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Regionali 2019: le interviste ai candidati ogliastrini. Parla Piero Cannas (Solinas Presidente)

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Domenica 24 febbraio i cittadini sardi saranno chiamati ad eleggere il Presidente della regione e il Consiglio regionale. La Sardegna è una delle sei regioni italiane che in questo 2019 sarà chiamata alle urne, insieme insieme ad Abruzzo, Calabria, Piemonte, Emilia Romagna e Basilicata. In Ogliastra, da settimane, la campagna elettorale si è fatta infuocata. Noi di Vistanet cercheremo di dare spazio ai candidati ogliastrini di tutte le coalizioni, sottoponendo loro la medesima griglia di domande.

Oggi ci confrontiamo con il 58enne di Villagrande e residente a Tortolì Piero Giovanni Cannas noto Pierino, che lavora come funzionario del Ministero delle Economie e delle Finanze.

Partiamo dalla sua decisione di candidarsi. Cosa l’ha convinta a mettersi in gioco e a pensare di mettersi al servizio della comunità? Che valore aggiunto pensa di poter dare, nel caso in cui dovesse essere eletto consigliere, alla qualità della vita degli ogliastrini?

Questa prima domanda corrisponde al primo punto del mio progetto politico.

Sono convinto che nell’era dei social network e delle piazze virtuali, ci sia estremo bisogno di rimettere al centro della vita sociale il rapporto umano tra persone.

Chi mi conosce sa che nella mia vita politica e lavorativa ho sempre avuto come prerogativa il rapporto umano e la disponibilità verso il prossimo. Per questo ho deciso di mettere al primo posto lo spirito di servizio verso la mia terra. Tra i valori aggiunti che posso dare all’Ogliastra il primo è certamente la capacità di ascolto e lo spirito di servizio.

 

Trasporti e infrastrutture: sono una spina nel fianco dell’Isola. Solo solo in Ogliastra abbiamo: un aeroporto chiuso dal 2011, che nei tempi d’oro ha fatto atterrare oltre 50mila persone in Ogliastra. Poi un porto, quello di Arbatax, che vede attraccare sempre meno navi e poi una strada, la nuova 125 Orientale Sarda che ancora non è compiuta nonostante l’inaugurazione di un primo tratto nel lontano 2002. Quali soluzioni per l’Ogliastra?

Il gap infrastrutturale e una delle problematiche che penalizzano i flussi turistici diretti verso le coste ogliastrine. Grandi risorse paesaggistiche, ambientali e archeologiche ma difficili e costose da raggiungere, tant’è che molti turisti preferiscono risparmiarsi i trasferimenti interni verso l’Ogliastra e fermarsi direttamente nelle località di mare vicine ai porti e agli aeroporti situati nei pressi di Cagliari, Olbia e Alghero.

Stesso discorso va fatto per il turismo dei paesi interni, che con l’ausilio di voli low-cost, vedrebbero il proprio patrimonio edilizio, le produzioni agroalimentari e i sistemi ricettivi aumentare esponenzialmente il proprio volume d’affari.

La soluzione sarebbe un “Piano Marshall per l’Ogliastra”, fatto di investimenti importanti e lungimiranti che consentirebbero innanzitutto di colmare il divario infrastrutturale con il resto dell’isola consentendoci di avvicinarci agli standard nazionali, aumentando l’appetibilità dei nostri territori agli occhi dei turisti e degli imprenditori.

 

Quella della mancanza di lavoro è una priorità assoluta da affrontare: è da qui che si prendono le misure di una vera democrazia. Qual è la sua ricetta per combattere la precarietà, il ricatto del bisogno?

Dire che è la mia ricetta sarebbe ipocrita, perché una problematica così importante non si può pensare di affrontarla come singolo Consigliere Regionale. La mia ricetta è quella del mio Candidato presidente Christian Solinas e dell’intera coalizione di centro destra.

Vogliamo restituire alla famiglia un ruolo di primo piano e l’attenzione e la dignità che merita, aiutare la vita e la formazione del nucleo familiare attraverso misure di sostegno alla natalità, contributi per gli studi dei figli e per l’acquisto della prima casa, interventi a favore degli asili nido e abbattimento delle tariffe.

Nel patto per la famiglia rientrano anche gli interventi legati alla riduzione della disoccupazione giovanile. Politiche legate alla iniziale decontribuzione e riconoscimenti fiscali per le imprese che assumono giovani nelle proprie aziende. Interventi importanti questi, che consentirebbero di ridurre l’emigrazione giovanile avendo importanti riflessi utili a tamponare lo spopolamento delle nostre comunità.

 

L’organizzazione della sanità rappresenta una sfida fondamentale per il Governo della Regione. Cosa pensa della riforma sanitaria? Quali azioni intende compiere nello specifico rispetto alla situazione del nosocomio lanuseino?

Purtroppo negli ultimi 5 anni abbiamo dovuto assistere allo smembramento del Servizio Sanitario Regionale. La Giunta uscente di centro sinistra, ha progressivamente depotenziato le strutture ospedaliere periferiche, come quella di Lanusei con lo scopo di accentrare i servizi negli ospedali delle grandi città.

Gli Ogliastrini, dovranno avere la stessa possibilità e dignità nel curarsi che hanno i cittadini nelle altre parti d’Italia. Per poter arrivare a questo non possiamo accettare che vengano parametrati allo stesso modo territori come il nostro e il Nord Italia, per questo, come futuro governo regionale, siamo pronti a contrattare con lo Stato Centrale nuovi criteri di dimensionamento delle strutture ospedaliere.

Considerato che la Sardegna si paga da sé la sanità, ha diritto di strutturare la rete ospedaliera e l’assetto del sistema sanitario in base a criteri stabiliti in Sardegna e secondo le esigenze e le caratteristiche dei singoli territori.

 

Quali sono, a suo avviso, le altre emergenze da fronteggiare subito per quanto riguarda l’Ogliastra?

I problemi sono tanti e in diversi settori, tra i principali posso citare:

La vita sociale e la disabilità. E’ fondamentale riposizionare l’individuo al centro dell’attenzione politica attraverso Programmi Sociali di inclusione e sostegno all’individuo svantaggiato e in difficoltà.

Dobbiamo uscire, anche qui, dalla logica dei numeri per ritrovare la centralità che anziani e malati hanno sempre avuto nelle nostre famiglie e nella comunità.

Un impegno particolare sarà rivolto alla valorizzazione della lingua, della cultura e delle tradizioni della Sardegna, non per improbabili ritorni al passato  o per sterili operazioni nostalgiche ma perché rafforzando l’identità sarda troviamo le forze per cambiare la Sardegna.

Istruzione. La buona Cultura parte dalla scuola, ed in questo settore bisogna ripartire dai fondamentali: come per la sanità anche nel campo dell’istruzione non possiamo subire i modelli del nord Italia. Le politiche scolastiche vanno gestite in Sardegna per la Sardegna.

Il dimensionamento scolastico, che stabilisce il numero di scuole e di Presidi,  in questi anni è stato impostato esclusivamente in funzione del rispetto dei tagli all’istruzione imposti dai ministeri. Ma i nostri paesi spesso piccoli e distanti tra loro non possono permettersi di non avere l’istituzione scolastica al centro della comunità.

Su questo tema le politiche regionali devono invertire nettamente la tendenza approvando finalmente una legge sulla scuola fatta su misura delle esigenze dell’Isola ed in particolare delle zone interne.

 

Permettere ai nostri giovani di farsi le ossa nella nostra Isola e di poterci restare per costruire qui un futuro sembra una delle maggiori sfide che la Regione dovrà affrontare. Come pensa di riuscirci?

Su questo tema la soluzione è composta da molteplici fattori, molti dei quali abbiamo già affrontato nelle domande predenti: in primis il lavoro, la sanità, l’istruzione i collegamenti. Interventi importanti questi, che consentirebbero di ridurre l’emigrazione giovanile avendo importanti riflessi utili a tamponare lo spopolamento delle nostre comunità.

 

 Le donne devono entrare a pieno titolo nell’economia e nelle istituzioni, per ragioni di giustizia, di equità sociale, ma soprattutto per garantire un reale sviluppo alla Sardegna. Quali sono le azioni che intende portare avanti per sostenerle?

La politica e l’economia italiana sono ben lontane dall’essere un luogo i cui uomini e donne hanno lo stesso peso. Nonostante i passi in avanti a seguito dell’approvazione delle varie leggi sulla parità di genere siano stati tanti, nei consigli comunali di 11 regioni su 20 gli uomini continuano a rappresentare oltre il 70% degli eletti.

L’impulso e lo stimolo dato dalle norme approvate, purtroppo però, non può riuscire a modificare altri aspetti che non sono, e non potranno mai, essere toccati da questi meccanismi.

In primis il problema dei ruoli apicali: le donne sindaco in Italia sono solo il 14,1% e, solo per fare un altro esempio, dal 2003 al 2015 le donne presidente di regione sono state solamente 5, due numeri per far capire ancora la lunga strada da percorrere.

In secundis le differenze territoriali, specialmente tra meridione e settentrione. Negli anni le politiche per il riequilibrio di genere hanno certamente contribuito a colmare questo gap, ma ancora oggi le quote di elette e nominate nei comuni del sud, per fare un esempio, rimangono inferiori a quelle dei comuni del centro e del nord. Questi due elementi sottolineano che per quanto il legislatore possa tentare di “imporre” paletti correttivi, non è detto che la società viaggi alla stessa velocità. Tant’è che la problematica si manifesta più come una questione culturale rispetto all’aspetto normativo del tema. A tal proposito probabilmente sarebbe più efficace integrare il quadro normativo vigente con strumenti di sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso campagne pubblicitarie e progetti scolastici dedicati.

 

Parliamo di fasi attuative.  Quali saranno?

Le fasi attuative si dovranno distinguere certamente in interventi che si potranno attuare con atti della Giunta Regionale e quelli più complessi che vedranno impegnati l’intero Consiglio Regionale. Come già ribadito dal Candidato Presidente Christian Solinas, nelle prime battute della legislatura l’esecutivo sarà impegnato nella modifica della riforma sanitaria varata dalla Giunta Pigliaru, per le altre tematiche sarà predisposto un crono programma dei lavori da concordare con il Presidente e la nuova Giunta Regionale.

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