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Con Zingaretti il Pd cambia anche in Sardegna. Il giovane delegato Federico Porcu: “Il partito torna a sinistra”

Il netto successo di Nicola Zingaretti alle primarie del Partito democratico, che lo ha visto prevalere con più del 70% delle preferenze sugli altri candidati alla carica di segretario del partito, rispettivamente Maurizio Martina e Roberto Giacchetti, determinerà l’elezione di diversi delegati all’assemblea nazionale PD , fra i componenti delle due liste sarde a lui collegate. Per ora dati ancora non ufficiali, parlano di 16/17 delegati, su un totale di 23 eletti, in Sardegna.

Le due liste presentatesi a sostegno dell’attuale Presidente della Regione Lazio, sono: La Sardegna per Zingaretti e Democratici Sardi per Zingaretti. Uno dei delegati che sicuramente farà parte della nuova assemblea PD, sarà il giovane farmacista ogliastrino, Federico Porcu, capolista nel sud Sardegna per Democratici Sardi per Zingaretti. Originario di Villagrande, classe ’89 lavora e vive a Selargius. A lui abbiamo posto alcune domande sulle primarie appena concluse.

Federico Porcu

Perché ha deciso di sostenere la candidatura di Zingaretti alla carica di segretario PD?

Si avvicina alla mia idea politica del partito, perché con la sua figura il PD riacquista quell’identità di sinistra, che è andata perduta negli ultimi anni, quel senso di comunità, di una casa comune ora smarrita.

Che cosa si aspetta dal nuovo segretario del partito?

La capacità di riunire tutte le “anime” del centro-sinistra che appare attualmente frammentata, riuscire a creare un campo di alleanze tale, delle quali il nostro segretario e il partito diventi il fulcro, affinché nasca una coalizione che sia una valida alternativa di Governo, soprattutto per quello attuale del M5S-Lega.

Quali idee hanno portato alla creazione della vostra lista Democratici per Zingaretti?

Sicuramente il fatto che attraverso l’esperienza maturata da molti di noi nelle amministrazioni locali, abbiamo la conoscenza delle difficoltà quotidiane delle persone, e per questo cercando all’interno del partito stesso di placare i dissidi e sanare le divisioni presenti, la nostra idea sarà quella di riavvicinare il partito ai bisogni reali del popolo, concentrandoci su questi. Inoltre abbiamo deciso nella lista di candidare giovani, tra cui molte donne, perché è necessario un ricambio generazionale, e siano necessarie idee innovative, senza dimenticare l’ideale di sinistra.

Che cosa intende, quando lei parla di sinistra?

Per me essere di sinistra significa ritornare a parlare di principi come uguaglianza, temi come il lavoro, l’attenzione verso gli ultimi e coloro che sono emarginati nella società. Si deve ritornare nelle periferie, un partito che prende percentuali irrisorie nei quartieri periferici a Cagliari è un problema grave, significa che abbiamo perso il nostro linguaggio. Dare la possibilità a un ragazzo volenteroso e di talento, di poter raggiungere i massimi traguardi accademici e professionali, anche se arriva da una famiglia povera.

Un’ ultima domanda: una valutazione sul centro-sinistra alle ultime elezioni regionali?

La sconfitta è stata netta, ma credo che si sia seminato per il futuro, si è ritrovata quell’unità che mancava da tempo, a cui grande merito bisogna dare a Massimo Zedda, certo c’è da lavorare sodo per riallacciare i rapporti tra il Partito Democratico, la gente e il territorio isolano. Sicuramente il fatto di essere il primo partito a livello regionale deve essere un punto di partenza. Però sono ottimista per il futuro, e spazio ai giovani.

Roberto Anedda

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