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Possibilità di rifondare l’ex Provincia Ogliastra, domani l’incontro. Parla Roberto Uda, primo cittadino di Loceri

È domani, 7 gennaio, alle 16 e 30 – presso la sede della Giunta Provinciale, via Pietro Pistis a Lanusei –, la riunione dei Sindaci d’Ogliastra. Si discuterà della possibilità di “restaurare” la Provincia Ogliastra – ente soppresso nel 2012.

Provincia sì, provincia no: i Sindaci d’Ogliastra si schierano da una parte o dall’altra.

Riportiamo integralmente la posizione di Roberto Uda, primo cittadino di Loceri.

«È  importante in questo momento storico, come ogliastrini, la capacità di immaginare il proprio futuro e la volontà di farlo attraverso un processo d’identificazione. Identificazione e non identità o non solo identità. L’identità è un elemento fondamentale e imprescindibile per progettare il proprio futuro ma se non la si accompagna all’identificazione in nuovi valori, progetti e visioni, diventa chiusura, paura, difesa e conservazione sterile. Nuove visioni e progetti che tengano conto di tutti gli elementi storici, culturali, economici e sociali che hanno determinato il “qui e ora” del nostro territorio ma che guardino a un mondo profondamente cambiato dalla globalizzazione, dalle economie connesse, dalle politiche sovranazionali, dalle crisi economiche, dai tagli di finanza pubblica, da un nuovo welfare state.

Perché questa premessa a un discorso sulla provincia? Perché per affrontare un dibattito positivo e costruttivo scevro dalle banalità e luoghi comuni su “poltrone” “politici corrotti” e quanto altro dell’armamentario populistico  occorre sia avere la consapevolezza del nostro disagio e la voglia di rimuoverlo e sia avere tanta voglia di futuro. Ma veniamo al discorso in oggetto. Per un momento però  proviamo a mettere da parte la parola “provincia”, proviamo a dimenticare questo schema, questa idea e poniamoci delle domande.

Ecco la prima: è necessario un ente di area vasta (un ente ogliastrino) che gestisca quei servizi e quelle funzioni che per loro natura sono sovracomunali, territoriali? Pensiamo alle strade, alla scuola, alla pianificazione territoriale e ambientale, all’energia, alle infrastrutture materiali e a quelle immateriali. La mia risposta è sì. Esistono funzioni, servizi, situazioni che per la loro natura non possono essere gestite dal singolo comune, ma hanno bisogno di un approccio più ampio e vasto.

Seconda domanda. Occorre un ente di area vasta che raccordi, rappresenti e sostenga la politica locale nei rapporti con la Regione e con lo Stato? Oggi tanti sindaci si recano a Cagliari, a Roma e persino a Bruxelles per perorare le cause e i bisogni dei propri comuni. Tanti sindaci in solitudine e senza raccordo. Ma tante solitudini non fanno una forza né esprimono una visione. La somma di tante solitudini fa solo una solitudine più grande. Quella che sta allontanando ancora di più l’Ogliastra e tanta della sua gente da standard di vita accettabili e moderni. Anche in questo caso la mia risposta è affermativa. Occorre un ente più ampio che, per dirla con Steve Jobs, unisca i puntini, li connetta e dia loro forma e forza.

Infine l’ultima e per me sicuramente la più importante tra le domande. Abbiamo bisogno di un ente che si faccia promotore dello sviluppo del nostro territorio? Uno sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo. È cambiato il modo di produrre, la finanza, è cambiato il modo di muoversi, è cambiato il rapporto con le istituzioni, le risorse pubbliche sono scarse, siamo dentro una economia dei flussi e occorre governare reti. In un mondo così sono i territori a dover essere in corsa ritagliandosi spazi originali e competitivi. Il compito di un ente di area vasta sarà quello di offrire servizi adeguati e ambiti favorevoli allo sviluppo, attrarlo e governalo favorendo un clima di fiducia e crescita a tutto vantaggio dei cittadini. Dalla smart city alla smartland di questo oggi si parla. Anche in questo caso la mia risposta è sì, ne abbiamo bisogno.

Ora se pensiamo che le risposte a queste domande siano affermative siamo pronti a ragionare e discutere sullo strumento necessario a realizzare le cose dette, sugli obiettivi di questo ente e su come realizzarli, sulle risorse finanziarie strumentali e umane, sulla democraticità e rappresentativa che dovrebbe avere. Un ragionamento ampio non scontato né banale che deve essere portato tra la gente, in assemblee pubbliche, condiviso con le forze sociali, con i sindacati e le forse produttive. Il risultato di questo percorso dovrà essere un risultato condiviso e accettato perché traccerà un orizzonte di significato per la politica ogliastrina in sintonia con la propria gente. È importante dove vogliamo andare, ma lo è altrettanto la strada che percorreremo per arrivarci.

Ora facciamo un nuovo passo avanti. Se fino ad ora ho chiesto di non contemplare la parola “provincia” dentro il ragionamento adesso vorrei mettere in fila una serie di elementi oggettivi che ci aiutano a pensare:

  1. Nel 2012 ci fu un referendum con il quale furono abolite le province di nuova istituzione (la nostra) e fu espressa la volontà di abolire anche quelle storiche (Nuoro ecc). La gente si espresse in questo senso.
  2. Nel dicembre 2016 ci fu un referendum costituzionale e gli italiani votarono per il mantenimento delle province. Gli italiani e i sardi ma anche gli ogliastrini votarono contro l’abolizione delle province.
  3. Le province quindi esistono, sono in Costituzione e sono insopprimibili.
  4. Tra i due referendum si tentò anche la loro abolizione e sostituzione (legge Del Rio, Legge regionale Erriu) con le città metropolitane e le unioni dei comuni ma l’incrociarsi delle due leggi con i due referendum e con le varie leggi finanziarie ha prodotto incertezza, confusione e uno scadere della qualità dei servizi sottoposti a tagli se non a proprie cancellazioni.
  5. I consiglieri provinciali per legge sono 10 e non 24.
  6. I consiglieri e tutti gli organi provinciali, sempre per legge, sono a titolo gratuito.
  7. Le province, sempre per legge, sono organi di 2 livello. Il consiglio provinciale è eletto dai consigli comunali così come il presidente che deve essere un sindaco. La provincia come “casa dei comuni” un’idea proposta nella legge Del Rio che personalmente condivido e sostengo più dell’elezione diretta. Un secondo livello ha la piena legittimazione democratica. Se così non fosse mi spiegassero perche l’unione dei comuni, ente di secondo livello, è pienamente legittimato mentre non lo sarebbe la provincia?

In sintesi le province esistono sono a pieno titolo nella nostra Costituzione perché così abbiamo scelto nel dicembre del 2016. E noi siamo nella provincia di Nuoro.

A questo punto sorge un’altra domanda. Riteniamo che stare dentro la provincia di Nuoro possa essere una buona soluzione per l’Ogliastra o invece pensiamo che i servizi e le politiche debbano essere più vicini all’Ogliastra? Come Ogliastrini abbiamo diritto a compiere scelte e autodeterminarci? Domande che pongo come elementi di un dibattito necessario.

Personalmente sono assolutamente favorevole all’istituzione di un’area vasta dell’Ogliastra. Se oggi lo strumento si chiama Provincia, usiamolo. Non si tratta di restaurazione. Una provincia con funzioni chiare, orientata allo sviluppo, che inglobi consorzio industriale e consorzi di bonifica, una provincia “casa dei comuni”, una provincia che determini l’abolizione delle unioni dei comuni come enti obbligatori sostitute da unioni su base volontaria perché anche le unioni riviste e ripensate hanno un senso.

Il percorso che porta a tutto questo o a qualcosa di diverso da questo non deve risolversi in poche ore di discussione tra poche persone anche se rappresentative. Occorre portare il dibattito tra la gente e coinvolgere. Il risultato dovrà essere vincolante per tutti. L’incontro di lunedì è un inizio. Un inizio di discussione».

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