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Regionali 2019: intervista ai candidati ogliastrini. Parla Giorgio Todde (Solinas Presidente)

Domenica 24 febbraio i cittadini sardi saranno chiamati ad eleggere il Presidente della regione e il Consiglio regionale. La Sardegna è una delle sei regioni italiane che in questo 2019 sarà chiamata alle urne, insieme insieme ad Abruzzo, Calabria, Piemonte, Emilia Romagna e Basilicata. In Ogliastra, da settimane, la campagna elettorale si è fatta infuocata. Noi di Vistanet cercheremo di dare spazio ai candidati ogliastrini di tutte le coalizioni, sottoponendo loro la medesima griglia di domande.

Oggi ci confrontiamo con il 35enne di Girasole Giorgio Todde, candidato con la Lega per Solinas Presidente.

 

Partiamo dalla sua decisione di candidarsi. Cosa l’ha convinta a mettersi in gioco e a pensare di mettersi al servizio della comunità?

Senza ombra di dubbio, il senso civico. Non è la prima volta che scendo in campo, in una competizione elettorale, ho sempre pensato che la politica e il volontariato siano la parte nobile della società e che tutti dobbiamo metterci a disposizione della collettività.

 

Che valore aggiunto pensa di poter dare, nel caso in cui dovesse essere eletto consigliere, alla qualità della vita degli ogliastrini?

Sicuramente il valore aggiunto di fare parte di un gruppo di persone che credono nella politica attiva; rappresentare un gruppo convinto e fare politica significa stare a contatto con i cittadini, soprattutto i più bisognosi. Questa è la politica che vorrei. Spesso invece, purtroppo, come è accaduto nel nostro territorio una volta eletti, ci si dimentica degli elettori, per far parte di un élite di intoccabili. Questa è la politica che non voglio.

Migliorare la qualità di vita dei cittadini dell’Ogliastra non sarà certo una cosa semplice, ma se partiamo dal recupero dei rapporti umani, dalla capacità di dialogo e di ascolto, insieme possiamo fare tanto.

 

Sono una spina nel fianco dell’Isola. Solo in Ogliastra abbiamo: un aeroporto chiuso dal 2011, che nei tempi d’oro ha fatto atterrare oltre 50mila persone in Ogliastra. Poi un porto, quello di Arbatax, che vede attraccare sempre meno navi e poi una strada, la nuova 125 Orientale Sarda, che ancora non è compiuta nonostante l’inaugurazione di un primo tratto nel lontano 2002. Quali soluzioni per l’Ogliastra?

Voglio rispondere con uno slogan che appartiene al mio partito #DalleParoleAiFatti.

Le problematiche da lei citate, aeroporto, porto, viabilità, ma parlerei anche di “Trenino Verde”, hanno una stessa concausa che gli accomuna, ovvero, la mancanza di programmazione e messa a sistema.

L’errore che la politica ha fatto fino ad ora, nella realizzazione di qualsiasi infrastruttura, è quello di non programmarne il futuro per le stesse e di non avere la capacità di incidere sui tempi biblici della burocrazia. Altro errore storico è pensare che i territori più periferici possano avere le infrastrutture dopo i poli urbani, perché “tanto” in periferia vive poca gente. L’Ogliastra è sempre stata terra di “nessuno”, se c’erano tagli da fare, il primo a pagarne le conseguenze, è stato il nostro territorio.

Tutt’oggi, le maggiori infrastrutture viarie che ci interessano, sono incompiute, dalla SS 125, alla SS 389, alla SP 27, alla trasversale Sarda, gli stessi porto e aeroporto, ferrovia, etc…

Bene, col mio partito, la Lega, programmeremo il futuro della nostra Ogliastra all’interno di un sistema di trasporti e infrastrutture regionali, per quanto riguarda la viabilità stradale. Mentre le altre infrastrutture della mobilità, porto, aeroporto, “Trenino Verde” verranno inserite in un sistema nazionale ed internazionale.

Per quanto riguarda la continuità territoriale da e per l’isola, resta inteso che non può essere chiamata continuità territoriale, se gli incentivi sui trasporti non abbracceranno tutte le categorie di viaggiatori, a prescindere che siano residenti o meno, e se non si prenderà in considerazione una volta per tutte la continuità territoriale delle merci. La vera continuità territoriale è quella dove chiunque possa andare o partire in/dalla Sardegna, con gli stessi prezzi di tutta Italia.

E allora noi della Lega vogliamo lanciare un messaggio chiaro e forte contro lo scenario dello spopolamento delle zone periferiche dell’isola e specialmente delle zone interne. A chi ha realizzato politiche catastrofiche come la riforma sanitaria ed ospedaliera, a chi ha deciso di mettere in discussione la storia centenaria di allevatori di suini e di ovini, a chi ha permesso che le strade non si realizzassero, guarda caso, sempre e solo nelle zone periferiche, a chi ha permesso che il gap infrastrutturale ogliastrino sia incredibilmente penalizzante per le nostre imprese e per le nostre genti, diciamo che è la politica che ha marginalizzato l’Ogliastra e che solo attraverso la scelta politica di credere nei territori più svantaggiati e di vedere in essi il vero possibile volano di sviluppo per l’economia isolana si può arginare lo spopolamento.

Scommettere sull’Ogliastra significa, dal punto di vista urbanistico, dotare la Sardegna di un testo unico sull’urbanistica che sia adeguato alle attuali esigenze e che sia paesaggisticamente sostenibile. Un testo unico che dia certezze e attragga investitori, nel rispetto dell’ambiente.

Scommettere sulle zone interne e periferiche significa poter avere collegamenti tra i nostri centri abitati più fluidi e sicuri. Scommettere sull’Ogliastra significa sbloccare immediatamente i fondi per terminare le infrastrutture iniziate, in modo da sentirsi un po’ meno cittadini di serie B. Significa rilanciare, attraverso il partenariato pubblico e privato, lo scalo portuario di Arbatax e l’aeroporto, in modo da renderli appetibili al fiorente mercato turistico. Scommettere sull’Ogliastra significa investire in sanità.

 

Giustamente quella della mancanza di lavoro è una priorità assoluta da affrontare: è da qui che si prendono le misure di una vera democrazia. Qual è la sua ricetta per combattere la precarietà, il ricatto del bisogno?

Una delle cose più tristi, che sto riscontrando durante questa tornata elettorale, è quella di sentire tantissime persone che non ne vogliono sentire di andare a votare. Questo significa, che è venuto a mancare il senso di appartenenza al ruolo politico fondamentale di CITTADINO ITALIANO.

Solo per ricordare su che cosa si basa la nostra costituzione vorrei citarne il primo articolo: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»

Appunto, se un cittadino non vuole andare a votare, vuol dire che non si sente sovrano, non sente di appartenere a una repubblica democratica, si sente “ultimo” e non “primo”.

Bene, per avere lavoro stabile e ridare dignità ai nostri cittadini che si sentono “ultimi”, col nostro partito, intendiamo mettere a sistema i nostri insediamenti artigianali ed industriali, collegandoli tra loro sia fisicamente che fiscalmente, incentivando le aziende ad insediarsi nei nostri centri, attraverso fiscalità di vantaggio e quant’altro possa abbattere i costi di spostamento e delocalizzazione.

Faremo in modo che la formazione professionale dei nostri giovani sia dedicata ad una effettiva richiesta del mercato, affinché possano trovare subito lavoro e riavere dignità di cittadini e senso di appartenenza allo Stato Italiano.

Il Poligono di Perdasdefogu dovrà essere rilanciato nel rispetto dell’ambiente e delle popolazioni locali. Bisognerà investire sulle tecnologie e non sugli armamenti. Un esempio per tutti è la sperimentazione di droni militari. Sarà un centro militarizzato di eccellenza che utilizzerà le maestranze locali anche attraverso la formazione professionale, già presente nella cittadina di Perdasdefogu.

 

L’organizzazione della sanità rappresenta una sfida fondamentale per il Governo della Regione. Cosa pensa della riforma sanitaria? Quali azioni intende compiere nello specifico rispetto alla situazione del nosocomio lanuseino?

Da diversi anni, grazie a scelte spregiudicate del “centro sinistra” che oggi è al governo della nostra regione, la sanità ogliastrina è sempre più distante dalle reali esigenze dei cittadini più deboli e di quei centri abitati geograficamente più distanti dai presidi sanitari di Lanusei, Tortolì e Jerzu. La stessa elisuperficie di Lanusei, abilitata al volo notturno e geograficamente centrale rispetto a tutta l’isola è tutt’oggi sottoutilizzata. I presidi medici di base comunali e di Guardia Medica, sono a dir poco inadeguati, sia per le condizioni inagibili dei locali che per il servizio stesso erogato, spesso totalmente assente.

Le nostre proposte come Lega, sono quelle di restituire una ASL all’Ogliastra, autonoma e dotata di risorse economiche e professionalità, per venire incontro e dare voce a quei territori e cittadini più disagiati e bisognosi. Vogliamo assicurare il servizio sanitario ai centri abitati più distanti dai presidi ogliastrini e potenziare l’elisuperficie di Lanusei all’interno dello scenario regionale. Assicureremo presidi medici di base comunali e di Guardia Medica e adegueremo immediatamente gli edifici, rendendoli agibili e sorvegliati da guardie giurate, anche di giorno.

Fa riflettere, e purtroppo in negativo, che gli autori dello sfascio in ambito sanitario si ripropongano in queste elezioni come lupi travestiti da agnelli. (Riferimento a ZEDDA, Pigliaru-bis, che candida Arru.)

 

Quali sono, a suo avviso, le altre emergenze da fronteggiare subito per quanto riguarda l’Ogliastra?

Una piaga, che influenza gli investimenti in Ogliastra e in gran parte della Sardegna, è sicuramente, come già detto, lo spopolamento, dovuto ad un contesto e periodo storico che vede la nostra società in forte crisi, specialmente per scelte politiche disastrose.

Dal punto di vista antropologico, dobbiamo restituire fiducia ai nostri ragazzi, affinché studino e possano mettere in pratica, nei nostri territori, le loro capacità e conoscenze acquisite magari in un percorso di crescita internazionale. Bisogna ridare loro fiducia, affinché possano metter su famiglia, nascano bambini e si ripopolino i nostri paesi e le nostre scuole. Dobbiamo ridare fiducia alla nostra società attraverso i nostri giovani.

 

Permettere ai nostri giovani di farsi le ossa nella nostra Isola e di poterci restare per costruire qui un futuro sembra una delle maggiori sfide che la Regione dovrà affrontare. Come pensa di riuscirci?

Come ho detto prima, abbiamo necessità di formare professionisti in tutti i campi. Ma i giovani possono farsi le ossa dentro e fuori dall’isola. Devono però avere la possibilità di poter poi scegliere la loro terra come ambito di lavoro, cosa oggi molto poco fattibile se non impossibile.

La politica deve contribuire in modo significativo a creare le condizioni affinché si possano sviluppare processi economici in grado di generare lavoro.

Una possibile occasione di sviluppo e quindi di creazione di lavoro per i nostri giovani può essere identificata nel settore agroalimentare nelle differenti mansioni e specializzazioni. La Sardegna importa ancora più dell’80% dei prodotti agroalimentari che consuma, la giunta regionale di Pigliaru, incapace, non ha mosso un dito per invertire la tendenza. Il settore dell’agroalimentare è ostacolato dalla troppa burocrazia e dalla concorrenza sproporzionata delle multinazionali. Non esiste un marchio e una azione di marketing che sappia promuovere il nostro territorio attraverso la qualità dei nostri prodotti. Poco si è fatto per valorizzare i prodotti IGP e DOP. L’allevamento all’aperto del suino allo stato brado, radicato nella nostra cultura e tramandato da secoli, oggi è represso a causa di politiche superficiali del centro sinistra e poco attente alle peculiarità del territorio. Basti pensare, come ulteriore esempio, alla forte crisi del comparto ovino ed al prezzo del latte.

Noi della Lega, una volta eletti al governo della Sardegna, attiveremo un piano per il settore dell’agroalimentare, del comparto agricolo e zootecnico, che attraverso azioni di semplificazione invoglino gli operatori a sviluppare politiche di filiera ed aggregazione, dalla produzione alla trasformazione e vendita dei prodotti. Valorizzare il nostro saper fare, le nostre tradizioni in un’ottica di innovazione e modernità aziendale investendo sui nostri giovani e sulle loro capacità. Verrà incentivato il consumo dei nostri prodotti nelle nostre mense pubbliche e private, nel settore alberghiero-ristorativo e nelle nostre famiglie. Così come sarà incentivata la sinergia tra le stesse aziende del comparto e gli enti pubblici, RAS in primis, per orientare la strategia di promozione e crescita per i prossimi anni al fine di renderla più vicina alle imprese e di supportarle sempre più verso il corretto orientamento al mercato, locale ed internazionale.

Altro possibile ambito di creazione di sviluppo e di lavoro è la realtà FORESTAS, un patrimonio di persone, territorio e professionalità inestimabile che ha preservato con “spirito sardo”, tutto il territorio, la flora e la fauna regionale. Oggi FORESTAS è trascurata, e come tante altre realtà regionali, non ha un progetto futuristico per rilanciare un’azienda regionale che tutti ci invidiano. Sarà una nostra ulteriore sfida, quella di investire in modo manageriale su FORESAS, facendola diventare una realtà produttiva, sviluppando altra occupazione specializzata a tutela del nostro patrimonio più importante, l’ambiente.

Vi è poi l’importantissimo ambito turistico…

Gli operatori turistici, Regione, Provincia, Comuni, GAL, GAC ect…, sono quasi totalmente sconnessi tra di loro. Manca un prodotto turistico col marchio Ogliastra, ma anche Sardegna. Vi è pochissima sintonia tra l’offerta turistica delle zone costiere e quella delle zone interne. Solo oggi, in campagna elettorale, il governo regionale di centro sinistra, continua a fare promesse, già fatte e mai mantenute, per rilanciare il “Trenino Verde”, continuità territoriale, ecc. La nostra terra è classificata a livello mondiale come “la terra dei centenari”, ma di fatto non ci sono azioni che sostengano questa peculiarità e che la mettano in rete tra le altre “Blu Zone” del mondo. Pensate quante cose ci sono da fare, quanti benefici possono ridare speranza al nostro territorio, a chi ha perso un lavoro, ai nostri giovani.

Serve rafforzare il settore turistico con azioni che incentivino la sinergia tra i diversi protagonisti, pubblici e privati, col fine di rilanciare turisticamente il nostro territorio. Da subito si dovrà lavorare alla creazione di un prodotto turistico col marchio “Ogliastra e Sardegna” che metta in connessione l’offerta turistica delle zone costiere con le zone interne e promuova le nostre offerte e i nostri prodotti a livello internazionale. Il “Trenino Verde”, non sarà più una promessa elettorale fatta di accordi fasulli dell’ultimo momento, ma un’azione concreta con il territorio protagonista, per rilanciare l’Ogliastra, attraverso un segmento di mercato, invidiato in tutto il mondo.

La “terra dei centenari” farà parte di un progetto, in collaborazione con i rispettivi Ministeri, che promuoverà il nostro territorio, dal punto di vista enogastronomico, turistico e scientifico, a livello internazionale, mettendolo in rete con le altre “Blu Zone”.

 

Le donne devono entrare a pieno titolo nell’economia e nelle istituzioni, per ragioni di giustizia, di equità sociale, ma soprattutto per garantire un reale sviluppo alla Sardegna. Quali sono le azioni che intende portare avanti per sostenerle?

Nei nostri programmi, parlare delle donne in modo distinto e staccato dalle altre argomentazioni, sarebbe discriminante per la donna stessa. La donna, in Sardegna, è il punto cardine della nostra società, non da oggi ma dal neolitico. Nonostante ciò, spesso si sentono casi di discriminazione e peggio ancora di violenza sulle donne che nella nostra società sono inaccettabili.

I centri per l’impiego dovranno essere specializzati in tema di conciliazione, tra vita lavorativa e vita familiare, che risulta di importanza decisiva per creare le condizioni più favorevoli alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Saranno incentivati i contributi per garantire la conciliazione tra l’attività di mamma e lavoratrice, quali la rete per asili nido, anche aziendali, baby parking, il telelavoro, ect…

Di fondamentale importanza sono i centri antiviolenza, già presenti in Ogliastra, a Lanusei e Tortolì, che dovranno essere rinforzati e dotati di personale stabile e specializzato anche sulla discriminazione aziendale delle donne.

Infatti la prevenzione della violenza non deve essere riferita esclusivamente al campo fisico ed affettivo-familiare, ma anche a quello lavorativo.

A livello normativo sarà creata una particolare sinergia tra l’ispettorato del lavoro, i centri per l’impiego, i servizi sociali e i centri antiviolenza, affinché le ispezioni sui luoghi di lavoro, non si limitino al controllo sulla sicurezza e regolarità delle posizioni contrattuali, ma anche per far emergere eventuali trattamenti discriminatori, spesso non denunciati dalle lavoratrici, per paura di essere penalizzate o licenziate.

 

Parliamo di fasi attuative. Nessun programma chiaramente può realizzare contemporaneamente ogni sua parte e ci si deve dare delle priorità di intervento. Quali saranno?

Come ho anticipato, sono tutti argomenti con problematiche e soluzioni concatenate tra loro. Posso promettere senz’altro che si lavorerà, da subito, assiduamente e non ci sarà una cosa e poi un’altra, ma tante azioni da portare avanti contemporaneamente per ridare dignità e certezza, lavoro e una sanità adeguata ai miei concittadini ogliastrini. Ma se devo dare comunque una priorità… credo che creare le condizioni per sviluppare il lavoro per i nostri giovani sia la precondizione per pensare a una Sardegna che cresce e che guarda al futuro con un nuovo ottimismo.

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