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Regionali 2019: le interviste ai candidati ogliastrini. Parla Elisabetta Piroddi (Solinas Presidente)

Domenica 24 febbraio i cittadini sardi saranno chiamati ad eleggere il Presidente della regione e il Consiglio regionale. La Sardegna è una delle sei regioni italiane che in questo 2019 sarà chiamata alle urne, insieme insieme ad Abruzzo, Calabria, Piemonte, Emilia Romagna e Basilicata. In Ogliastra, da settimane, la campagna elettorale si è fatta infuocata. Noi di Vistanet cercheremo di dare spazio ai candidati ogliastrini di tutte le coalizioni, sottoponendo loro la medesima griglia di domande.

Oggi ci confrontiamo con Elisabetta Piroddi, 28enne jerzese laureata in giurisprudenza, candidata per Forza Italia ( Solinas Presidente ).

 

Partiamo dalla sua decisione di candidarsi. Cosa l’ha convinta a mettersi in gioco e a pensare di mettersi al servizio della comunità? Che valore aggiunto pensa di poter dare, nel caso in cui dovesse essere eletto consigliere, alla qualità della vita degli ogliastrini?

Mi candido con Forza Italia in occasione delle elezioni regionali del 24 febbraio, e lo faccio perché mi piace la politica seria, giusta ed onesta. Certo, il momento è difficile e lo dimostra la sfiducia nella politica che aleggia nell’aria, ma voglio contribuire a fare scelte che diversamente farebbero altri, per noi. Anche se giovane ho contezza che fare politica vuol dire mettersi al servizio dei cittadini e voglio dare il mio contributo per creare un clima di fiducia e di ottimismo che renda la comunità ogliastrina forte e sicura nel difendere i propri interessi. Quindi, contribuire alla crescita e alla valorizzazione del mio territorio, ricco sì di risorse e potenzialità, ma non sfruttate, affinché nessun giovane, ma non solo, debba lasciare per sempre dall’Ogliastra. Penso sia necessario dare voce anche ai collegi di periferia, ed è per questo che garantisco il mio impegno affinché le istanze della gente siano ascoltate trovando spazio in consiglio regionale, affinché vengano realizzate. Invece fino a oggi, i bisogni del nostro territorio, sono mere voci isolate. Il valore aggiunto deriva dal mio essere giovane con invettiva, dal mio essere determinata e coraggiosa, ma soprattutto dalla mia “ogliastrinità”: la mia identità, contaminata dalla cultura della sua ruralità, di cui sono fiera, è l’elemento portante della mia candidatura.

Trasporti e infrastrutture: sono una spina nel fianco dell’Isola. Solo solo in Ogliastra abbiamo: un aeroporto chiuso dal 2011, che nei tempi d’oro ha fatto atterrare oltre 50mila persone in Ogliastra. Poi un porto, quello di Arbatax, che vede attraccare sempre meno navi e poi una strada, la nuova 125 Orientale Sarda che ancora non è compiuta nonostante l’inaugurazione di un primo tratto nel lontano 2002. Quali soluzioni per l’Ogliastra?

Le infrastrutture sono le precondizioni di sviluppo. Questi sono argomenti che fanno parte dell’agenda politica degli anni ’80, rimasti irrisolti, ormai incancreniti, e sicuramente dovuta a responsabilità politica. Parto dalla SS 125 e in particolare i tratti S.Giorgio-Tertenia e Bari Sardo-Tortoli, rimasti ancora incompiuti. Più precisamente: uno è in esecuzione, l’altro fermo. Vorrei ricordare che il ritardo nella realizzazione è da attribuire alla Giunta di centro sinistra, con allora Presidente Soru e Assessore Mannoni, che dirottarono i fondi già stanziati per questi lotti ogliastrini, verso altri lidi, ovvero per realizzare prima il tratto di Terra Mala. La necessità di cercare e ottenere il rifinanziamento, ha comportato un ritardo di anni, che è da addossare come già detto a quella Giunta, con conseguente indizione della gare per i due tratti precedentemente richiamati. Ricordiamoci che la ditta esecutrice, l’altoatesina Obersoler, ha bloccato i lavori con richiesta di concordato al Tribunale. Ebbene, il Tribunale di Bolzano ha autorizzato la vendita della società ad un colosso quale Pessina Costruzioni spa che ha rilevato tutti i contratti in essere della Obersoler con garanzia di prosecuzione dei lavori, ma ancora manca il tratto di Tortoli, perché l’Anas e la Regione, anziché vigilare su quanto accadeva a Bolzano, e sull’opportunità che si presentava, ha rescisso il contratto, che è risultato essere l’unico non rilevato dalla nuova società. Per cui i lavori sono fermi. Non per caso, dunque, ma per colpa di qualcuno che governava in regione.

Il porto di Arbatax funziona a singhiozzo, ciò in quanto la Giunta Regionale ha vigilato poco sulla convenzione Stato-Tirrenia che eroga la somma di 70 milioni di euro all’anno, per garantire i collegamenti da e per la Sardegna. Non è possibile neppure avere la certezza dei consolidati collegamenti bisettimanali con Genova e Civitavecchia. Eppure la Giunta Regionale di centro sinistra ha avuto in eredità una flotta sarda: la Saremar, che con il Presidente Cappellacci, oggi Coordinatore di Forza Italia, sfidando l’Unione Europea e il cartello delle Compagnie di navigazione ha fatto salpare le navi Scintu e Dimonios da Golfo Aranci per Civitavecchia e da Porto Torres per Vado Ligure. Pensavamo che la Giunta Pigliaru varasse magari un’ “Amsicora” con partenza da Arbatax ma, invece, il sogno è finito. La Saremar è stata dichiarata fallita, premorienza del fallimento della Giunta di centro sinistra.

Sull’Aeroporto direi che non ha più ali per volare, e la sensibilità di questa Giunta ha appeso un cartello con scritto “chiuso”, senza neanche aggiungere “scusate”.

La Ferrovia, che almeno per un periodo dell’anno consentiva di aprire le stazioni con il “Trenino Verde”, è tra le cose dimenticate, è inutile che affermino che lo stiano mettendo in moto, a dieci giorni dalle elezioni.

Orbene, la nostra proposta è di una agenzia di trasporto unica. Una sorta di “Nuova SAREMARIAFERST”, una flotta sarda che trasporti per mare, aria e terra (strada-ferrovia).

Quella della mancanza di lavoro è una priorità assoluta da affrontare: è da qui che si prendono le misure di una vera democrazia. Qual è la sua ricetta per combattere la precarietà, il ricatto del bisogno?

Il lavoro non è solo tale, non è solo un diritto garantito dall’art. 4 Cost, è dignità, è vita. Senza di esso c’è la morte, non quella letterale perché per fortuna la famiglia, specie quella tradizionale ogliastrina, non abbandona i propri figli, ma, di sicuro una morte civile e nei casi più drammatici una morte fisica. Serve un sussulto di attenzione verso coloro che non hanno un lavoro, per quello precario e senza garanzie. La Regione, in questa ottica, deve, per quanto riguarda l’Ogliastra, varare un “Piano di forestazione colturale e culturale”, alla stregua di quanto fatto con la forestazione degli anni 90 con l’Azienda Foreste Demaniali, oggi Forestas. In primis, occorre stabilizzare tutti gli operai che lavorano nelle terre comunali date in concessione e porre in essere tutti gli atti tesi a rinnovare le concessioni che ormai stanno per scadere. Occorre, altresì, diversificare le attività produttive nelle terre pubbliche così come previsto, peraltro, nelle concessioni in essere, che sono state totalmente disattese e ci si è limitati alla mera attività di piantumazione. Inoltre, per creare forza lavoro, realizzare attività ricettive, sportive, ricreative, imprenditoriali legate alla flora, alla fauna e così via. Inoltre, le altre terre pubbliche, le cosiddette terre civiche, non possono continuare a restare paesaggi da ammirare, ma terre su cui investire.

4) L’organizzazione della sanità rappresenta una sfida fondamentale per il Governo della Regione. Cosa pensa della riforma sanitaria? Quali azioni intende compiere nello specifico rispetto alla situazione del nosocomio lanuseino?

Parto da un dato incontrovertibile, e cioè che nel 2018 il bilancio della Regione sarda pari a 7,792 miliardi di euro, ha destinato 3,488 alla sanità, cioè metà delle sue risorse.

Altro dato indiscutibile è che la riforma sanitaria è frutto delle scelte del centro sinistra sia a livello nazionale e regionale perché i riferimenti normativi sono il D.M. 70/2015 del Governo Renzi e le LL.RR. approvate dalla maggioranza Pigliaru, la n. 23 del 2014  e la n. 36 del 2015.

Questa riforma che ha istituito, tra l’altro, la Centrale regionale di committenza e l’Azienda regionale dell’emergenza-urgenza (AREUS), e l’ Azienda unica Regionale, affida loro l’inserimento delle sedi principali di organizzazione territoriale di degenza extra ospedaliera, nonché le case della salute e gli ospedali di comunità e un’adeguata efficienza dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale. Il tutto ispirato a “una più efficace attuazione del piano di rientro del disavanzo in sanità”. La riforma riguarda la rete ospedaliera regionale, sia per la parte organizzativa del sistema terapeutico a livello territoriale della degenza sia l’identificazione ospedaliera in sistemi di alta, media e bassa intensità di cure indipendentemente dalle prestazioni proposte.

Insomma la riforma Renzi/Arru/Pigliaru, secondo questi parametri porta alla chiusura di ben quattordici piccoli ospedali e tra questi, il Nostra Signora della Mercede a Lanusei, quest’ultimo è stato declassato. Il giudizio sulla riforma lo affido al candidato Presidente del centro sinistra, il sindaco Zedda che parlando della riforma ha detto che l’avrebbe smantellata e riferendosi all’assessore alla sanità Arru, in lista con il PD nel collegio di Nuoro, che fosse per lui non lo avrebbe candidato, e spera che non venga eletto e se malauguratamente lo fosse, non farebbe parte nemmeno della commissione sanità. Nel caso di nostra vittoria la riforma la smantelleremo noi e con impegno a: superare le criticità dell’attuale servizio sanitario regionale che non garantisce livelli adeguati e uniformi sull’intero territorio regionale; efficienza nel contenimento della spesa non taglio dei servizi per  contenere la spesa; superamento dell’attuale unica governance di tutto il sistema; maggiore collaborazione tra aziende sanitarie; mantenimento e potenziamento dei c.d. piccoli  ospedali, e quindi a maggior ragione quello di Lanusei e di tutte le strutture sanitarie presenti nel territorio con una politica di stabilizzazione di numerosi precari assunti con selezione e di nuove prossime assunzioni.

Inoltre farei una riflessione a proposito del contenimento della spesa che elegantemente viene chiamata razionalizzazione delle risorse o rapporto costi/benefici: la sanità è un settore prezioso, perché siamo tutti provvisoriamente sani e ad esso va applicato il principio che, a titolo esemplificativo, viene adottato nel servizio di salvamento a mare. Nelle spiagge non si mettono le torrette e i bagnini se ci sono morti annegati e, quindi più morti, maggiore sarà in numero delle torrette di avvistamento. Al contrario le torrette e i bagnini vengono insediati per evitare le morti, così vale per i piccoli ospedali.

 

Quali sono, a suo avviso, le altre emergenze da fronteggiare subito per quanto riguarda l’Ogliastra?

La prima emergenza è la Scuola. La Regione ha trascurato questo settore senza comprendere l’importanza che riveste.  Subito dopo la seconda guerra mondiale l’Italia era un Paese da ricostruire, ancora peggiore la situazione in Sardegna e in particolare in Ogliastra.  Lo Stato Italiano, nonostante le difficoltà economiche di un Paese distrutto e quasi sottosviluppato, ha realizzato le scuole anche nelle zone più periferiche. Nelle campagne di Jerzu, a Pelau, ci sono, ad esempio, ancora i ruderi di due scuole. L’Italia di oggi, 7° Paese industrializzato del Mondo, oggi in Ogliastra chiude le scuole, accorpa le classi, riduce le autonomie scolastiche. Abbiamo pluriclasse ad Ulassai o Baunei, Urzulei o Ussassai. La Regione che ha il potere di decidere le autonomie scolastiche si è appiattita accettando le scelte scriteriate del Ministero Della Pubblica istruzione o di pochi dirigenti scolastici anziché esercitare il potere conferitole fin dal 2001 dalla Costituzione. La Regione deve dedicare la prima sessione dei suoi lavori, con il nuovo Consiglio Regionale ad una nuova legge sul diritto allo studio, che preveda la presenza delle istituzioni scolastiche della scuola dell’obbligo, in ogni Comune.  Per l’ Ogliastra, punterei sulla lettera “ S”: come Sanità, Scuola, Strade, Specialità della Provincia, Servizi, Sicurezza sociale, Sviluppo, Solidarietà, semplicemente Sorriso per tutti, perché la gente sia felice.

Permettere ai nostri giovani di farsi le ossa nella nostra Isola e di poterci restare per costruire qui un futuro sembra una delle maggiori sfide che la Regione dovrà affrontare. Come pensa di riuscirci?

Mi sono candidata pensando, alla stregua di quanto affermato da Jonn Kennedy: “ non a cosa possa fare il Paese per me, ma a cosa faccio e potrei fare io per il mio Paese”.Quindi non le dico che pensando ai giovani penso a me in una sorta di “Cicero pro domo sua”. No, dobbiamo pensare a tutti! Noi giovani siamo il futuro, e la politica, soprattutto chi governa, deve prestare attenzione e non, come fa oggi, trascurare questa componente. Serve la solidarietà che oggi deve essere rivolta prevalentemente ai giovani e alle donne.In quest’ottica, pensando agli ultimi penso all’Ogliastra, ad un territorio dimenticato ormai da troppo tempo. Per cui, la mia proposta è quella di istituire un Fondo Perequativo, per mitigare le diseguaglianze del passato. La Regione, con risorse proprie, lo Stato e l’Unione Europea, deve mettere a disposizione ingenti somme per recuperare il gap che esiste nelle periferie, e quindi in Ogliastra. Tutte le risorse che non sono mai state date, o se lo si è fatto, sotto forme di elemosina, quali la mancata realizzazione di strade e autostrade, ferrovie, aeroporti e infrastrutture in generale o attività produttive devono trovare risarcimento con il fondo perequativo che consenta finalmente all’Ogliastra di diventare protagonista e di dare un futuro ai giovani.

 

Le donne devono entrare a pieno titolo nell’economia e nelle istituzioni, per ragioni di giustizia, di equità sociale, ma soprattutto per garantire un reale sviluppo alla Sardegna. Quali sono le azioni che intende portare avanti per sostenerle?

La società ogliastrina è matriarcale, la donna è sempre stata protagonista nella vita e nell’economia di questo territorio. La società “moderna”, invece, non la considera abbastanza. Serve che la donna abbia il ruolo che le compete. Le istituzioni, in primis la Regione, deve comprendere che la donna è una risorsa, non un ostacolo, e la legge sulla parità di genere non le ha attribuito tale significativo ruolo. Bene avrebbe fatto la Regione a dare la possibilità alle donne, e parlo soprattutto nel collegio Ogliastra, non di candidarsi ma di essere eletta. Purtroppo la legge elettorale fatta ad uso e consumo degli abitanti delle città (basti pensare che su 60 consiglieri 20 spettano a Cagliari e 12 a Sassari, ovvero 32 su 60) non consente di essere eletti nel nostro territorio se non ad 1 rappresentante. Ecco, serve la rappresentatività del territorio, una forza contrattuale che si rispetti. Perché la donna entri a pieno titolo nell’economia e nelle istituzioni serve che la rappresentanza in consiglio non venga individuata in base agli abitanti, ma una parte in base al territorio (32 consiglieri) e l’altra (28) in base alla popolazione. L’Ogliastra avrebbe, con questa mia proposta, 5/6 consiglieri regionali e quindi anche le donne  avrebbero maggiori possibilità di essere elette.

 

Parliamo di fasi attuative.  Quali saranno?

Parlo di fasi attuative non nel senso che alcune vadano fatte in quanto prioritarie, ma devono essere portate a compimento tutte perche solo così si realizza quello che io chiamo il sistema Ogliastra. Innanzitutto necessita di una revisione istituzionale la Regione. Quest’ultimo deve essere un Ente programmatorio e non gestionale. Deve rivitalizzare le Province, per cui  mi batterò per l’Ogliastra quale Provincia speciale, che sia alla stregua del Dipartimento francese, per un Ente con competenze sociali compresa la gestione sanitaria.

Farò una battaglia,  per la modifica della Legge Elettorale,  perché l’attuale rappresentatività comporta una presenza marginale dei rappresentanti dei territori dell’interno, e ciò in favore di quelli delle grosse città. Inoltre per l’attuazione di zone a fiscalità di vantaggio e  per l’istituzione di un Fondo Perequativo che disponga di ingenti risorse finanziarie per tutti i settori, che sia lasciato alla libera determinazione dei comuni ogliastrini per investimenti, servizi ed infrastrutture. L’Ogliastra ha, altresì, bisogno di elaborare un Progetto Culturale,  un “progetto sapienza” che valorizzi la cultura, la storia, le tradizioni, i valori, i beni ambientali archeologici e culturali, oltreché di un centro di eccellenza per i saperi e per i sapori attraverso una “forestazione culturale” che la ponga al centro della formazione continua per tutta la Sardegna . È necessario porre l’attenzione anche sulla Difesa del Suolo, sulla tutela e valorizzazione dell’ambiente e previsione delle calamità, che è  il presupposto per l’adozione di piani d’intervento . Così come lo è il completamento delle strada Nuova SS 125. Non solo è doveroso il completamento ma è necessaria anche la realizzazione della Trasversale Sarda. Per quanto concerne il Sistema di Trasporto con le Rotaie, quest’ultimo deve essere modernizzato in modo che anche la parte orientale della Sardegna abbia un servizio ferroviario. Sogno di vedere la ferrovia che affianchi tutto il percorso della Nuova SS 125. Ma la tratta del c.d. “Trenino Verde” non può essere abbandonato,  anzi va rivitalizzato, deve diventare un volano di sviluppo interno. Il Porto e l’Areoporto devono essere tali, per cui servono gli investimenti necessari per permettere il collegamento della Sardegna con la terra ferma anche attraverso il porto e l’aeroporto di Tortoli. Mi batterò per l’Ogliastra quale paeae Sociale, perché deve essere un laboratorio di interventi in tale settore tali da raggiungere l’obbiettivo di essere considerato territorio sociale. La realizzazione di interventi per le nuove famiglie, per i giovani, permetteranno all’Ogliastra di poter essere un punto di riferimento e una destinazione privilegiata in tutti i periodi dell’anno. Non di meno occorre porre l’accento sulle Terre Civiche, fondamentali per la creazione di posti di lavoro. La disponibilità dei Comuni di questa consente l’elaborazione di un progetto di valorizzazione delle stesse con la creazione di attività di imprese, e conseguente creazione di posti di lavoro, superando l’attuale limitato  utilizzo legato alla sola forestazione.

In conclusione il mio modus operandi può essere riassunto in una parola “progettualità”, a trecentosessanta grandi.

 

 

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