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È la 10yearschallenge, la sfida dell’anno, ma i complottisti lanciano l’allarme: è un modo per spiarci

Milioni di persone hanno accettato la sfida social, Chiara Ferragni, Simona Ventura tra le italiane, Madonna o Pink tra quelle internazionali sono tante le star che hanno pubblicato le loro foto, ma tra photoshop e la chirurgia plastica per loro la sfida è facile. Più complessa per le persone comuni, alcune davvero coraggiose non temono l’impietosa verità di come si invecchia in dieci anni. Altre invece mostrano orgogliosamente di essere più in forma oggi di due lustri fa. Ma se c’è un’attitudine che viaggia agile sul filo del web è di sicuro l’ironia.

Infatti sono migliaia le immagini ironiche, i meme come si chiamano in gergo, che raccontano comicamente gli effetti del tempo. Sembra un passatempo divertente, ma potevamo privarci dei funesti avvertimenti dei complottisti? Secondo loro questo giochino sarebbe stato inventato per archiviare milioni di immagini ed elaborare algoritmi in grado di studiare e prevedere le metamorfosi facciali dovute all’invecchiamento, che poi se anche fosse, potrebbe essere utile per la scienza, per la criminologia o per individuare persone scomparse, ma si sa i complottisti non guardano in faccia nessuno.

 

Per altri complottisti, un po’ più preparati sembra che la Challenge sia solo un pretesto per poter acquisire dati sensibili degli utenti, e che sia una manovra per far guadagnare Facebook. Dal canto suo dallo staff di  Zuckerberg fanno sapere che si tratta di un meme creato dagli utenti e che è diventato virale in modo spontaneo.

«Non abbiamo iniziato noi questo trend – dicono da Facebook– in cui vengono utilizzate foto già esistenti sulla piattaforma, e non guadagniamo nulla da questo meme (se non ricordarci quanto fosse discutibile la moda nel 2009). Per inciso, gli utenti di Facebook possono, in qualsiasi momento, scegliere se attivare o disattivare il riconoscimento facciale». Comunque questa sfida inutile come tutte le polemiche che ha scatenato è servita a farci sorridere un po’ e a distrarre per un attimo i complottisti dalle scie chimiche.

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