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(VIDEO) Cristian Cocco si racconta: vent’anni di Tv, dal Gabibbo alla fiction. Ajò!

Articolo di Laila Di Naro.

Dietro quel metro e 67 di simpatia e ironia c’è serietà e intransigenza contro le ingiustizie nella sua amata terra, la Sardegna. Si è scoperto attore e cantante anche se specifica: «Sia chiaro, non sono un musicista». E il successo è immediato. Cristian Cocco, classe ’71, oristanese, sotto il segno della vergine, presentatore-comico, inviato di “Striscia la Notizia”, produttore, non smette mai di sorprendere e quello che fa, lo fa bene. Le sue grandi passione sono la famiglia, che porta sempre nel cuore e la sua squadra preferita, il Cagliari.  Noi di Vistanet lo abbiamo raggiunto per sapere di più della sua vita. Ajò, iniziamo.

In una società come quella di oggi, a caccia di specializzazioni, tu sei poliedrico. Ti butti su tutto e non sbagli un colpo. Perché hai la necessità di cambiare?
Non sbaglio un colpo! (ride) Cerco di non sbagliare! Non mi butto su tutto, questo sì, conosco i miei limiti e le mie potenzialità e quindi ci lavoro sopra. Mi piace sperimentare e cercare nuovi stimoli e addirittura riscoprire vecchie passioni come scrivere canzoni: ad esempio lo scorso Natale ho scritto una canzone natalizia interpretandola con il mitico Memo Remigi ed una bravissima talentuosa ragazzina, Laura Aramu. Il brano l’ho voluto donare ad un’associazione di volontariato “Sos villaggi dei bambini”. Ho cantato ma non sono un cantante quindi eseguo brani che sono nelle mie corde. Mi piace trasmettere sensazioni positive alla gente, non sfigurare e non essere ridicolo. Mi piace spaziare e cambiare. Anche nella vita. Sennò mi annoio. In amore mi reinvento ogni giorno e propongo nuove cose a mia moglie e ai miei figli. Insomma, la testa viaggia sempre, non sono fatto per un posto fisso.

Passi dal cabaret alla recitazione mettendoti in gioco. Non hai paura di sbagliare? 
La paura fa parte del lavoro. Non c’ è coraggio se non c’è paura. Prima di salire sul palco o iniziare un lavoro devo rigorosamente stare un’ora da solo per meditare, per ammazzare la tensione. Razionalizzo per raggiungere il mio equilibrio.

Tu in tensione? Ajò, non dirlo…
Già, non sembra ma io sono timido e per ottenere quello che sono sul palco c’è bisogno di molta concentrazione e ho una grande responsabilità: far sorridere le persone, un compito non facile ed è per questo che ci metto tutta la mia anima ed il mio cuore, osservo e ascolto il pubblico: sono soddisfatto dei traguardi raggiunti ma sono sempre proiettato a studiare per migliorare.

Come entri nel mondo della tv? 
Facevo l’imbianchino e lo ricordo sempre con orgoglio e contemporaneamente mi dilettavo a fare il cabarettista. All’inizio esibirmi davanti ad un pubblico è stata dura per via della mia timidezza ma poi grazie ad una maschera immaginaria riesco a entrare nel mio mondo e cerco di trasmettere le stesse mie emozioni, regalo dei sorrisi e concludo le mie performance lasciando spazio alle riflessione. Sono un sognatore, quello che ho sognato l’ho ottenuto perché sono determinato. Volevo la notorietà e in tv sono arrivato per caso. Mi presentai a Mediaset, a Roma, per un provino a La sai l’ultima? condotto da Gigi Sabani e Natalia Estrada. Fui il primo tra 1500 partecipanti. Mi contattò Giovanni Trevisan, con il quale lavoro ancora, e mi presentò a Striscia la notizia, il tiggì satirico. Il 25 dicembre del 2000 fu un bel Natale: il primo servizio con il GabibboNatale.

Sei molto simpatico, lo eri anche da piccolo? 
Sì, ero un  giullare in famiglia e a scuola divertente. Assomiglio a mio papà, che mi ha lasciato da tempo, era una persona energica e positiva, amante della musica, tutti ad Oristano la mia città, quando incontro le persone lo ricordano ancora con affetto.

I tuoi amici sono quelli di ieri?
Assolutamente sì, vecchi compagni di scuola con i quali ci sentiamo ancora e molti gli amici di oggi. Per me l’amicizia è un valore importantissimo.

A L’isola di Pietro (la fiction con Gianni Morandi ambientata a Carloforte, ndr) come sbarchi?
Mi ha contattato il responsabile casting di Lux vide. Il palco e il set sono metodi diversi. Pensavo non fossi andato bene al provino. Invece il regista Luca Bernabei mi ha voluto. Una grande emozione.

Ti sarebbe piaciuto fare il poliziotto (Cocco nella fiction interpreta un agente)?
No. Non è il mio mondo anche se ho riconoscenza verso chi fa questo difficile lavoro e stimo le forze dell’ordine.

In tv da 20 anni. Rivedendoti ti piaci?
Certo. Mi piace regalare sorrisi in teatro e nella tv che faccio, con impegno e raziocinio. Arrivarci non è facile, ed è altrettanto difficile restarci. Per fare un esempio, calcisticamente parlando, mi reputo un calciatore con la mentalità giusta per riuscire a giocare a livelli alti e per farlo non basta essere bravo ma devi impegnarti e soprattutto ascoltare. Insomma bisogna conoscere i moduli giusti per fare i goal.

Amavo i campi sportivi, giocavo nella squadra della mia città, la Tharros ottenendo buoni risultati nel settore giovanile. Ma per il fisico ho dovuto mollare. Non che non fossi all’altezza. Non avevo l’altezza!! Troppo basso (ride).

Cosa cambieresti di te? 
Se avessi la bacchetta magica, l’altezza. Per il resto sono fiero di quello che sono.

Cosa non ti piace in generale?
La cattiveria, l’invidia, i pettegolezzi, le critiche, gli accanimenti, sminuire le persone, il malessere che sento. Oggi accade tutto questo all’ennesima potenza soprattutto sui social. Io li uso con leggerezza, per trasmettere energia positiva, per ritrovare e fare nuove amicizie. Sono un creativo e non ho tempo di gettare veleno sugli altri. Mi concentro per le mie conquiste.

Ora sei anche produttore di Aiò Produzioni. Oggi una scelta azzardata. Cosa stai preparando?
Ho sempre organizzato manifestazioni ed eventi. Ora con la mia direttrice artistica milanese, Debora Scalzo, stiamo preparando “Quello che le donne…dicono”, un’opera teatrale. Regalerò ai miei cari sardi questa bella esperienza partendo dalla Sardegna per poi dare inizio al tour con la prima tappa che sarà a Catania, a maggio. Il resto è top secret per scaramanzia. Ma in pentola ci sono tante novità.

Hai scritto pure un libro “Semplicità = felicità”. Tu da uno a zero quanto sei semplice e felice?
Il testo raccoglie le mie riflessioni, ma non voglio insegnare nulla a nessuno. E’ un diario di bordo sulla mia vita. Credo che dietro ogni maschera di un personaggio noto ci sia la debolezza e la fragilità di un semplice uomo. Bisogna saperci convivere e e accettare la vita con positività. Anche nelle piccole cose. Per questo vivo la vita in modo semplice per cercare la serenità ed essere felice.

Felice anche quando hai perso trenta chili?
Felicissimo anche in quel frangente. Mi ha aiutato anche a superare alcuni miei limiti.

Ti aspettavi tutto questo successo? 
Assolutamente sì. L’ho voluto e non nascondo che non mi basta. Voglio di più. Non sono presuntuoso ma realista. E quel di più lo conquisterò. Senza scendere a compromessi con nessuno. Tutto quello che ho ottenuto non me lo ha regalato nessuno. Ho preso perché ho dato! In un mondo dove oggi più che mai contano i numeri io sono un numero che deve portare numeri. Considerazione fredda ma obbligatoria: i sentimenti bisogna dedicargli a chi li riconosce altrimenti sono sprecati.

Sei religioso?  
Ho una mia filosofia di vita che non saprei come identificare. Sono cresciuto come cattolico, i miei figli sono battezzati. Ma adoro leggere e capire anche le altre religioni, per conoscere.

Sui social posti foto fantastiche della tua famiglia. Che marito e che papà sei?
Dovresti chiederlo a loro. Amo tutti della mia bellissima famiglia allargata. Dal primo matrimonio ho avuto due figlie, Maura e Miriam. Dal secondo è nato Mathias. Andiamo tutti amorevolmente d’accordo nella nostra “special family”. Ma credo di essere un buon marito e un bravo papà.

L’amore ha differenze? 
La felicità dell’essere è la cosa più bella della vita. L’amore ha mille sfaccettature, non ha esclusiva. Una delle mie figlie è gay e vederla felice con la sua fidanzata mi fa star bene. Per noi è normale, amare è un sentimento normale e noi, nella nostra special family amiamo amare. Tanti auguri BUONA VITA A TUTTI!

E io lo auguro a te: Cristian, buona vita a te e alla tua famiglia, ajò!