Site icon www.vistanet.it

Regionali 2019: le interviste ai candidati ogliastrini. Parla Pietro Muceli (Solinas Presidente)

Domenica 24 febbraio i cittadini sardi saranno chiamati ad eleggere il Presidente della regione e il Consiglio regionale. La Sardegna è una delle sei regioni italiane che in questo 2019 sarà chiamata alle urne, insieme insieme ad Abruzzo, Calabria, Piemonte, Emilia Romagna e Basilicata. In Ogliastra, da settimane, la campagna elettorale si è fatta infuocata. Noi di Vistanet cercheremo di dare spazio ai candidati ogliastrini di tutte le coalizioni, sottoponendo loro la medesima griglia di domande.

Oggi ci confrontiamo con Pietro Muceli, 31enne tortoliese, libero professionista nel campo dello sport, candidato per  Sardegna Civica (Solinas Presidente). 

 

 

Partiamo dalla sua decisione di candidarsi. Cosa l’ha convinta a mettersi in gioco e a pensare di mettersi al servizio della comunità? Che valore aggiunto pensa di poter dare, nel caso in cui dovesse essere eletto consigliere, alla qualità della vita degli ogliastrini?

Già da tempo volevo assumere un impegno politico attivo poi è capitata l’occasione con la chiamata per le Regionali in una lista Civica ubicata nella coalizione di centrodestra e ho pensato fosse il momento giusto. Credo fortemente in quello che faccio e che si debbano dare delle risposte concrete su tutti i fronti. Ho accettato questa sfida con il nostro movimento che punta a ridare autonomia ai territori  restituendo il potere decisionale agli amministratori locali e quindi rimettendo al centro i cittadini e i loro bisogni.

Trasporti e infrastrutture: sono una spina nel fianco dell’Isola. Solo solo in Ogliastra abbiamo: un aeroporto chiuso dal 2011, che nei tempi d’oro ha fatto atterrare oltre 50mila persone in Ogliastra. Poi un porto, quello di Arbatax, che vede attraccare sempre meno navi e poi una strada, la nuova 125 Orientale Sarda che ancora non è compiuta nonostante l’inaugurazione di un primo tratto nel lontano 2002. Quali soluzioni per l’Ogliastra?

Parlando di infrastrutture stradali non ci sono dubbi che si dovranno studiare nuove soluzioni e migliorie nell’assegnazione degli appalti ponendo l’accento su qualità e tempi di consegna con veri strumenti di verifica per evitare di ritrovarci ancora una volta con progetti in eterna realizzazione. Le strade dell’Ogliastra versano in condizioni pietose, gli abitanti dei centri  periferici impiegano fino a 40 minuti (costituiti perlopiù da tornanti) per raggiungere il primo centro polifunzionale dal punto di vista dei servizi, vivendo nell’isolamento. Il trasporto marittimo deve rinascere dallo smantellamento dell’attuale continuità territoriale in regime di monopolio in favore di una che garantisca a qualsiasi vettore si affacci sul mercato di poterne beneficiare. Si chiama concorrenza e normalmente migliora la qualità dei servizi a fronte di costi più accessibili. Non fa eccezione il porto di Arbatax, che per troppo tempo ha dovuto sopportare i soprusi di una compagnia che spesso ha mancato l’attracco in tutti i sensi. Inoltre i cantieri navali meritano uno sbocco privilegiato nel Porto.

L’aeroporto può funzionare: lo abbiamo visto in passato e io personalmente opterei per un uso promiscuo al turismo. Penso ad esempio a una base di elisoccorso e antincendio.

Quella della mancanza di lavoro è una priorità assoluta da affrontare: è da qui che si prendono le misure di una vera democrazia. Qual è la sua ricetta per combattere la precarietà, il ricatto del bisogno?

Nel programma abbiamo inserito tra i punti principali la modifica del piano paesaggistico regionale che negli ultimi anni ha visto la morte del comparto edilizio: costruire ponendo una vera attenzione all’integrazione con il paesaggio è possibile come dimostrato in altre regioni, al centro ci devono essere eco sostenibilità, scelta dei materiali da costruzione e una corretta valutazione idrogeologica.

Snellire la burocrazia e fare chiarezza su numerosi punti dove esistono vuoti legislativi è una nostra priorità come movimento, dove regna il caos e non v’è certezza del diritto non arrivano gli investimenti e noi dobbiamo essere una calamita per gli imprenditori. L’attuazione di questi punti programmatici porterà allo sblocco dell’edilizia e del turismo trascinando in crescita anche i settori dell’agroalimentare, dell’agricoltura e dell’artigianato. La valorizzazione del patrimonio archeologico e storico culturale è da intendersi prioritario: abbiamo molto da offrire, non solo spiagge! Queste e altre scelte strategiche come la de contribuzione e la defiscalizzazione triennale per le aziende che assumeranno a tempo indeterminato accresceranno le opportunità di lavoro. In Sardegna l’apporto al PIL del turismo è pari a 7% circa una cifra irrisoria, se si vuole fare di questo settore una punta di diamante c’è da lavorare.

L’organizzazione della sanità rappresenta una sfida fondamentale per il Governo della Regione. Cosa pensa della riforma sanitaria? Quali azioni intende compiere nello specifico rispetto alla situazione del nosocomio lanuseino?

La ASL unica ha compromesso la qualità dei servizi offerti e non si è risparmiato un centesimo. Un’agenzia regionale unica si può prevedere solo ed esclusivamente per la gestione dell’approvvigionamento dei beni e la gestione del personale, tutte le decisioni di carattere sanitario, sociale e socio assistenziale saranno riportate ai territori come è giusto che sia. In Ogliastra abbiamo pagato lo scotto più grande con questa riforma tenuto conto che noi eravamo una delle poche ASL virtuose per questo motivo cambiando sistema riusciremo ad arrivare a dei potenziamenti.

Quali sono, a suo avviso, le altre emergenze da fronteggiare subito per quanto riguarda l’Ogliastra?

L’emergenza più grande in Ogliastra è la mancanza di un vero piano strategico. Dobbiamo individuare un filo comune da seguire per utilizzare al meglio le risorse e non far piovere a casaccio finanziamenti affidandosi alla divina provvidenza. In Ogliastra avevamo delle Industrie che abbiamo cercato di rianimare come un paziente deceduto da tempo, bisogna avere il coraggio di attuare delle riconversioni quando serve e vorrei sottolineare valutandone bene l’impatto ambientale.

Permettere ai nostri giovani di farsi le ossa nella nostra Isola e di poterci restare per costruire qui un futuro sembra una delle maggiori sfide che la Regione dovrà affrontare. Come pensa di riuscirci?

La formazione è uno dei punti in cui la Sardegna è più carente ad esempio è importante. Promuovere piani di Orientamento e di intercambio internazionale coinvolgendo il sistema scolastico e universitario, destinare i fondi regionali che al momento sono utilizzati per coprire costi di personale che dovrebbero essere prerogativa del ministero a favore dei giovani ricercatori e a sostegno delle borse di studio. Puntare sui giovani attraverso la certificazione delle figure professionali, molti settori si devono valorizzare con formazione di personale competente ed organizzato, sovvenzionare le diverse start-up con un sistema semplice e celere che avvantaggi e non scoraggi i giovani.

Le donne devono entrare a pieno titolo nell’economia e nelle istituzioni, per ragioni di giustizia, di equità sociale, ma soprattutto per garantire un reale sviluppo alla Sardegna. Quali sono le azioni che intende portare avanti per sostenerle?

Tutte le iniziative partire da quelle culturali e scolastiche volte a stimolare una vera equità sociale e a superare le consuetudini e i luoghi comuni che non permettono ancora oggi lo sviluppo di pari opportunità tra uomo e donna nella società, nel mondo del lavoro in ambito domestico e naturalmente anche nelle istituzioni. Vogliamo che in futuro il coinvolgimento delle donne in politica ad esempio non sia più regolato da una legge ma da una esigenza che nasce spontanea dalla comunità.

Parliamo di fasi attuative. Quali saranno?

La prima fase attuativa sarà il dialogo con lo Stato per attuare le riforme necessarie al raggiungimento dell’autonomia in alcuni campi e il reperimento di fondi che già ci spettano di diritto, questo consentirà contestualmente di attuare al meglio i punti programmatici e stabilire una qualità di vita e delle prospettive migliori per gli ogliastrini e i Sardi.

 

Exit mobile version