatta negli istituti delle scuole superiori tra Lanusei e Tortolì: abbiamo intervistato ventiquattro ragazzi, ponendo loro determinate domande relativa alla discriminazione di genere e alla violenza sulle donne. Questa video inchiesta ha avuto talmente tanto successo da essere stata proiettata nel Dipartimento di Italianistica dell’Università di Città del Messico, oltre a vincere numerosi premi. Siamo stati i primi ad organizzare la proiezione del film Fuocoammare di Rosi, al Cinema di Tortolì. Inoltre abbiamo fatto rete con realtà come Riace, partecipando al Capodanno solidale».

Alla domanda “Cosa le ha trasmesso l’esperienza dell’insegnamento ai migranti?” risponde così: «In questo tipo di insegnamento, diventi un punto di riferimento, raccogli le loro difficili storie, ma ti sorprende la vitalità e la positività che sono riusciti a mantenere. Il tipo di didattica che devo svolgere è funzionale, in quanto devono imparare un italiano per potere gestire anche le più piccole cose».

Conclude parlando di cose da fare in futuro e di temi cari all’associazione: «Lavorare nelle scuole con i più giovani, sulle discriminazioni razziali, di genere, sull’omofobia, e in generale su tutti i Diritti Umani. Credo che partendo dall’educazione delle giovani generazioni si possa fare molto. Anche se sono ottimista, sul futuro».

In futuro riuscirà l’idea di Nausicaa a far riflettere coloro che ragionano ancora come Polifemo, e tutti gli uomini riusciranno a cancellare per sempre gli aspetti negativi della figura complessa di Penelope (intesa come donna che accetta qualsiasi azione fatta dal marito e lo attende paziente, remissiva), per apprezzarne i lati positivi? L’associazione Voltalacarta e la sua Presidente stanno lavorando con impegno perché questo futuro sia sempre più vicino.

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