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Provincia sì, provincia no. La posizione del primo cittadino Ivan Mameli

Il sindaco di Bari Sardo Ivan Mameli ( foto Ivana Barrili)

Il sindaco di Bari Sardo Ivan Mameli ( foto Ivana Barrili)

Sindaci dell’Ogliastra si riuniranno lunedì 7 gennaio, alle 16:30, nella sede della Giunta Provinciale, in via Pietro Pistis a Lanusei, per discutere sulla possibilità di “restaurare” l’ente soppresso con il referendum del 2012. La riunione è convocata a seguito della legge istitutiva della Provincia Gallura che verrà discussa martedì 8 gennaio in consiglio regionale.

Nella seduta, aperta al pubblico, gli amministratori intendono discutere con i cittadini e rappresentanti della comunità, sulla possibilità che anche al nostro territorio venga data la stessa opportunità, evitando così di permanere con la provincia di Nuorolontana non solo in termini geografici, e al fine di riconquistare l’autonomia necessaria a portare avanti gli obiettivi del territorio.

Il primo cittadino bariese Ivan Mameli sente di chiarire, però, la sua posizione.

“Essendo stato presente alla riunione di giovedì scorso svoltasi presso la sede della ex provincia ed essendo intervenuto in modo netto sulla tematica, ritengo doveroso chiarire la mia posizione, certo sicuramente in controtendenza, certo sicuramente abbastanza isolata ma rimane comunque la mia libera opinione. Ad ogni modo rispetto chi la pensa diversamente da me” ha scritto sui social.
“Nel mio intervento ho detto chiaramente di essere contrario all’istituzione di tutte le province, vecchie (Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano) e nuove (Carbonia-Iglesias, Tortolì-Lanusei, Villacidro-Sanluri e Olbia Tempio). Ritengo che l’esperimento della provincia sia un esperimento mal riuscito che non abbia fatto altro che moltiplicare i costi e contribuire con l’aumento della pressione fiscale sui contribuenti.
Ritengo che sia una macchina pesante che solamente per mandare avanti personale e rappresentanza politica necessiti di un costo oltre ogni logica che superi di gran lunga i costi di investimento effettuati sul territorio rappresentato. Dissento fortemente su chi dice che la provincia porterebbe posti di lavoro. Ho una diversa concezione economica del lavoro che mi vede lontano anni luce da questa logica.
Credo che un territorio come l’Ogliastra, la provincia più piccola d’Italia, con circa 57 mila abitanti, non necessiti di una struttura politica formata da 25 consiglieri provinciali, 6 assessorati, strutture dirigenziali e tanto altro. Sono d’accordo con chi sostiene che anche la democrazia e l’organizzazione democratica ha un costo, ma il costo non può essere questo.
Credo che i discorsi che tendono a una eccessiva provincializzazione di interessi sino ad arrivare a quelli di vicinato, le tragicomiche moltiplicazioni dei capoluoghi, i campanilismi fini a se stessi, siano terreno fertile per i fautori della vecchia scuola moltiplicatrice di poltrone.
Diciamocela tutta, le province non hanno lasciato un segno positivo indelebile sul territorio e sulle comunità rappresentate. Ad ogni modo rimangono in capo alla provincia funzioni di fondamentale importanza come la viabilità provinciale, manutenzione sugli istituti di istruzione superiore, nucleo anti-insetti, tutto il resto si tratta di duplicazioni di funzioni già svolte da altri enti. La mia domanda è: per svolgere al meglio queste funzioni fondamentali abbiamo seriamente bisogno di rianimare le province?
Ho come l’impressione che l’esigenza del ritorno della provincia Ogliastra sia utilizzato come alibi per giustificare i vari fallimenti politici del territorio. Ne cito alcuni….”se ci fosse stata la provincia la 389 e la 125 sarebbero state già terminate” oppure “quando c’era la provincia spendevamo molte più risorse…” ecc. ecc.
Ma in tutto ciò c’è un dato fondamentale che spesso si tende a ritenere irrilevante. Nel 2012 con 10 quesiti referendari cosiddetti “anticasta” gli elettori sardi hanno mandato un segnale ben preciso, oltre il 95% dei votanti si è espresso per l’abolizione delle nuove province mentre oltre il 65% dei votanti si è espresso anche per l’abolizione delle province storiche (in questo caso era consultivo). Tuttavia la volontà popolare non è stata rispettata, poiché ai vertici delle province rimaste comunque attive, seppur ai minimi termini, sono stati poi nominati, dai rispettivi partiti di maggioranza, i fiduciari di turno. In barba a qualsivoglia passaggio democratico. Così come sono contrario alle elezioni provinciali cosiddette di secondo livello (possono votare solo i sindaci), che legittimazione avrebbe l’eletto se non si sottopone al giudizio delle comunità?
Ma veniamo ad oggi, appare evidente che vi sia una esigenza di riorganizzazione generale delle funzioni, organizzazione già effettuata in maniera maldestra dal legislatore regionale attuale nel 2016. Martedì 8 gennaio è prevista la discussione in aula della legge sul riordino delle autonomie locali, in quella sede si potrà proporre la re-istituzione della provincia Ogliastra, sulla falsariga di quanto proposto per la provincia Olbia-Tempio, almeno questa è la volontà espressa. Io credo che questa sia la volta buona per mettere fine al teatrino delle province! Un carrozzone difficile da digerire che non rappresenta sicuramente la soluzione al problema. Credo che non ci sia un solo ogliastrino che voglia essere subalterno alla provincia di Nuoro, me compreso. Occorre una riorganizzazione delle funzioni, erogare servizi, ma ciò non implica la moltiplicazione degli enti inutili. Permettetemi di fare due proposte, una reale e l’altra con un pizzico di provocazione. Perché non dare le funzioni essenziali della provincia come strade provinciali, manutenzioni scuole ecc. ai comuni territorialmente competenti, ovviamente accompagnando questo passaggio con la gran mole di risorse e parte del personale utilizzati dalla provincia. Si eliminerebbero i costi politici, una razionalizzazione del costo del personale e le risorse economiche subirebbero meno passaggi inutili prima di essere realmente spese sul territorio rappresentato. La seconda proposta è: vogliamo re-istituire la provincia? Ok, ma facciamolo a costo politico zero.
Giusto un dato che credo sia significativo: tra il 2016 e il 2017, in Sardegna i tributi locali sono aumentati del 2,1%, il secondo valore più alto dopo la Puglia (+ 3,2%), fonte Il Sole 24 Ore”.

Poi conclude: “Con ciò non voglio dire che le province siano la causa di tutti i mali ma occorrerebbe meno superficialità politica sull’argomento. Mi auguro inoltre che questa riorganizzazione passi anche per i consorzi di bonifica e i consorzi industriali di cui credo sia abbastanza note le performances negative soprattutto nel nostro territorio. Mi scuso anticipatamente se non potrò essere presente alla riunione di lunedì che si svolgerà nella sala della ex provincia a Lanusei, ma sono impegnato tutto il giorno per lavoro, sono sicuro che la mia, pur essendo una opinione isolata e abbastanza impopolare possa trovare sostegno anche da altri”.

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