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Vertenza Forestas, ieri incontro a Roma con il Ministro Stefani. Sadirs: «Positivamente sorpresi»

Una delegazione della segreteria regionale SADiRS Forestas, interamente costituita da lavoratori dell’Agenzia (operai, impiegati e funzionari), si è recata ieri a Roma dall’avvocato Erika Stefani, Ministro per gli Affari Regionali, a seguito della richiesta inoltrata dalla segreteria regionale il 12 febbraio.

“Siamo rimasti positivamente sorpresi per la disponibilità e la cortesia con la quale siamo stati ricevuti ed ascoltati per oltre un’ora di colloquio dedicato ai lavoratori della nostra Agenzia, durante cui abbiamo potuto illustrare il “dossier Forestas ” che peraltro era già ben noto al Ministero, a seguito dell’impugnazione della L.R. 43/2018 – cui è seguita la legge n.6 del 11 febbraio 2019 che ha apportato i dovuti correttivi per ricondurre, finalmente, la gestione della nostra Agenzia regionale allineandola a quella di tutte le altre agenzie, agricole e non, del Sistema Regione” hanno scritto in un comunicato.

Abbiamo spiegato con dati, normative, numeri alla mano, perché e come dopo quasi tre anni di lotte sindacali e di approfondite analisi presso la I commissione del Consiglio Regionale (non a caso denominata “ Autonomia e ordinamento regionale” ) la Regione Sarda abbia ritenuto, con decisione unanime, di risolvere una situazione ingovernata e disastrosa per il personale dell’agenzia, dopo oltre vent’anni di (in)applicazione di un contratto privato stipulato tra cooperative forestali e parti datoriali private , con previdenza privata, inadeguata ad una pubblica amministrazione come la nostra. Abbiamo illustrato, dati alla mano, la situazione da “spezzatino contrattuale” che – regione per regione – vede la forestazione pubblica gestita con contratti diversi e soluzioni basate sia su contratti regionali di natura pubblicistica , sia su soluzioni “miste” in cui il tuttavia CCNL dell’agro-industria non risulta affatto applicabile nella parte normativa. Abbiamo illustrato come e perché la soluzione migliore e peraltro ben accetta da tutti i lavoratori, sia il CCRL della Regione Sardegna, già pacificamente utilizzato anche per le altre Agenzie Agricole e per gli operai degli ex-consorzi ortofrutticoli, la soluzione più coerente con l’assetto del c.d. Sistema Regione. Abbiamo, inoltre, portato a conoscenza del Ministro la sentenza della Corte costituzionale del 2019 che dichiara la illegittimità di una norma che intendeva applicare un contratto privato nel settore pubblico. Abbiamo descritto come, proprio a seguito della inapplicabilità del CCNL, per consentire lo svolgimento delle proprie attività, l’Amministrazione regionale sarda sia stata costretta ad attribuire “ mansioni superiori ” senza soluzione di continuità ai propri lavoratori, con conseguenze disastrose sia per le nostre professionalità, sia per l’ indagine della procura della Corte dei Conti”.

Ma non solo, aggiungono: “Abbiamo illustrato come la legge approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale permetta non solo all’amministrazione di avere uno strumento più agevole per la gestione delle proprie attività e del proprio personale ma anche ai lavoratori di avere uno strumento contrattuale interamente applicabile. Il 17 gennaio scorso, il Consiglio dei ministri aveva però deciso di impugnare la legge regionale n. 43 per la violazione dell’art. 117 della costituzione, questioni ora superate con i correttivi apportati dalla L.R. n.6: null’altro ha fatto il Consiglio regionale se non estendere al proprio personale Forestas il sistema dei diritti e dei doveri già previsto per tutto il comparto regionale, in coerenza con la Legge 24 del 2014 e la Legge 31 del 1998. Ora il problema pare solo legato alla gestione delle finanze di casse previdenziali private, come ENPAIA e Previdenza Cooperativa , nei cui CdA peraltro siedono quelle sigle sindacali dell’agro-industria che, curiosamente, con una richiesta speculare giunta dopo la nostra, avevano richiesto ed ottenuto un incontro presso lo stesso Ministero (sono stati ricevuti, infatti, subito dopo la nostra delegazione)”.

“Attendiamo fiduciosi il ritiro dell’impugnativa da parte del Governo,” terminano “nel rispetto delle scelte politiche assunte dal Consiglio Regionale all’unanimità, per l’autonomia conferita dallo Statuto e posto che le questioni di illegittimità costituzionale sono ampiamente superate grazie all’intervento correttivo introdotto dalla LR 6 del 2019”.

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