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Olbia, alba di oggi: le foto. Due autocisterne piene di latte estero?

Sono bastate due foto che mostrano due autocisterne recanti insegne e indirizzi riferiti alla Bulgaria e subito il pensiero è andato al problema latte. Sul web è partito il duro attacco: “Cosa ci sarà dentro?”, “staranno acquistando latte estero mentre i pastori sardi sono costretti per disperazione a buttarlo?”, “fermatele”, “bruciatele”, “rispeditele a casa loro”.

La polemica non si placa, la protesta è forte e intanto è stato rinviato a mercoledì prossimo il Tavolo del latte, aperto ieri a Cagliari all’Assessorato regionale dell’Agricoltura (al quale hanno partecipato l’Assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria e i rappresentanti di Oilos, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, AGCI Sardegna, Confcooperative, Legacoop, Confindustria, Cooperativa Allevatori Ovini, Consorzio Tutela Pecorino Romano, Consorzio Tutela Pecorino Sardo, Consorzio Tutela Fiore Sardo, Banco di Sardegna, Sfirs, Fidicoop e ASPI).

Dopo le proteste dei pastori sardi, con litri di latte lasciati scorrere nei pavimenti e nei terreni, il confronto fra imprenditori e pastori che, fanno sapere dalla Coldiretti Sardegna, è soltanto iniziato. “Il mondo della trasformazione scricchiola davanti al forte pressing che arriva da tutto il mondo produttivo sardo, che vede schierato dalla propria parte anche le cooperative”. L’obiettivo della mobilitazione è l’aumento del prezzo del latte. “Già da oggi– ha annunciato Coldiretti Sardegna – stiamo preparando azioni concrete per riportare maggior equilibrio e distribuzione lungo tutta la filiera, non possiamo restare in queste condizioni”. Dopo ore di trattative, il tavolo è stato rinviato a mercoledì prossimo su richiesta degli industriali caseari che hanno chiesto più tempo prima di decidere di rivedere il prezzo rispetto ai 60 centesimi a litro di latte, finora proposti e praticati, associazioni, cooperative e movimenti.

«Crediamo che sia praticabile la strada di rivedere il prezzo del latte – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Per la prima volta gli industriali caseari aprono alla possibilità di rivedere il prezzo, adesso però vogliamo atti concreti per questo continuerà la nostra pressione, faremo sentire la rabbia e l’esasperazione che si sta vivendo negli ovili». Dalla Regione fanno sapere che gli industriali sardi del comparto e le cooperative hanno iniziato a valutare la possibilità che il prezzo del latte venga fissato ad un prezzo di riferimento del listino di Milano sul prezzo del Pecorino romano. «È da tre mesi che spieghiamo che con questa remunerazione si faranno chiudere gli ovili – spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -, per questo abbiamo chiesto di fare squadra, di ragionare da filiera e stringere tutti sacrifici per superare questo momento. E’ l’unica strada praticabile per mostrarci uniti, dare segnali incoraggianti al mercato». Parla di egoismo che scarica sempre sui pastori il costo della crisi, Cualbu, il quale ribadisce che il prezzo attuale del latte è inaccettabile. «Gli ovili sono una polveriera, la tensione è altissima ed incontrollabile e quanto sta avvenendo sta a dimostrarlo. Siamo persuasi che una mediazione si possa trovare – prosegue – e che possa permettere al mercato di sbloccarsi. Ma ora spetta agli industriali farlo». O si cambia, o si scende in piazza, quindi. E le iniziative di protesta saranno capillari e coinvolgeranno tutta l’Isola.

 

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