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La parola all’Agenzia Forestas: tutto ciò che bisogna sapere sull’Erba Gatta (Camedrio)

“Il Camedrio (Teucrium marum) è presente solo in Sardegna, Corsica, isole dell’Arcipelago Toscano, Isole Hyères (o isole d’Oro, sulla costa provenzale-marsigliese) ed in alcune località della Dalmazia. Presenza segnalata anche nelle Baleari” si legge scritto sul profilo social dell’Agenzia Forestas.

“Piccolo arbusto sempreverde, alto fino a 50 cm, fusto legnoso e cespuglioso, rami sottili peloso-biancastri. Una pianta dal forte odore caratteristico, in passato utilizzata come stimolante e come cicatrizzante.
Foglie molto odorose con picciolo di 1-2 mm, verdi e glabre. Fiori color rosa-violaceo, leggermente più grandi delle foglie. Fiorisce tra aprile e maggio, a seconda della località. Predilige terreni calcarei, e vegeta dal livello del mare fino ai 1000 metri di altitudine su terreni rocciosi e rupi. Da questa pianta si ottiene un miele prelibato, prodotto di nicchia, che tradizionalmente viene raccolto in Ogliastra: nel 2012 il miele di Teucrium prodotto dal nostro complesso forestale del Supramonte Ogliastrino (Urzulei, Baunei) ha ottenuto l’attestato di qualità al concorso della XXXVI Mostra Mercato Internazionale di Montalcino.

Condivide il nome comune di “erba dei gatti” o “erba gatta” o “erba gattaria” con la più diffusa Nepeta cataria e con la Valeriana officinalis: il nome è dovuto all’attrazione che suscita nei felini…pare che i gatti che ne annusano l’odore inizino a fare le fusa, perché l’erba gatta contiene una molecola con effetto simile ai feromoni felini, e questo provoca in loro una certa attrazione…”

E poi, un quesito riguardante il nome: “IN SARDO la chiamiamo così: Issopo, Erva pùtita, Erba de arrefrìus, Manteddàda, Iscùla padèdas, Archemissa, Mammulèu, Brunedda… CONOSCETE ALTRI NOMI?”

(Info e foto: profilo social dell’Agenzia Forestas: in primo piano un cespuglio di Camedrio, o erba gatta (Teucrium marum), fotografato all’Asinara in piena fioritura, e sullo sfondo un arbusto di Lentisco (Pistacia lentiscus) costretto ad assumere aspetto pulvinato a causa dei forti venti che soffiano dal mare).

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